E’ di circa 4.500 metri quadri l’area su cui potrà insistere il progetto di ampliamento dell’Ospedale regionale Umberto Parini. Nei giorni scorsi la Commissione di esperti chiamata dalla Giunta regionale ad esprimere il parere sui reperti archeologici, rinvenuti nel cantiere/scavo del presidio unico ospedaliero Parini di viale Ginevra ad Aosta, ha dato di fatto il via libera alla riprogettazione.
Raffaella Poggiani Keller, già soprintendente per i beni archeologici della Lombardia, Venceslao Kruta, ordinario emerito di Protostoria dell'Europa presso l'Ecole pratique des hautes études alla Sorbona di Parigi e Giulio Magli, professore ordinario al politecnico di Milano hanno confermato l’eccezionalità del ritrovamento e la necessità di valorizzare il sito.
“La relazione è stata presentata – ha spiegato oggi a margine della conferenza stampa di Giunta, il Presidente della Regione, Augusto Rollandin – e dà la possibilità di utilizzare una parte importante della zona, che è stata ripartita in una zona di interesse archeologico, si riferisce ad una zona di 3.400 metri mentre il resto può essere utilizzato per l’ospedale. C’è poi una zona che dà accesso al parcheggio, dove c’è già il sottopasso. E’ previsto che si facciano ulteriori accertamenti sotto Viale Ginevra per rendere fruibile questo passaggio che collega la parte vecchia con quella nuova”.
Successivamente a questa ulteriore analisi spetterà alla Giunta dare gli indirizzi per la revisione del progetto “anche alla luce della valutazione che verrà fatta sugli immobili preesistenti che si possono adeguare e poi collegare con il resto”.
Difficile al momento definire una tempistica sulla revisione del progetto del Presidio unico, il cui costo iniziale ammontava a 130 milioni di euro. "La relazione finale – ha aggiunto l'Assessore regionale alla Sanità, Laurent Viérin – ci dà la possibilità di lavorare ad un nuovo progetto che sarà però ridimensionato, valorizzando la parte esistente, verificando gli interventi possibili in quella zona, e mettendola in collegamento con l'area nuova affinché questa parte veda in prospettiva la collocazione utile a riunire le sedi e lavorare finalmente ad un presidio unico".
La scoperta del guerriero celtico
Più di un anno fa durante gli scavi del cantiere per l’allargamento dell’ospedale è stato ritrovato un tumulo del diametro di circa 16 metri, al centro del quale, sotto a un crollo di lastre di pietra è stata scoperta una sepoltura ad inumazione risalente all’Età del ferro.
Lo scheletro appartiene ad un giovane alto circa 1,75, e che faceva parte della cultura di Hallstatt in Austria, formazione celtica dell'Europa centrale che nel VI secolo avanti Cristo è stata base di correnti migratorie precedenti alle invasioni celtiche del IV secolo, prima cioè che i Celti stessi si mescolassero con i Salassi.
Esiti stanziali finora della presenza celtica nell'arco alpino sono stati trovati solo in Lombardia, con la formazione della popolazione degli Insubri. Ma soprattutto è il primo tumulo funerario di questo tipo e di queste dimensioni, circa 18 metri di diametro, con tanto di camera funeraria pavimentata, completamente inviolato. L'’importanza del sito non è solo rappresentata dal guerriero celtico ma anche dalla sequenza di monoliti che si dispongono lungo una traiettoria di forma leggermente curvilinea che potrebbe essere un segmento di un cerchio di pietre di ampie dimensioni, circa 150 metri. Un grande cromlech, il doppio di quello ritrovato al Piccolo San Bernardo, che però estendosi probabilmente sotto gli edifici e le strade adiacenti, non potrà essere riportato per intero alla luce.