Le elezioni europee sono alle porte, e si intensificano gli incontri elettorali con i vari candidati. Ieri sera, venerdì 1°maggio, all'Espace Populaire, il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, ha presentato al pubblico la Lista unitaria comunista e anticapitalista, composta dal suo partito assieme ai Comunisti Italiani, Socialismo 2000 e Consumatori uniti, che candida, per la circoscrizione NordOvest, il valdostano Sandro Bortot.
L'obiettivo politico immediato, comune a Sinistra e Libertà, altra lista nata dalle ceneri della Sinistra Arcobaleno, è quello di raggiungere la fatidica soglia del 4 per cento per poter avere un seggio in parlamento. Bortot ha sottolineato le conseguenze di un'Europa di stampo neoliberista su un'economia come quella valdostana, e ha stigmatizzato la classe dirigente unionista, "incapace di difendere il territorio, ma solo di usarlo a fini elettorali, clientelari e di immagine. Soprattutto adesso – ha concluso – che la lobby della pala meccanica e del cemento ha sostituito quella degli agricoltori".
Successivamente, nel suo intervento, Paolo Ferrero ha esaminato le prospettive future dell'Europa, "non quella dei mercati e del neoliberismo selvaggio eretto a dogma – ha precisato – ma quella del territorio e dei popoli. L'Europa è di gran lunga il maggiore mercato mondiale esistente, unendo i nostri Pil superiamo di gran lunga le altre superpotenze. Perciò finiamola di inseguire modelli di sviluppo deleteri, come quello statunitense o quello cinese".
L'ex ministro del Governo Prodi ha illustrato le proposte portate avanti dalla coalizione. "In primo luogo, la banca centrale europea non deve più essere autonoma rispetto al potere politico. L'economia non più basarsi solo su logiche di mercato miopi, centrate sullo sfruttamento delle risorse. Occorre invece promuovere politiche di sviluppo sostenibile a lungo termine". L'Unione europea, ha affermato Ferrero, dovrebbe "troncare ogni rapporto con i paradisi fiscali, e imporre la Tobin tax, la tassa sulle transazioni speculative, che impoveriscono l'economia reale, fatta di scambio di merci e servizi".
Un'altra esigenza sottolineata dal segretario di Rifondazione è quella di portare fuori mercato i beni di cui tutti dovrebbero godere, come l'accesso all'acqua, la sanità, l'istruzione, la cultura, l'assistenza. "Per usare un gergo marxista, sono valori d'uso, non valori di scambio. Non si possono stimare in termini di produttività e guadagno. Ma purtroppo è quanto avviene, ad esempio, per la salute, che oramai si traduce in prestazioni sanitarie, con il risultato che le aziende ospedaliere moltiplicano gli interventi inutili, per fatturare di più, e si trascura la prevenzione, che non è un business abbastanza redditizio". L'Europa sognata dalla lista di Ferrero, infine, è laica, in quanto "naturalmente pluralista, multietnica, multireligiosa e democratica".
Non sono mancate le stoccate dirette contro il Partito democratico, definito una sorta di destra "bis"."Sappiamo – ha sintetizzato Ferrero – di cosa è stato capace il Pd in un anno e mezzo: ha puntato sul voto utile alle elezioni, affondando la sinistra italiana, ha spinto per lo sbarramento del 4 per cento, per disfarsi di noi, e sta appoggiando il referendum per assegnare il premio di maggioranza al partito più votato, consegnando di fatto l'Italia a Berlusconi".