Non si è fatta attendere la risposta della Giovane Italia della Valle dAosta, provocata dall’iniziativa di protesta dei Giovani Comunisti valdostani contro il disegno di legge sulle intercettazioni.
“Chi si definisce Giovane comunista – scrive in una nota Andrea Paron, assessore comunale di Aosta e presidente del movimento giovanile – prima di parlare di libertà di stampa, libertà di pensiero e libertà di espressione, chieda scusa per le misure liberticide portate avanti con grande rigore da tutti i regimi comunisti tra il 1917 e il 1990 e chiarisca la propria posizione in merito alla persecuzione dei dissidenti a Cuba e in Cina. In mancanza di ciò, la recente iniziativa non risulta credibile e una presa in giro di tutti i perseguitati, presenti e passati.