“C’è amarezza per non essere andati al ballottaggio, ma il Pd ha tenuto”. Raimondo Donzel ha sintetizzato così questa lunga giornata vissuta sul filo del rasoio, fino allo spoglio dell’ultima scheda – per soli 229 voti non è stato rimandato tutto al secondo turno – e terminata con l’assegnazione di 15 seggi alla coalizione che oltre alla lista Partito Democratico – Valle d’Aosta Bene comune (3 seggi), comprendeva anche Alpe (5 seggi) e Uvp (7 seggi).
“Il vento del cambiamento in Valle d’Aosta non si è fermato – ha continuato Donzel – anzi si è concretizzato: c’è una coalizione credibile che sta crescendo e che ha ridimensionato l’altra che ha governato male. Grazie al nostro radicamento territoriale torna in consiglio regionale tutta la sinistra valdostana”.
Una conferma per il Pd, che cinque anni fa aveva ottenuto 6.840 voti, pari al 9,31%, rispetto ai 6.401 (8,88%) incassati oggi. “Doveva andare meglio – ha continuato Donzel, che alla vigilia del voto aveva dichiarato di puntare a 4 seggi – ma a freddo sono sicuro che saremo contenti di non essere arretrati”.
Insieme a Donzel, 1.397 preferenze personali per lui, sono stati eletti anche Jean-Pierre Guichardaz (già candidato alle scorse elezioni politiche), 832 voti per lui, e Carmela Fontana (785 voti). Il grande escluso di giornata è Gianni Rigo, sceso dalle 859 preferenze del 2008 alle 381 di oggi.
Guardando al futuro, i vertici del Pd confermano la complessità del quadro politico. “La maggioranza che esce dalle urne e che si trova a governare la Regione è indebolita e senza idee chiare”, ha commentato ancora Donzel. “Sicuramente adesso Union e Stella Alpina dovranno fare i conti con un’opposizione molto più credibile: speriamo che da subito si parta con provvedimenti sul lavoro e sulla riduzione dei costi della politica. Se non verranno fatte queste cose, penso che ci saranno grossi problemi di governabilità in Valle d’Aosta. Da parte nostra – ha concluso – dovremo decidere insieme la strategia di opposizione”.