"La palla ora torna ai datori di lavoro. Noi siamo ancora disponibili ad aprire un tavolo di confronto per arrivare, cosi come successo con il J.B. Festaz, a dei protocolli di intesa per la stabilizzazione dei precari". Cosi Carmela Macheda, segretario regionale della Funzione pubblica Valle d’Aosta dopo la pronuncia della Corte di Giustizia europea sulla vertenza del Maestro della Banda municipale di Aosta, Rocco Papalia. "Un’ordinanza che ricopre un’importanza notevole a livello nazionale" ha esordito nell’illustrare la decisione l’avvocato Federico Mavilla che per la Cgil ha seguito la vicenda. "Un principio di diritto invocabile da tutti i precari" che, secondo i dati del Ministro D’Alia, sono oltre 250mila in Italia. In Valle d’Aosta solo quelli seguiti dalla Cgil funzione pubblica (sanità, pubbliche amministrazioni) sono una sessantina.
Per il Maestro Papalia, assunto per oltre 30 anni dal Comune di Aosta con contratti a tempo determinato il giudice del lavoro, Eugenio Gramola, aveva previsto un risarcimento di oltre 100mila euro. La Cgil era poi tornata a rivolgersi, in attesa della sentenza di secondo grado, al Tribunale di Aosta perché nel frattempo l’amministrazione comunale aveva continuato a far lavorare Papalia per diversi mesi senza contratto. Il sindacato prevedendo la pronuncia negativa della Corte di Appello di Torino, puntualmente arrivata, aveva chiesto a Gramola di rimettere la vertenza ai giudici del Lussemburgo. Questi nei giorni scorsi hanno confermato l’orientamento del Tribunale di Aosta ovvero che il danno per i precari è conseguente e immediato e non va provato, cosi come sentenziato invece in appello. Inoltre la Corte di giustizia europea ha scritto nero su bianco che la legislazione italiana è illegittima e su una seconda vertenza (Carratù), quella di una dipendente di Poste italiane, ha anche aggiunto come la norma di riferimento anche per il pubblico sia la 368/2001 che all’articolo 5 prevede il risarcimento del danno e la trasformazione del contratto.
Sulla questione l’Italia, per evitare sanzioni nella procedura di infrazione da parte della Commissione europea, ha emesso nel frattempo il decreto 101 che prevede per i precari la riserva del 50% dei posti nei concorsi pubblici. "Norma che non tutela i precari – ha ricordato Mavilla – Ad esempio in Valle d’Aosta i concorsi banditi sono di solito per la copertura di un posto quindi non è possibile immaginare riserve."
A dare speranze alle fila dei precari della pubblica amministrazione è arrivata anche la sentenza della Corte di Cassazione del dicembre scorso che conferma l’orientamento della Corte di giustizia europea. "Una sentenza folgorante" la definisce Mavilla. E domani potrebbe aggiungersi un nuovo tassello. La Corte suprema sarà chiamata ad affrontare una vertenza riguardante Poste italiane ma i legali sono pronti a chiedere ai giudici di sospendere il procedimento per rimetttere la questione alle sezioni unite che "potrebbero a questo punto – spiega l’Avvocato della Cgil – dare chiarezza e certezze ai precari".
Nel frattempo per il Maestro Papalia la Cgil auspica da parte del Comune di Aosta la volontà di mettersi intorno ad un tavolo per lavorare a una soluzione. "Il Maestro – spiega ancora Mavilla – si augura di poter mantenere la sua posizione di Direttore della Banda municipale ed è disponibile a confrontarsi anche per rinunciare a una parte o tutta del risarcimento sancito. Dopo 30 anni alla guida della Banda, il Maestro Papalia ha ormai una certa età e se lo lasciano a casa da un giorno all’altro non matura la pensione e non può fare altro perché riciclarsi è pressoché impossibile."