Arriva in Consiglio Valle la norma di attuazione sulle concessioni idroelettriche: ecco cosa prevede

Le concessioni idroelettriche potranno essere affidate anche a società a totale controllo pubblico. La durata delle concessioni sarà di 40 anni, con facoltà di estensione di ulteriori 10 anni. La Regione potrà ritirare quote di energia dai produttori, a vantaggio di servizi pubblici.
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Politica

A lungo attesa, è arrivata mercoledì 30 ottobre da Roma ed è ora pronta per essere analizzata dal Consiglio Valle la norma di attuazione dello Statuto in materia di concessioni idroelettriche. 
Lo schema si compone di quattro articoli. La Valle d’Aosta potrà disciplinare con apposita legge, da approvare entro un anno dal varo del decreto, modalità e procedure di assegnazione delle concessioni e delle subconcessioni di derivazione d’acqua. L’articolato dovrà definire le modalità di assegnazione e la durata delle concessioni, i criteri per la determinazione dei canoni di concessione per l’uso e la valorizzazione dei beni del demanio idrico, ma anche i requisiti finanziari, organizzativi e tecnici degli aspiranti concessionari. Quest’ultimi potranno essere: operatori economici, comprese le società a partecipazione o controllo pubblico anche totalitari, individuati attraverso gare con procedure di evidenza pubblica; a società a capitale misto pubblico-privato, nelle quali il socio privato è scelto con procedure di evidenza pubblica; mediante forme di partenariato pubblico-privato e, a differenza di quanto previsto dallo Stato, a società a totale controllo pubblico, costituite per soddisfare interessi generali connessi alla produzione dell’energia nel territorio regionale, nel rispetto dei principi dell’affidamento in house.

La durata massima delle concessioni sarà di 40 anni, con possibilità estenderla di ulteriori 10 anni, in relazione alla complessità della proposta progettuale presentata e all’importo dell’investimento.

Lo schema prevede, poi, il diritto in capo alla Regione di ritirare quote di energia dai produttori – la fornitura sarà annuale e gratuita -a vantaggio di servizi pubblici sul territorio regionale o di particolari categorie di utenze e il potere di disciplinare, con modalità maggiormente flessibili rispetto a quelle previste dallo Stato i canoni di derivazione, determinati con legge regionale, tenuto conto della potenza nominale media di concessione e della produzione degli impianti. 

Alla scadenza delle concessioni e nei casi di decadenza e rinuncia, qualora non sussistano ragioni di pubblico interesse che impongano l’obbligo di ripristino dei siti da parte del concessionario uscente, le opere di raccolta, di adduzione, di regolazione, le condotte e i canali di scarico in stato di regolare funzionamento passano, senza compenso, in proprietà della Regione. Al concessionario spetterà un indennizzo, nel caso di investimenti compiuti durante il periodo di concessione, purché previsti e autorizzati, pari al valore della parte di bene non ammortizzato. La Regione potrà subentrare nel possesso di ogni altro edificio, macchinario, impianto di utilizzazione, di trasformazione e di distribuzione inerente alla concessione, corrispondendo al concessionario un prezzo uguale al valore calcolato al momento dell’immissione in possesso. In mancanza di accordo la stima dei beni spetterà ad un collegio arbitrale.

In attesa dell’entrata in vigore del decreto, le concessioni in essere restano efficaci per un periodo non superiore ai 15 mesi, per consentire il completamento delle procedure di assegnazione previste dalla legge regionale.

In attesa dell’arrivo della norma di attuazione in Consiglio Valle a muoversi è stato con una lettera al Ministro per gli Affari regionali Calderoli, Angelo Bonelli, deputato e portavoce nazionale di Europa Verde, chiedendo chiarimenti sull’operato del Presidente della Commissione paritetica Stato-Regione Valle d’Aosta e sulle riunioni della Commissione del 30 settembre, 8 ottobre e 14 ottobre 2024.

In particolare Bonelli chiede al Ministro le ragioni di “ben tre convocazioni consecutive della Commissione”, ma anche il perché della mancata consegna dei verbali delle stesse riunioni.

Pronta la norma di attuazione sulle concessioni idroelettriche

2 ottobre 2024

Il progetto di decreto legislativo sulle concessioni idroelettriche è pronto. La Commissione paritetica l’ha approvato nella riunione di lunedì scorso, 30 settembre. A darne notizia in apertura dei lavori del Consiglio regionale è il presidente della Regione Renzo Testolin. “Non volevo bruciare l’interpellanza della consigliera Minelli iscritta all’ordine del giorno, ma ho ritenuto necessario comunicare a tutto il Consiglio che lunedì 30 settembre scorso, il Presidente della Commissione paritetica, il Professor Marini, ci ha avvisato via e-mail che la Commissione paritetica ha approvato lo stesso giorno il progetto di decreto legislativo “Disposizioni di applicazione dello Statuto speciale relative alle concessioni di derivazione delle acque” e ci ha informato che il Ministero provvederà quindi alla trasmissione dello schema al Consiglio regionale per l’approvazione”.

Dopo il via libera del Consiglio Valle, il decreto andrà all’esame del Consiglio dei Ministri.

“Darò alcune informazioni supplementari rispondendo all’interpellanza,   – ha proseguito Testolin – ma l’Assemblea sarà quindi chiamata a pronunciarsi prossimamente sul testo elaborato dalla Commissione, anche a seguito di un lavoro di perfezionamento del testo che ha dato risposta alle prime osservazioni espresse dai ministeri competenti. Sarà quindi possibile avviare i lavori per arrivare alla nuova legge regionale sulle concessioni di derivazione delle acque”.

Le concessioni di grandi derivazioni d’acqua ad uso idroelettrico di cui fruisce attualmente Cva scadranno a breve. Da qui la volontà emersa da alcuni anni di dotare la Valle d’Aosta di competenza a legiferare sulle procedure e modalità di assegnazione delle concessioni. Facoltà che è già stata affidata ad altre regioni a Statuto speciale.

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