Quirinale, sarà il Presidente della Regione il “grande elettore” valdostano

12 Gennaio 2022

Sarà il Presidente della Regione Erik Lavevaz il delegato della Valle d’Aosta all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Il Parlamento in seduta comune è stato convocato nei giorni scorsi dal Presidente della Camera Roberto Fico per lunedì 24 gennaio alle ore 15.

Il “grande elettore” valdostano, proposto dal capogruppo Uv Aurelio Marguerettaz, è stato designato questa mattina con 19 voti, 14 bianche e una nulla (assente Augusto Rollandin). La minoranza aveva annunciato l’astensione, senza proporre un nome alternativo.

“L’istituto della delega ha delle implicazioni e delle responsabilità, non è una questione semplice da prendere. – ha detto in l’aula Erik Lavevaz, rispondendo alle sollecitazioni arrivate dall’opposizione – Siamo in una fase in cui è difficile prospettare cosa accadrà da qui al 24 gennaio. Se sarò io a caricarmi di questa responsabilità mi prendo l’impegno ad un confronto aperto, a distanza, con i capigruppo, durante le procedure di votazione”.

Durante il dibattito in aula il consigliere Mauro Baccega esprimendo “disappunto per le dichiarazioni fatte dal Presidente del Consiglio sul tema che stiamo affrontando” ha difeso la figura di Silvia Berlusconi. “Il Presidente Berlusconi non si è autocandidato né si è candidato: qualora scegliesse di sciogliere le riserve, ne avrebbe tutto il sacrosanto diritto.” Critiche a Bertin sono arrivate anche dal vicecapogruppo della Lega VdA, Stefano Aggravi: “Lei ha espresso opinioni in contrasto con la sua figura istituzionale. L’elezione del Presidente della Repubblica riguarda un ambito istituzionale, non partitico e non di parte, è una procedura neutra che porta a eleggere la figura di un garante”. Erika Guichardaz di Pcp ha ribadito la posizione espressa nei giorni scorsi circa l’opportunità di arrivare ad eleggere una donna a Presidente della Repubblica.

“Da federalista – ha replicato il Presidente del Consiglio, Alberto Bertin -, con le mie dichiarazioni, ho voluto rilevare l’anomalia che la Valle d’Aosta abbia un solo delegato. Mi auguro che questa possa essere in futuro corretta. La candidatura di Berlusconi è legittima, ma io mi auspico che sia eletta una figura che sia in grado di rappresentare la complessità e il pluralismo del sistema. L’imparzialità del Presidente del Consiglio sta nell’applicare rigorosamente il regolamento e le leggi.”

Polemiche sul voto

A mettere in dubbio la votazione la minoranza, con il capogruppo della Lega VdA Andrea Manfrin che riporta in aula una “stranezza”. Undici schede riportavano infatti il solo cognome del presidente della Regione, altre il cognome con la sola iniziale del nome, altre ancora il nome e cognome. Il Carroccio mette, quindi, il dubbio sulla correttezza della votazione. “Siamo di fronte a una maggioranza che non si fida di sé stessa e, supponiamo, che debba verificare con certe modalità la propria coesione interna.”
Accuse respinte dal capogruppo dell’Uv Aurelio Marguerettaz, che invita la Lega Vda ad andare in procura se in possesso di prove sull’ipotizzato controllo del voto. “Qualora non sia fondata questa vostra dichiarazione, che è particolarmente offensiva, vi prego di tacere”.
A chiudere la querelle il Presidente del Consiglio regionale Bertin che conferma la bontà del voto. “Si trattava di una votazione aperta e chiunque poteva esprimere il nome di qualsiasi candidato. Sono particolarmente sensibile e attento a questi aspetti e mai avrei accettato la situazione rappresentata da alcuni Consiglieri in aula.”

Come si elegge il Presidente della Repubblica

La procedura per eleggere il presidente della Repubblica è stabilita dagli articolo 83, 84 e 85 della Costituzione.

Saranno 1.008 o 1.009 i Grandi Elettori riuniti in seduta comune: 321 senatori, 630 deputati e 58 delegati regionali, tre per ogni Regione, ad eccezione della nostra regione che ne ha uno.

 

L’incontro al Quirinale tra il Presidente della Repubblica Mattarella e quello della Regione Valle d’Aosta Lavévaz

L’articolo 84 della Costituzione specifica che può essere eletto ogni cittadino italiano che abbia compiuto 50 anni e goda dei diritti politici e civili.

Nelle prime tre votazioni la maggioranza richiesta per l’elezione è dei due terzi dei componenti dell’Assemblea. Dal quarto scrutinio il quorum si abbassa: per essere eletti basterà la maggioranza assoluta dei componenti dell’Assemblea.

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