Non “una somma di forze politiche” ma “un’unione in un programma che per noi è l’alternativa alle destre e a uno status quo che favorisce le politiche di destra”. Valle d’Aosta Aperta – la coalizione che riunisce Area Democratica-Gauche Autonomiste, Adu Vda e il Movimento 5 Stelle a cui si sono uniti da poco anche Rifondazione Comunista e Risorgimento Socialista – si presenterà con il suo simbolo alle elezioni regionali, alle elezioni del Comune di Aosta e appoggerà le liste civiche “che condivideranno i nostri obiettivi mettendo al centro il lavoro, la sanità e la scuola pubblica, un diverso atteggiamento nei confronti dei cittadini e dell’ambiente”. A spiegarlo, questo pomeriggio durante una conferenza stampa, è Raimondo Donzel di Area Democratica-Gauche Autonomiste.
“Non è stato facile fare sintesi – prosegue – ma ciò che è certo è che l’unità a sinistra si può fare soltanto sui contenuti. Non abbiamo paura del quorum, ciò che ci spaventa è immaginare di andare al governo senza idee come sta succedendo adesso al Partito democratico in Valle d’Aosta. In cinque anni nessuna misura sociale e poi, a ridosso delle elezioni, appelli all’unità contro le destre.”
Nelle prossime settimane, continueranno gli incontri con le forze politiche per discutere sui temi e definire eventuali coalizioni.”Siamo l’alleanza a sinistra più estesa composta da forze che non sono semplici etichette – spiega Alexandre Glarey di Adu Vda-. Il nostro è un progetto aperto, le elezioni saranno a settembre e c’è ancora tempo per confrontarsi e per costruire un progetto ancora più forte basato sulla coerenza”, con i contenuti a fare da “stella polare”. Sul comune di Aosta, “si gioca un partita importante, con il passaggio di Girardini alla destra i numeri sono spietati – aggiunge -. Il richiamo all’unità è importante e in questo caso richiede uno sforzo in più, ma non basta aggregarsi contro qualcosa, bisogna avere dei programmi e dei contenuti e segnare una discontinuità rispetto alle persone ma alle politiche che sono state seguite in questi anni”. E “senza essere subalterni a nessuno”, aggiunge la consigliera regionale Erika Guichardaz.
E se al referendum sul lavoro e la cittadinanza dell’8 e 9 giugno, Valle d’Aosta Aperta appoggia il sì – definendolo un appuntamento “che ci sta molto a cuore perché rimette al centro del dibattito politico la questione del lavoro che in Valle d’Aosta sembra completamente dimenticata”, dice Donzel – diverso è il discorso per il referendum sulla legge elettorale regionale per il ritorno alla preferenza unica. Un’iniziativa che “non ci vede d’accordo – ribadisce Glarey – e soprattutto segna l’isolamento dell’Avs di Riccarand. Quella forza politica è rimasta da sola a sinistra a sostenere questa iniziativa insieme a Fratelli d’Italia e alla Lega. Questo dato politico dovrebbe far riflettere perché è sui contenuti che ci si sceglie e si porta avanti un lavoro comune”. E aggiunge: “Avremmo preferito la doppia preferenza di genere ma le tre preferenze sono comunque un miglioramento della situazione attuale”.
Tra i temi toccati da Valle d’Aosta Aperta c’è anche la sanità. Il 3 giugno, al Salone ducale del Municipio di Aosta, alle 17,30 è in programma un incontro con la senatrice del Movimento 5 Stelle Elisa Pirro per un confronto con i lavoratori del sistema sanitario regionale. “Il servizio sanitario deve rimanere pubblico – dice Patrizia Pradelli del Movimento 5 Stelle -. Chi lavora nel servizio sanitario è abbastanza maltrattato e il modello svizzero sarebbe da copiare ma lungi da questo governo copiare qualcosa di buono da altri regioni o altri stati”.