Non c’è due senza tre: Renzo Testolin è ancora il Presidente della Regione

Dopo due giorni di dibattito Renzo Testolin è stato eletto nel pomeriggio di oggi, giovedì 6 novembre, Presidente della Regione con i 21 voti della neo maggioranza.
Consiglio regionale elezione del presidente della regione giunta regionale testolin
Politica

Sono servite quasi due giornate di lavori e i 21 voti della neo maggioranza (le altre: 5 nulle, 7 bianche, 1 voto per Laurent Viérin e 1 per Marco Carrel) per riportare Renzo Testolin sullo scranno più alto della politica valdostana. Da oggi, giovedì 6 novembre, prende il via il suo terzo governo regionale, il primo sostenuto da Forza Italia.

Il primo risale al dicembre 2019, quando – a seguito delle dimissioni dell’allora presidente Antonio Fosson e degli assessori Borrello e Viérin – assunse il ruolo di Presidente della Regione facente funzione, mantenendo ad interim anche le deleghe a Opere pubbliche, Turismo e Agricoltura, in piena emergenza pandemica, fino al termine della legislatura.

Alle elezioni dell’ottobre 2020, Testolin fu il più votato tra tutti i candidati, ma gli strascichi delle inchieste giudiziarie spinsero l’Union Valdôtaine a preferire per la guida della Regione Erik Lavevaz.

Nel marzo 2023, il secondo incarico: Testolin torna presidente, prendendo il testimone da Lavevaz per guidare la Regione fino a fine legislatura.

Il 28 settembre 2025, alle elezioni regionali, è di nuovo il più votato: 3.808 preferenze personali e il primo tra i 35 eletti in Consiglio Valle. L’unico ostacolo sulla strada della presidenza è rappresentato dal dibattito sul limite dei mandati, che viene risolto a suo favore da un parere richiesto agli uffici del Consiglio Valle.

Testolin e Aggravi
Testolin e Aggravi

Il nodo dei mandati: opposizione sul piede di guerra

Non tutti però sono d’accordo. La minoranza non ha considerato risolutivo il parere del professor Nicola Lupo, incaricato di fornire una consulenza legale sull’ammissibilità della terza presidenza Testolin. Da qui, la richiesta formale ieri di una condizione pregiudiziale sospensiva, avanzata dal consigliere Alberto Zucchi (Fratelli d’Italia), per bloccare temporaneamente la trattazione del punto all’ordine del giorno relativo all’elezione del presidente della Regione.

“Di fronte alla proposta del consigliere Marguerettaz che indicava Testolin come presidente – ha detto Zucchi in aula – poniamo questa condizione non per entrare nel merito del dibattito legislativo sulla legge 21 del 2006, ma per chiedere una presa di posizione chiara da parte dell’Ufficio legislativo del Consiglio Valle. Abbiamo visto tre pareri diversi. Chiediamo ufficialmente che l’Ufficio, rappresentato dalla dottoressa Perrin, ci dica cosa ne pensa del parere di Lupo e degli altri. Non è accettabile che gli uffici si limitino a prenderne atto: sarebbe un precedente pericoloso”. A sostenere le ragioni della sospensiva anche Chiara Minelli di Avs e Andrea Manfrin della Lega Vda.

A respingere la richiesta di Zucchi  – poi bocciata dai 21 consiglieri di maggioranza – è stato il neo presidente del Consiglio Valle, Stefano Aggravi, che ha chiarito la natura della procedura in corso: “Si chiede un ‘visto di legittimità’ agli uffici, che non compete loro. La procedura che stiamo portando avanti non prevede un’istruttoria sulla candidabilità del soggetto. Ho citato compiutamente il comma 1 del regolamento, perché lì si parla di progetti di legge, regolamenti. L’elezione del presidente, invece, è un atto politico.”

Opportunità o opportunismo politico?

“La maggioranza dello yogurt” (Chiara Minelli), “la giunta della subordinazione” (Fulvio Centoz): sono solo alcune delle definizioni affibbiate all’accordo siglato tra l’Union Valdôtaine e Forza Italia, alla base della nuova maggioranza di centrodestra in Consiglio Valle.

“Dietro parole come dialogo istituzionale e collaborazione con Roma si nasconde una verità semplice: la Valle d’Aosta non parla più con lo Stato da pari a pari, ma per interposta persona” attacca Centoz.

Calca la mano la collega Clotilde Forcellati: “Il documento firmato da UV e Forza Italia è un libro dei sogni, pieno di buone intenzioni già sentite e con scadenza fissata a marzo 2027. Cosa accadrà se entro quella data non sarà stato realizzato nulla? Questa non è stabilità: è opportunismo politico.”

Dai banchi della destra, Alberto Zucchi (FdI) e Andrea Manfrin (Lega) ricordano che Forza Italia rappresenta solo una delle forze di governo a livello nazionale: “Il Governo ha una logica collegiale su dossier come zona franca, rappresentanza europea e concessioni idroelettriche. Nessun partito, da solo, può garantire il rapporto con Roma”, afferma Zucchi.

Manfrin rincara: “Molti dei temi affrontati nel documento non rientrano nelle competenze ministeriali di Forza Italia. Nessuno può parlare a nome della Lega. I dossier che ci competono saranno affrontati direttamente con noi, non per intermediazione di chi, fino a poche settimane fa, si riempiva la bocca con “centrodestra” e oggi lo rinnega”.

Respinge le critiche il candidato presidente della Regione Testolin: “L’autonomismo, all’interno di questa proposta, rappresenta 18/21esimi della coalizione: un dato tutt’altro che trascurabile. Si tratta di una base solida, composta da persone che condividono una visione chiara del lavoro da svolgere, arricchita da una componente che per noi rappresenta un’opportunità, non un’opportunismo: l’opportunità di affrontare e risolvere questioni ancora aperte, che attendono una risposta definitiva”.

Durante il lungo dibattito — che ha occupato tutta la prima giornata e buona parte della mattinata successiva — sono emerse anche richieste trasversali per la riforma elettorale.

Massimo Lattanzi (FdI): “Auspico che il Consiglio approvi una riforma elettorale che consenta ai cittadini di sapere in anticipo chi sarà il Presidente. Serve trasparenza e credibilità”. Corrado Bellora (Lega): “Oggi il voto degli elettori vale come una cambiale in bianco ogni cinque anni”. Eugenio Torrione (Avs): “La legge attuale non è né democratica né rispettosa degli elettori. Alimenta la disaffezione politica e va cambiata”.

Alle critiche replica il capogruppo UV, Aurelio Marguerettaz: “Il nostro sistema elettorale è democratico. Queste elezioni hanno prodotto un risultato straordinario: una maggioranza autonomista, in una Regione oggi rosso-nera, che vuole governare dialogando. L’accordo con Forza Italia è una base utile per aprire un confronto con le forze nazionali, ma non deve essere un recinto: apprezzo le aperture di Fratelli d’Italia e lavoreremo per coinvolgere tutte le forze animate da buona volontà”.

Chiara Minelli torna invece sull’aumento del numero degli Assessorati, “frutto di esigenze di spartizione delle poltrone”, e su un programma «dallo scarso valore contenutistico”, su cui esprime contrarietà in particolare per i passaggi su ambiente, trasporti, energia e povertà.

Dai banchi della maggioranza, Pierluigi Marquis (FI) parla di una “svolta storica per la Valle d’Aosta. Per la prima volta l’Union Valdôtaine si allea organicamente con una forza di centrodestra. Lo abbiamo fatto per responsabilità. Avremmo voluto un governo pienamente di centrodestra, ma non c’erano le condizioni.”

Corrado Jordan è l’unica voce in casa Uv ad esprimere dubbi sulla nuova maggioranza con Forza Italia: “L’allargamento però non poggia su questioni identitarie e valoriali ma su obiettivi da raggiungere con il governo romano. Per questo do fiducia al presidente Testoline. Alla fine faremo un bilancio di questo accordo”.

Il dibattito è anche l’occasione per il primo intervento del più giovane consigliere e futuro Assessore, Leonardo Lotto: “Il rientro dei cervelli e il supporto psicologico ai giovani sono tra le mie priorità. Apprezzo l’affermazione della minoranza di voler fare un’opposizione attenta e mai pregiudiziale e spero che sarà al nostro fianco quando presenteremo dei progetti finalizzati a migliorare il benessere dei valdostani.”

Toccante l’intervento di Marco Sorbara (FI), tornato in Consiglio dopo oltre sei anni: “Oggi, dopo sei anni e sette mesi, rientro in quest’Aula, cuore della nostra democrazia valdostana. In questo tempo mi è stato tolto tutto: libertà, ruolo, dignità, fiducia. Un’ingiustizia mi ha attraversato l’anima, ma non ha piegato il mio spirito. Questa non è una vittoria personale, ma la testimonianza che la giustizia, quando arriva, restituisce dignità a una comunità intera.”

Il profilo di Testolin

Renzo Testolin
Renzo Testolin

Renzo Testolin, 58 anni, è consulente finanziario in un istituto di credito. Originario di Aymavilles, dove ha ricoperto i ruoli di consigliere comunale (1995-2000), assessore (2000-2005) e vicesindaco (2005-2010), è stato anche assessore della Comunità montana Grand-Paradis.

È entrato in Consiglio Valle nel 2013, eletto con l’Union Valdôtaine. In Regione ha ricoperto i ruoli di assessore all’Agricoltura, quindi al Bilancio e alle Partecipate, prima di assumere per tre volte la guida del governo regionale.

Una risposta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito è protetto da reCAPTCHA e si applicano le norme sulla privacy e i termini di servizio di Google. e Termini di servizio fare domanda a.

Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte