No ai trattamenti a caldo e rivedere, entro 30 giorni, alla luce della sentenza della Consulta, la legge regionale sui rifiuti. Erano le richieste contenute nella mozione, respinta con 16 voti a favore e 18 contrari, della minoranza che ha aperto i lavori della seconda giornata di adunanza del Consiglio regionale.
“Dovete dirci oggi una volta per tutte che intenzione avete sui rifiuti” sbotta dai banchi della minoranza Fabrizio Roscio. “Il modo migliore per dare delle risposte è andare a confrontarsi e poi ci mettiamo d’accordo su come risolvere il problema dal punto di vista legislativo. Vorrei che ci fosse una presa di posizione chiara circa la volontà della maggioranza regionale di rispettare la volontà popolare. “
Nel confermare il rispetto del referendum, l’Assessore regionale all’Ambiente, Luca Bianchi ha bocciato la mozione spiegando come “L’impegno richiesto non è concretizzabile nel senso prospettato dalla mozione e cioè di escludere nella maniera più assoluta la possibilità di smaltire i rifiuti mediante trattamenti a caldo vista la chiara indicazione espressa dal pronunciamento della Consulta”.
E entrando sulla richiesta esplicitata nella mozione: “E’ utopia e non può neanche essere una battaglia di ideali o di essere illuminati come qualcuno ha dichiarato in consiglio…….. oggi “ escludere nella maniera più assoluta la possibilità di smaltire i rifiuti mediante trattamento a caldo” e ripeto per esteso quello che voi scrivete nella mozione. Se si decide per un impianto di trattamento a freddo necessariamente il trattamento a caldo, perlomeno di una parte dei rifiuti, sarà altrove, da un’altra parte, e avrà un certo costo, questo lo dobbiamo sottolineare per onestà intellettuale.”
Dichiarazioni dell’Assessore che fanno infuriare il capogruppo Pd-Sinistra Vda, Raimondo Donzel: “Sono sotto shock fra tutte le risposte che potevano arrivare è arrivata la peggiore. Le chiediamo di essere autonomisti di far valere sullo Stato le ragioni dei valdostani, come hanno fatto altre regioni anche non speciali che si sono confrontate.”
Salto indietro di un anno da parte del Capogruppo Uv, Ego Perron: “La Regione doveva chiudere il ciclo rifiuti nel proprio territorio, evitando il trasferimento di rifiuti in altre regioni. Noi eravamo andati in questa direzione. Rifiutiamo tutta una serie di accuse. La nostra scelta era all’avanguardia e rispettosa delle tradizioni della Valle d’Aosta”.
A sostenere la posizione dell’Assessore è stato poi il Presidente Augusto Rolandin: “L’assessore ha riferito correttamente quello che è l’interpretazione di lettura della sentenza. Il discorso rifiuti zero non è automatico ammesso che sia possibile. Oggi rimane una parte importante di rifiuti che va trattata e che deve essere portata fuori valle dove viene bruciata. Non vogliamo prendere in giro nessuno ma dirci come ne usciamo da questa situazione. Portare fuori i rifiuti oggi non è la soluzione perché si spende di più e i cittadini devono saperlo. Rispettiamo il referendum ma l’altra nostra preoccupazione è di non dover caricare troppo le tasse sui cittadini. “ Il Presidente ha quindi annunciato che a breve verrà portata in Commissione la proposta della maggioranza sulla gestione dei rifiuti.
Fuoco di fila della minoranza che ha provato a leggere fra le righe delle dichiarazioni di Rollandin. “Non è che state provando a lanciare una ciambella di salvataggio verso Telcha e l’investimento fallimentare andando a riconvertire l’impianto” si domanda Elso Gerandin, più esplicito Albert Chatrian di Alpe: “Il capo ha deciso di riaprire la possibilità d’incenerire rifiuti in Valle".