“C’era un vuoto normativo, con questa legge andiamo a dire concretamente cosa vogliamo fare”. Così Luca Bianchi, Assessore regionale all’Ambiente nel presentare all’Assemblea dei sindaci il piano regionale rifiuti. Il documento, approvato dal Cpel con la sola astensione dei comuni di Gignod, Chatillon, Torgnon e Champorcher, andrà ora all’approvazione la prossima settimana del Consiglio regionale.
Composto da cinque articoli, il disegno di legge riguarda sia la pianificazione dei rifiuti urbani che di quelli speciali. Inoltre il piano è integrato dalla bonifica dei siti contaminati e amianto e dal programma regionale di riduzione dei rifiuti.
“Questo è un piano rifiuti che detta una linea chiara, il trattamento a freddo, ma allo stesso tempo cerca di far diventare virtuosa la regione dal punto di vista della differenziata” ha spiegato Bianchi.
Il territorio regionale è stato diviso in cinque SubAto: Aosta, Grand Combin e Monte Emilius, Evancon e Monte Cervino, Walser e Mont Rose, Valdigne e Grand Paradis.
“Il piano dà delle indicazioni di massima sulla tipologia di raccolta – porta a porta e raccolta dell’umido – ma lascia poi a ciascun territorio la libertà di decidere tenendo conto dei forti investimenti già fatti da alcune realtà come per i seminterrati”.
Il tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi – che sarà di "importi superiori ai minimi di legge" – viene proporzionato dal 1° gennaio 2017 al raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata. In particolare fino al 55% di differenziata i SubAto pagheranno 30 euro ogni tonnellata di rifiuti indifferenziati, sopra il 55% e fino al 65% 20 euro, sopra il 65% 10,33 euro a tonnellata. “Il discorso a fasce è legato alla necessità di incentivare le singole realtà a raggiungere l’obiettivo di legge ma diamo comunque a tutti ancora un anno di tempo per arrivare al 65%”.
Durante la presentazione l’Assessore ha poi annunciato la volontà di sperimentare nel comune di Cogne una compostiera ad uso degli alberghi.
“Abbiamo cercato di fare una sperimentazione a Cogne – ha spiegato Ines Mancuso – trasformando un iter di natura ordinaria in sperimentale, il problema più grosso è che noi vorremmo evitare il nascere in maniera esasperata di questi impianti senza avere certezza che il prodotto finale che esce dal compostaggio sia coerente con le norme di legge che definiscono in modo puntuale la qualità di ciò che viene sparso per uso agricolo.".