"Pur ritenendo, in virtù della nostra anima federalista, più sostanziali le ragioni del No che del Sì, sottolineando l'importanza di andare a votare, lasciamo liberi i nostri iscritti di esprimere la loro preferenza di voto secondo le proprie convinzioni". Così il Direttivo Confederale del Savt che si è riunito questa mattina per approfondire il testo della riforma costituzionale che sarà sottoposto a referendum il prossimo 4 dicembre.
"La riforma elimina la “legislazione concorrente” tra Stato e Regioni, questo vuol dire un grave stop alla riforma federalista del 2001. Il Governo si riprende gran parte delle competenze delle regioni a statuto ordinario; ma cosa più grave la riforma enfatizza “la clausola di supremazia” con la quale il Parlamento nazionale potrà sostituirsi alle Regioni “quando lo richieda la tutela dell'unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell'interesse nazionale” sottolinea il Savt.
"La nostra Regione, almeno per ora, come le altre regioni a “Statuto Speciale”, non è toccata dalla riforma proposta. La norma transitoria prevista all'articolo 39, comma 13 stabilisce che: “le disposizioni… non si applicano alle Regioni a statuto speciale…. fino alla revisione dei rispettivi statuti sulla base di intese con le medesime Regioni…” La domanda che ci poniamo è: fino a quando? – si chiede ancora il sindacato – Visti i pensieri e le proposte di noti esponenti di tutti i partiti nazionali sulla creazione di macroregioni, accorpamenti e riduzioni cospicui dei bilanci delle regioni a statuto speciale, c'è d'aver poca fiducia sul mantenimento dei patti sottoscritti a difesa delle nostre autonomie".