Riforma enti locali, arriva la proposta di legge Uvp. “Un primo punto di partenza”

La proposta individua tre ambiti ottimali per l’esercizio delle funzioni e dei servizi. Il Cpel, il Comune di Aosta e la Regione, les communautés des communes e un ambito sovracomunale di piccole dimensioni.
Da sx Gerandin, Bertschy, Viérin
Politica

“E’ il primo punto fermo messo per iscritto”. Cosi Elso Gerandin presenta la proposta di legge di riforma degli enti locali depositata giovedì scorso dall’Uvp. Un testo corposo – 53 articoli suddivisi in 5 titoli – che in parte ricalca la proposta già depositata nella precedente legislatura dai progressisti.

“I punti forti di questa riforma  – sottolinea Gerandin – sono essenzialmente tre: è assolutamente in linea con le linee guida che gli amministratori locali hanno dettato con il documento del Celva, in secondo luogo, mentre tutti parlano, noi andiamo a riorganizzare la gestione associata negli enti locali garantendo l’occupazione attuale e con delle prospettive di risparmio immediato e di prospettiva, con il discorso dei costi standard. Ultimo pensiamo che sia una riforma valdostana che difende la valdostanità dei comuni, i nostri piccoli comuni che sono, come ha sottolineato Chanoux, la prima difesa dell’autonomia della Valle d’Aosta”.

La proposta individua tre ambiti ottimali per l’esercizio delle funzioni e dei servizi. In particolare affida alcune funzioni al Cpel (formazione, consulenze legali, modulistica, gestione del personale e riscossione forzata), altre al Comune di Aosta (Piano di zona, sportello sociale, servizio migranti, distribuzione gas metano, servizi cimiteriali di interesse regionale) e alla Regione (procedimenti disciplinari, comitato unico di garanzia del comparto unico, difensore civico, concorsi, espropriazioni per opere e interventi di interesse generale).
Spariscono le comunità montane che verranno messe in liquidazione e al loro posto arrivano les Communautés des Communes, con un ambito di intervento fra comuni contigui con una popolazione complessiva superiore ai 10mila abitanti. A questi nuovi organismi vengono delegate le funzioni di sportello unico degli enti locali, servizi alla persona, servizi connessi al ciclo dell’acqua, al ciclo rifiuti, alla riscossione delle entrate, ma anche alla centrale unica di committenza per forniture, servizi e lavori. Les Communautés avranno un consiglio dei sindaci e un presidente i quali però non riceveranno alcuna indennità.
Infine altre funzioni dovranno essere svolte in ambito sovracomunale di piccole dimensioni con la stipula di convenzioni fra comuni (almeno 3 comuni o il raggiungimento di un ambito demografico pari ad almeno 3000 abitanti). Ai comuni convenzionati sono affidate funzioni di ragioneria e contabilità, ufficio tributi, ufficio tecnico, di polizia locale, segretario comunale e biblioteca.

La proposta redatta dall’Uvp fa riferimento poi anche alla fusione dei comuni. “Questa – spiega Gerandin – deve derivare da un atto dei consigli comunali degli enti locali interessati e dopo un passaggio in Regione deve essere successivamente sottomessa, con un referendum, al parere dei cittadini dei comuni  coinvolti.” Un lungo lavoro quello dell’Uvp che ora verrà discusso in I Commissione consiliare. “Pensiamo – conclude l’ex Presidente del Cpel – che la riforma degli enti locali debba avere una larga condivisione. La nostra proposta verrà messa a disposizione anche degli amministratori locali, dei segretari, dei dirigenti, dei sindacati e di tutti quelli che avranno la volontà di confrontarsi”.
 

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