Riforme costituzionali, la minoranza si tira fuori dalla Commissione speciale. Restano presidente

La richiesta arrivata dai banchi dell'opposizione era di posticipare di due mesi, al dopo referendum, l’attivazione della Commissione speciale per le riforme istituzionali.
Claudio Restano - Valpelline
Politica

Dopo il rinvio del mese di luglio la maggioranza trova la quadra sulla Commissione speciale per le riforme istituzionali eleggendo Claudio Restano alla Presidenza. La minoranza, dopo l'Ufficio di Presidenza, si tira fuori anche dal nuovo organismo. La richiesta arrivata dai banchi dell'opposizione era di posticipare di due mesi, al dopo referendum, l’attivazione della Commissione speciale per le riforme istituzionali. “Una commissione speciale in questo momento ha tutta una serie di limiti visto che il risultato elettorale potrebbe cambiare a fine novembre” dice Alberto Bertin di Alpe. “E’ sufficiente dare questa competenza alla prima commissione, risparmieremmo e faremmo una bella figura” aggiunge Elso Gerandin del gruppo Misto ricordando come la presidenza valga circa 500 euro netti mensili oltre a incidere sugli equilibri all’interno della nuova maggioranza. Sulla stessa linea il M5S che con Roberto Cognetta dice “aspettiamo l’esito del referendum per dire cosa faremo”. 

Tira dritto la maggioranza. “Indipendentemente dal risultato del referendum la necessità di fare una riflessione sullo statuto c’è” sottolinea il capogruppo Uv, Joel Farcoz. “Questa prima fase è completamente dedicata per capire quale sarà lo strumento migliore per coinvolgere le persone” gli fa eco Luigi Bertschy di Uvp. “Proprio perché ci dite che siamo già in ritardo noi riteniamo di dover subito partire e lavorare con la collaborazione di tutti” chiude la  discussione il Presidente della Regione, Augusto Rollandin “La revisione dello statuto ha fatto oggetto di commissioni che hanno lavorato lasciando risoluzioni che a mio avviso bisogna riconsiderare, tenendo conto che nel mentre sono cambiate diverse cose come la messa in discussione del federalismo”.

Oltre a Restano – a cui mancano due voti della maggioranza –  della commissione fanno parte Nello Fabbri, Jean-Pierre Guichardaz, Marco Viérin, David Follien.

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