Scuola, varata la riforma. Il Governo apre su nuove assunzioni e nuove risorse per l’informatica

La "pax Augustea" viene sancita con l'approvazione all'unanimità di due ordini del giorno. Ritirati gli 896 emendamenti presentati dal consigliere Roberto Cognetta.
Politica

Sulla riforma della scuola –  "la nostra scuola", come l’ha definita l’Assessore regionale all’Istruzione Emily Rini –  dopo un lungo confronto, maggioranza e minoranza trovano un accordo che permette al provvedimento nella serata di oggi di vedere ufficialmente la luce. 

Gli 896 emendamenti presentati dal Consigliere del M5S, Roberto Cognetta, nell’ottica di far slittare l’approvazione, vengono ritirati. La "pax Augustea" viene sancita con l’approvazione all’unanimità di due ordini del giorno, Il primo, presentato da Cognetta insieme al gruppo Alpe e a Gerandin, impegna il governo a garantire "il confronto e il coinvolgimento degli attori interessati" durante l’"iter di formazione dei provvedimenti amministrativi e legislativi". L’altro ordine del giorno, presentato da Rini con tutti i capigruppo, impegna la Giunta a valutare con i sindacati nel prossimo autunno la definizione di un piano di assunzioni e la possibilità di introdurre nuove risorse, dal 2017-2018, per le competenze informatiche delle scuole superiori oltre a concordare, entro il prossimo autunno, con l’Università della Valle d’Aosta l’attivazione di un tirocinio formativo attivo (Tfa) sul sostegno a condizioni favorevoli per dare risposte sul piano occupazionale ai docenti. 

La riforma della scuola, approvata con 26 sì della maggioranza, un contrario (M5S) e 6 astensioni (Alpe e Gruppo Misto), debutterà con il prossimo anno scolastico. Tra gli elementi del Dl più volte sottolineati dai banchi della maggioranza la decisione a livello locale di mantenere il sistema attuale di reclutamento dei docenti senza introdurre, come fatto a livello nazionale, le chiamate dirette discrezionali da parte dei dirigenti scolastici. "Oggi si scrive una pagina importante per la scuola nel suo complesso; in quest’aula si è esercitato un bell’esempio di lavoro di sintesi, di collaborazione. Abbiamo inserito la sperimentazione come elemento essenziale degli adattamenti: ciò significa gradualità e monitoraggio" ha salutato in aula Rini il varo della riforma.

"Dopo il confronto di oggi vi sono state delle aperture politiche che vanno a migliorare il testo  – ha sottolineato il consigliere di Alpe, Fabrizio Roscio – La nostra posizione vuole essere un’apertura di credito per quello che è stato detto oggi su alcuni aspetti che noi riteniamo importanti e che seguiremo nella loro evoluzione". Sulla stessa linea il consigliere Elso Gerandin che promette di seguire con attenzione "l’evoluzione. Accolgo con piacere la mediazione non solo sul metodo ma anche nel merito".

La riforma regionale della scuola introduce i piani per l’offerta formativa triennali e non più annuali “per garantire stabilità e programmazione”, la valutazione del sistema scolastico, già avviato nell’ultimo anno scolastico. Toccherà in particolare al Sovrintendente agli studi valutare i dirigenti scolastici con tanto di premio di risultato mentre per il personale a tempo indeterminato sarà il dirigente dell’istituzione a assegnare ai docenti una somma del fondo per la valorizzazione del merito che il provvedimento istituisce.

La formazione degli insegnanti torna poi a essere obbligatoria con la previsione di uno stanziamento annuale di 300mila euro.
Per quanto riguarda l’organico regionale, la riforma prevede l’aumento di 36 cattedre sulle superiori per il potenziamento dell’offerta formativa linguistica, scientifica e informatica mentre sulle scuole medie, come già annunciato nei mesi scorsi dai sindacati, si perderanno dei posti per la riduzione del numero di ore di tecnologia. Qui i moduli di lezione frontale passeranno da 14 a 16 rispetto ai 18 previsti a livello nazionale “per continuare a garantire le attività extra-curriculari”.

Il provvedimento stanzia 6,7 milioni di euro per il triennio di cui 1,8 milioni per il 2016, 2,2 per il 2017 e 2,6 per il 2018, a cui si aggiungono 10 milioni di euro reperiti da fondi nazionali.

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