“Non è una ‘crociata’ contro qualcuno, ma una scelta per salvaguardare l’incolumità delle persone”. Così Stefano Aggravi, consigliere regionale in quota Lega ed ex Assessore alle Finanze, replica al Presidente del Ccs Cogne Giorgio Giovinazzo riguardo la decisione dell’Amministrazione di sgomberare la sede storica del circolo in corso Battaglione, ad Aosta.
Il gioco delle perizie
Aggravi ricostruisce la questione delle perizie volute dalla Regione: “C’era una perizia fatta da Pariset nel marzo 2016 – spiega – nella quale effettivamente le porzioni coinvolti si riferivano alla parte sinistra, l’area regionale dove c’erano i vecchi uffici della Prefettura sgomberati e quella dove ci sono oggi le associazioni. Le conclusioni dello studio sono ‘pesanti’, e dispongono lo sgombero dei vecchi uffici Cogne”.
Nel “gioco delle perizie”, però, manca un tassello: “Serve una perizia complessiva – spiega ancora Aggravi – per avere una risposta definitiva sullo ‘stato dell’arte’ dell’edificio, non è possibile che la parte sinistra sia pericolante e quella destra non abbia niente. Per questo avevo fatto un sopralluogo e abbiamo preferito puntare sull’incolumità persone. Una decisione non semplice perché ci sono tante attività e tante persone coinvolte”.
Uno sgombero necessario
Sullo sgombero Aggravi si sofferma, forte del fatto che la linea dell’Assessore Testolin, che l’ha sostituito alle Finanze, sia la stessa decisa allora: “L’Assessorato alle Opere pubbliche ha sottolineato in più occasioni che i lavori di messa in sicurezza non sono di poca entità, soprattutto su una serie di solai e nella parte sottostante del palazzo e sui pilastri che hanno subito un carotaggio che ora li rende totalmente fuori norma”.
Non quindi i pochi interventi di cui parlava il Presidente Ccs Giovinazzo? “Andare a dire che bastano pochi interventi – prosegue Aggravi – non è corretto. È vero che ci sono due perizie di tenore diverso, ma l’Ente regionale ne ha una che dà delle conclusioni importanti. Una definitiva può sgomberare il campo, ma pensare che basti qualche piccolo intervento non possibile. Io invito tutti ad andare a vedere di persona”.
Una nuova sede
Aggravi spiega poi il piano che aveva quand’era sui banchi della maggioranza per mantenere le attività del Ccs e delle associazioni: “Con loro abbiamo iniziato un percorso per riqualificare la palazzina di via colonnello Alessi, riorganizzando il Centro impiego nell’ex Palazzo Littorio di piazza della Repubblica, e avevamo avviato tavolo con il Comune di Aosta che è proprietario, e che era ben disponibile. Per le associazioni +più legate all’ambito militare abbiamo chiesto all’Associazione nazionale alpini di ospitarle a villa Brezzi. Hanno detto che non potevano, ma sinceramente penso che con un po’ di contrattazione si sarebbe trovato spazio per tutti”.
Il bando di gestione
Se Giovinazzo ha dichiarato che le manifestazioni di interesse da parte del Ccs per la gestione dell’immobile sono state ignorate, Aggravi la vede invece diversamente: “Capisco il Presidente del Ccs – spiega –, che ha ricordato l’interessamento verso la struttura. Quando lui parla di manifestazione di interesse ci rifacciamo però ad un’indagine di mercato dell’allora Assessore Chatrian in cui gli attuali gestori si dicevano disponibili a fare dei lavori attraverso la concessione. La procedura corretta però è quella del bando vero e proprio, noi lo pensavamo addirittura su scala europea, in cui chiedevamo come si fosse intenzionati ad investire sul palazzo”.
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La sala da ballo del Ccs è unica e bellissima e ce la invidiano tutti i ballerini italiani e stranieri che vengono qui. Poi c’è la sala danza che ha visto migliaia di bimbi e giovani fare danza classica. In valle si preservano ruderi ed edifici ben più malmessi, si sprecano denari in cattedrali nel deserto, senza un ritorno di utenti come quello del Cral Cogne. Possibile che non si possa investire su una realtà storicamente rilevante, con una valenza importante per il tessuto sociale e ubicata in una zona facilmente raggiungibile? Evidentemente i politici non frequentano i luoghi dove va la gente comune!