Stop al pagamento dell’Iva per il rimpatrio dalla Germania delle salme dei caduti in guerra. A chiederlo è il senatore valdostano Albert Làniece, Vicepresidente del Gruppo Per le Autonomie, in un’interrogazione.
Nell’iniziativa il senatore sollecita inoltre il Governo a risolvere la problematica dei diritti applicati dai comuni tedeschi in occasione della riesumazione delle salme dei soldati Italiani sepolti nei cimiteri Militari Italiani d’Onore.
"Le famiglie dei nostri militari, che morirono per il loro pensiero, la loro religione e il loro "no" alla richiesta di combattere a fianco dei nazi-fascisti, ora si vedono costrette, beffardamente, a sborsare una cospicua somma di denaro per ottenere le spoglie dei propri cari", lamenta il senatore. "La Germania, per la riesumazione per il rimpatrio dei nostri Caduti sepolti nei cimiteri Militari Italiani d’onore, applica una tassa cimiteriale particolarmente gravosa ed il costo complessivo per il rimpatrio dei resti mortali di un Militare è considerevole e comprensivo dell’Iva al 19%", spiega Lanièce.
Il numero dei militari italiani deportati e morti nei campi di concentramento nazisti ammontano a circa 16079. Negli anni ’50 il Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in Guerra del Ministero della Difesa riuscì a rintracciare le spoglie degli italiani sepolti in Germania, facendole traslare nei cimiteri militari italiani d’onore. Nel 1999, grazie alla legge n. 204/1951 fu possibile il rientro in Italia dei resti dei Caduti sepolti nei cimiteri militari italiani d’onore.