Si è chiuso con una bella "ramanzina", almeno per il momento, il processo ai tre unionisti – Caveri, Viérin, e Rosset (assente Fosson, impegnato a Roma) – rei di aver diffuso agli organi di stampa una lettera di solidarietà a Gerandin e di accusa verso i vertici del Mouvement. Nel pomeriggio di oggi i tre sono stati ascoltati in Avenue des Maquisards, in seno al Comité Fédéral. Un lungo "faccia a faccia", quello che si è consumato all’interno della sede dell’Uv, nel corso del quale ai tre è stata rimproverata la scelta di pubblicizzare la lettera piuttosto che farla recapitare nelle sedi opportune. Il confronto è poi passato sui contenuti: la mancanza di dialogo e condivisione all’interno del Leone Rampante. Ma, anche qui, da parte degli stati generali dell’Uv si è ribadito come le sedi per parlare e per confrontarsi esistono.
“Per quanto mi riguarda – ha spiegato Luciano Caveri dopo la riunione – ho voluto ribadire che non si può trasformare la nostra lettera, con la quale è stata espressa una precisa posizione riguardo alla questione degli enti locali, in un capro espiatorio per la sconfitta di domenica scorsa in occasione del referendum”. Secondo l’ex presidente della Giunta, in ogni caso, “non è andato in scena un processo” e quindi “la tanto attesa sanzione non c’è stata”. Tutto risolto, quindi? “Diciamo che si è trattato di un primo match – ha concluso Caveri – di un confronto che proseguirà anche in futuro”.
Un nulla di fatto, quindi, per chi ai margini del Mouvement si aspettava di vedere cambiare le carte in tavola per le prossime regionali. La resa dei conti è rimandata, ma solo di poche ore. La riunione dei sindaci, in corso, e l’assemblea di domani del Celva, per i più informati, saranno i veri campi di battaglia dove si giocherà la tenuta del Mouvement.