Non ci sono soluzioni miracolose e non può, chi ha 'affondato' il Casinò, ergersi ora a salvatore. In poche parole: un nuovo piano di ristrutturazione serio ed una nuova governance.
È quanto chiedono, in due comunicati stampa separati, da un lato Uvp, Pnv e Leonardo La Torre e dall'altra Stella Alpina dopo un lungo e serrato confronto pomeridiano in piazza Deffeyes. L'attacco è indirizzato all'Union Valdôtaine – mai nominata – che ancora una volta si trova all'angolo, mentre la situazione generale rimane nello stallo più assoluto.
Insomma, chi si aspettava un annuncio di spaccatura, dopo questo pomeriggio, rimarrà deluso anche se le parti non potrebbero essere più distanti dal condividere una soluzione per la Casa da gioco.
Uvp, Pnv e La Torre: “Qualcuno ha barato sul percorso per far uscire il Casinò dalla crisi”
Duro il commento dei Progressisti, con la sponda degli 'esuli' Uv Fosson, Restano e La Torre: “In questi giorni 'qualcuno' – scrivono – ha barato sul progetto per far uscire dalla crisi il Casinò di Saint-Vincent. E quel 'qualcuno' ha barato sapendo di barare, proponendo un percorso tecnico-amministrativo non percorribile, o meglio, percorribile solo politicamente, per dimostrare, ancora una volta, che solo l'uomo forte, autoritario e imbattibile ha la soluzione giusta per risolvere la gravissima crisi che ha colpito l'azienda. Crisi che è in atto peraltro a causa dei suoi errori”.
In poche parole “Agli occhi dei dipendenti il 'bravo' politico è colui che vuole mettere 43 milioni di euro per il Casinò e il 'cattivo' politico è colui che, pur volendo aiutare finanziariamente l'azienda, sa che non è possibile né legittimo farlo, se non dopo aver approvato un progetto urgente di ristrutturazione. I risultati di questo agire politico sulla questione Casinò di Saint-Vincent, reiterato nel tempo e nei modi, purtroppo sono oggi tristemente evidenti a tutti i Valdostani”.
“La via della ristrutturazione è ardua e irta di insidie e di sacrifici – prosegue la nota – ma è l'unica via per mantenere i livelli di occupazione nell’azienda. È il progetto che noi porteremo avanti nei prossimi giorni, affidandolo, in brevissimo tempo, ad una nuova governance”.
Stella Alpina chiede serietà
L'Edelweiss parte invece dagli esuberi: “Un piano, che contempla una riduzione di 15 milioni di euro dei costi della produzione e in particolare di quelli del personale, da intraprendere nelle more della predisposizione del piano di ristrutturazione aziendale previsto ma non predisposto”.
Poi l'attacco politico: “Non esistono soluzioni miracolose, la via della ristrutturazione impone un approccio serio che preveda sia il rilancio della struttura attraverso un credibile piano di marketing. Un approccio che preveda la riorganizzazione delle risorse umane con una politica gestionale che premia e valorizza la meritocrazia. Per darvi attuazione ci si deve affidare ad un nuovo management all’altezza del delicato compito sostituendo la dirigenza e i responsabili di questa deriva”.
Anche qui il destinatario è ben chiaro, anche se esplicitamente non nominato: “La parte politica che ha gestito questo dossier nell’ultimo periodo ha chiaramente dimostrato le proprie responsabilità verso le quali oggi non si può sottrarre di fronte ai valdostani. Per noi del gruppo Stella Alpina fare politica oggi significa assumersi responsabilità e parlare con chiarezza, presentando soluzioni concrete a problemi complessi che non possono essere trattati solo cercando slogan”.