Con l’avvicinarsi del voto del 28 settembre anche Valle d’Aosta Aperta chiude la campagna elettorale con il comizio di ieri sera, giovedì 25 settembre, alla sala polivalente della biblioteca “Ida Desandré” di Aosta. Ospiti della serata Chiara Appendino, sindaca di Torino dal 2016 al 2021 ed oggi deputata della Repubblica Italiana, e Paolo Ferrero, già Ministro della Solidarietà sociale nel secondo Governo Prodi.
La serata inizia con le dichiarazioni della candidata vicesindaca di Aosta Chiara Giordano e del candidato sindaco Diego Foti. La sala polivalente di viale Europa è piena, circa un centinaio di persone tra candidati, ospiti e sostenitori del movimento. Durante la serata sono stati presentati e nominati tutti i candidati, sia per la lista delle comunali che per quella delle regionali. A presentare il programma per le elezioni di piazza Deffeyes Daria Pulz, candidata e consigliera regionale dal 2018 al 2020, ed Erika Guichardaz, eletta nel 2020 in Consiglio Valle.
Pulz ha aperto ringraziando chi ha contribuito al percorso politico degli ultimi mesi: “Quello che abbiamo vissuto fin qui insieme non si conclude, ma continua con nuove prospettive. Voglio condividere con voi alcune mie grandi preoccupazioni perché mi attanagliano veramente ed il dolore condiviso esce sempre un po’ alleviato”. Ha sottolineato che la Valle d’Aosta non è un’isola felice: “Queste elezioni si collocano in un quadro nazionale e internazionale assai vulnerabile. Pensiamo alle contrapposizioni tra grandi potenze, al diffondersi di logiche di violenza e di guerra. Il riarmo, i dazi e la crisi della partecipazione democratica fanno parte di questo scenario.
“In un contesto così complesso, quasi ottant’anni di autonomia non sono in grado, purtroppo, di difenderci dalle forze nazionaliste, reazionarie, sovraniste che sembrano prendere piede anche qui. Da anni ormai vengono messi sempre più in discussione i valori nei quali tutti noi ci riconosciamo – ha proseguito Pulz -: la Resistenza per cui la Valle d’Aosta è medaglia d’oro ed il programma di democratizzazione sociale stabilito dalla nostra Costituzione. È per esempio sconcertante vedere come tante persone si sono buttate con incredibile leggerezza nelle liste di destra e di estrema destra. Ma ancora peggio è constatare come questo veleno sia penetrato nel campo dell’autonomismo e persino nel cosiddetto campo Largo Progressista”.
La seconda grande preoccupazione su cui si concentra Pulz è il mondo della scuola. “È dal 1989 che lavoro nella scuola, c’era ancora il muro di Berlino. Negli anni sono cambiate tante cose, ora più che mai vedo colleghi e colleghe candidarsi con nonchalance nelle liste di destra. Al liceo classico, mi scontro con le logiche dell’eccellenza e della meritocrazia. Sento diffondersi in modo acritico l’idea del ‘pugno di ferro’ del ministro, della serie sparate a qualunque alunno che accenda il cellulare dell’intervallo. Tutto questo è accettato supinamente anche in Valle d’Aosta, che pure ha notevoli spazi di autonomia in materia scolastica”.
“Con 1 miliardo e 800 milioni di bilancio e avanzi consistenti, la Regione potrebbe intervenire sulle disuguaglianze e costruire prospettive di sviluppo per il futuro. Investire nella scuola, nonostante la denatalità, significa avere a cuore il futuro, non solo l’immediato. Dobbiamo offrire a ragazze e ragazzi la possibilità di formarsi uno spirito critico, perché solo questo permetterà loro di affrontare le sfide che ci attendono”. Pulz ha concluso citando Gramsci:”Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, che sente la relazione con tutti gli altri esseri”.
Erika Guichardaz ha invece ricordato il percorso compiuto negli ultimi anni: “La nostra storia, partita nel 2021, continua, e in questi anni ci siamo uniti sempre di più, abbiamo costruito la nostra identità. Siamo uniti a sinistra con Rifondazione comunista e Risorgimento socialista: questo è per noi un orgoglio, perché quella parola ‘Aperta’ non era solo uno slogan, ma la volontà concreta di aprirci agli altri”.
Sul piano dei contenuti, Guichardaz ha rivendicato con forza i temi sociali: “Il salario minimo lo trovate anche in AVS e nel Partito Democratico, ma non dimentichiamoci che fu il ministro Orlando a bloccare la proposta del Movimento cinque Stelle. Io appartengo all’anima autonomista di questo gruppo e mi arrabbio quando sento dire che dobbiamo aspettare Valditara per la riforma sugli istituti tecnici o lo Stato per decidere sul suicidio medicalmente assistito. La Valle d’Aosta ha risorse, ma le priorità di questi anni sono state altre: i soldi non sono andati ai cittadini”.
Ha poi criticato duramente l’atteggiamento della Lega e di alcuni ministri: “In questa campagna elettorale abbiamo visto passerelle infinite. E quando sento Salvini elogiare l’elettrificazione mi chiedo come sia possibile: la Lega Valle d’Aosta l’ha sempre boicottata, parlando di idrogeno e negando i fondi. Ora vengono qui a dirci che è meravigliosa. È un paradosso”. Al centro del suo discorso anche la lotta alla povertà e la dignità dei cittadini: “Appena saremo al governo potremo garantire subito due misure prioritarie: il Reddito di inclusione e il salario minimo. Purtroppo la povertà c’è anche in Valle d’Aosta: troviamo persone che dormono per strada e anziani che muoiono nei garage. Sono cose che in questa regione non accadevano e che ci devono far riflettere”.
Infine, Guichardaz ha ringraziato chi ha contribuito alla campagna elettorale: “È stata una cordata silenziosa, ma che mi ha fatto sentire il calore di tutti. Senza chi ha raccolto firme, studiato normative e seguito le pratiche in tribunale, oggi non saremmo qui”. E ha concluso ribadendo la linea politica della coalizione: “Siamo l’unica coalizione che propone azioni concrete per ridare dignità a chi non arriva a fine mese. Noi vogliamo una Valle d’Aosta più giusta e solidale, una Valle d’Aosta aperta, che non si giri dall’altra parte su Gaza o sulle guerre. Tutte le iniziative e le risoluzioni portate avanti in questi anni in Consiglio regionale sono state a mia prima firma”.
Gli interventi di Paolo Ferrero e Chiara Appendino
Paolo Ferrero ha spiegato le ragioni del suo impegno politico: “Faccio politica perché penso che tutti abbiano diritto ad essere trattati come esseri umani e non che qualcuno valga più degli altri. Per questo il titolo Valle d’Aosta Aperta è fondamentale: vivere la montagna significa considerarla come un ponte, non come un ostacolo. Oggi invece prevale la chiusura, e l’Europa sta andando nella direzione della guerra con la Russia. Decidere di destinare il 5 per cento del PIL alle spese militari significa devastare la sanità, le carceri, le politiche per la casa e lo stato sociale. È come fare una riforma Fornero ogni anno per dieci anni di fila”.
Ferrero ha ricordato anche l’impatto dell’abolizione del reddito di cittadinanza e dei tagli al welfare: “Se il reddito aveva fatto risparmiare meno di 2 miliardi, ora si parla di un taglio tre volte più grande ogni anno per dieci anni. Anche i trasferimenti maggiori alle regioni a statuto speciale rischiano di sparire. Dire ‘aperta’ significa tornare a guardare le grandi questioni: non se vuoi la pace prepara la guerra, come sostiene la Meloni, ma se vuoi la pace prepara la pace, la cooperazione e il dialogo”.
Sul tema di Gaza, Ferrero ha sottolineato “le piazze che si stanno riempiendo in Italia dimostrano che diventa insopportabile guardare bambini morire e far finta di niente. La colpa non è solo del governo italiano, ma dell’intera Unione Europea che non ha fatto nulla per fermare la guerra. La flottiglia e le persone che protestano stanno rischiando in prima persona per dire basta. L’indignazione può diventare forza politica: ci raccontano che non possiamo farci nulla, ma il potere ce l’hanno solo perché stiamo zitti. Se invece ci facciamo valere, non è vero che non possiamo cambiare le cose”.
Chiara Appendino ha invece aperto il suo intervento ringraziando i candidati e chi ha lavorato al progetto e ribadendo il sostegno e l’orgoglio che il Movimento 5 Stelle riserva a Valle d’Aosta Aperta. “Grazie per il vostro progetto e per la vostra coerenza, non dire di no ad un ‘accrocchio’ elettorale per una poltrona è molto più difficile che dire di sì a un progetto autonomo, indipendente, in cui però noi crediamo e non svendiamo la nostra identità. Perché la fiducia, gli elettori te la danno una volta sola”.
Appendino è poi entrata nel merito analizzando alcuni dei problemi più caldi a livello nazionale e internazionale e ha insistito su come si deve agire a livello locale per promuovere il cambiamento: “Smettiamola di ascoltare chi ci vuole convincere che non cambierà mai niente, perché noi siamo qui pronti al cambiamento. Ed è proprio dai territori delle comunità locali, lo dico per esperienza personale, che le cose possono cambiare. Vi faccio qualche esempio: il mondo sta bruciando e parlo della questione ambientale. Io non so se avremo un futuro, forse è già troppo tardi e nel frattempo noi abbiamo un governo che nega il cambiamento climatico. E voi dite: che c’entra il Comune? C’entra, perché io lo so che se voto per questo progetto, se voto per queste persone, se devono scegliere tra una infrastruttura inutile che distrugge le nostre montagne o protegge le montagne, non ha paura di fare la scelta giusta. Ed è così che si cambiano le cose.”
Nel resto del suo discorso, la Deputata ha toccato i temi delle disuguaglianze crescenti, dei diritti a rischio – dall’aborto al fine vita – e della necessità di estenderli anziché ridurli, fino ad arrivare alla guerra a Gaza: “Allora, quando Giorgia Meloni dice che le persone che sono partite sulla Flotilla, che le ragazze e i ragazzi che hanno bloccato le piazze negli scorsi giorni, sono irresponsabili, io sapete che penso? Io penso che irresponsabile sia lei, e irresponsabile è questo governo che continua a vendere le armi ad Israele e ha continuato per mesi a parlare di ‘effetti collaterali’. I bambini morti a Gaza non sono un effetto collaterale”.
Poi, Appendino ha chiuso con un appello al coraggio e alla mobilitazione: “Io penso che non dobbiamo avere paura di dire che noi stiamo dalla parte di chi è più fragile, di tutelare l’ambiente, di fare delle battaglie che magari non sono così semplici da spiegare ma sono giuste. Le cose possono cambiare e il cambiamento parte da ciascuno di noi”.