Il ‘Piano Colore’, il progetto approvato a marzo di quest’anno, è tornato questo pomeriggio ad affacciarsi tra le pieghe del Comune di Aosta, nella II Commissione Consiliare permanente “Politiche territorio – Opere pubbliche”.
Poche in realtà le differenze rispetto a nove mesi fa: “D’ora in poi – spiega il funzionario comunale del Servizio Edilizia Filippo Cacace – si interverrà anche sui fabbricati di minor pregio presenti al di fuori dal Decumano e per i quali ci sarà una scelta più ampia nella tavolozza dei colori a disposizione (oltre una cinquantina per il Centro storico, ndr). L’idea è quella di individuare il colore più pertinente per ogni fabbricato e concordarlo con proprietari degli immobili per avere un colore omogeneo tra i fabbricati”.
Un progetto, varato all’unanimità, che allarga le prospettive individuate a marzo per rendere più vivibile, anche dal punto di vista visivo, la città: “A tratti – spiega l’Assessore comunale all’Urbanistica Flavio Serra – fatichiamo a risultare una città con un’identità ben definita e di prospettiva turistica. Questo strumento invece dà un contributo significativo al recupero e all’adeguamento di edifici, che per ora sono visti soltanto come un bene. Un recupero sul Decumano sia economico che visivo”.
Un lavoro che comprende anche un documento stilato dagli architetti Sergio Bechaz e Diana Costantini: “Il Comune ha richiesto un intervento solo per una quindicina di edifici – spiega Bechaz – e per l’intervento sul colore non è cambiato nulla di vincolante dall’ultima volta. Abbiamo però predisposto anche un fascicolo sull’arredo urbano, un fascicoletto appositamente stilato per alcuni elementi di arredo urbano che modificati potrebbero essere più consoni. È una parte che richiede ancora un ulteriore studio, ma che rimarca la non obbligatorietà di perizie stratigrafiche per edifici che non siano documento o monumento”.
Novità questa, il fatto cioè che non serva più interpellare la Soprintendenza per scegliere i colori dei fabbricati che non sono documento o monumento ed evitare quindi i rilievi stratigrafici per analizzare la completa pertinenza dei colori scelti per gli edifici, già decisa nella Commissione di marzo.