Il fantasma di Orwell, evocato dal capogruppo di Aosta Viva Davide Bionaz, ha aleggiato sul consiglio comunale di Aosta, riunitosi ieri pomeriggio. Quello che avrebbe dovuto essere un confronto tecnico sulle telecamere di sorveglianza è diventato un dibattito abbastanza articolato, e colorato da suggestioni letterarie e storiche.
Pomo della discordia, l'approvazione del regolamento per la disciplina della videosorveglianza, figlio del decreto legge sulla sicurezza approvato dal Governo un anno fa. Se prima certe competenze spettavano esclusivamente alla questura, ora anche i comuni possono intervenire direttamente in questo ambito, come ha spiegato dal relatore Michele Monteleone, del Pd.
Davide Bionaz ha criticato apertamente la pratica, sempre più in voga, di sorvegliare elettronicamente le città. “Se è vero, come sostiene il sindaco ogni qualvolta ne ha l'occasione, che Aosta è una città tranquilla – ha dichiarato – non vedo la necessità di filmare costantemente i cittadini, controllando le loro mosse e invadendo la loro privacy. Le zone a traffico limitato sono sorvegliate da telecamere, eppure le multe sono aumentate. Quanto ai vandali, non si lasciano intimorire da una telecamera”.
Gli ha fatto eco Titti Forcellati, capogruppo dei verdi, annunciando la propria astensione. La consigliera ha criticato l'impostazione ideologica alla base del decreto sicurezza del 2009, che si rifletterebbe anche nel decreto sulla videosorveglianza. “Il Governo, che ha fatto della sicurezza il suo cavallo di battaglia, ha una sua politica della devianza tipicamente di destra, orientata verso il controllo sociale e la repressione, piuttosto che verso la prevenzione e l'integrazione”.
Flavio Serra, capogruppo della Stella Alpina, si è schierato a favore del regolamento. “L'installazione di telecamere non è un provvedimento risolutivo, ma è utile ad esempio per proteggere i monumenti, e dare risposta alla domanda di sicurezza dei cittadini. I nastri registrati vengono distrutti dopo una settimana, a meno che la polizia non disponga diversamente, mentre la scelta di dove piazzare le telecamere è presa collegialmente da esponenti politici e da tecnici, all'insegna della trasparenza”.
Di parere opposto Iris Morandi, di Aosta Viva, secondo cui “certe decisioni sono frutto di suggestione e paura indotta, strumentalizzate da una certa politica. Le situazioni difficili ci sono – ha aggiunto – ma si risolvono così, forse preserveremo i palazzi del centro, ma le periferie continueranno a essere sempre più degradate”.
Antonello Parisi, capogruppo della Fédération Autonomiste, ha difeso il regolamento: “Io penso che il controllo del territorio dovrebbe essere compiuto dalle forze dell'ordine, e infatti sono loro a disporre dei nastri. Le telecamere possono essere una soluzione parziale a un'esigenza reale, come quella di sicurezza”.
Ettore Viérin, PdL, ha così replicato ai timori dell'altra ala della minoranza: “Io non ho nessun problema a farmi filmare da chicchessia in qualsiasi ora del giorno o della notte, dal momento che non ho nulla da nascondere. Questa è una città abbastanza tranquilla anche perché è popolata da anziani, il problema è essenzialmente il disagio dei giovani, la degradazione del bene pubblico. Le telecamere non sono una panacea ma aiutano”.
Molto pragmatico anche l'intervento di Walter Manazzale, di Rifondazione Comunista. “Le telecamere sono inutili contro chi spaccia, o anche contro i giovani ubriachi che infastidiscono i passanti e degradano alcune zone della città, come l'area intorno al Pub Inglese. Servirebbe invece più presenza del territorio, da parte delle forze dell'ordine ma anche dei comuni cittadini. Quando non si frequenta una piazza, non la si vive nel quotidiano, la si abbandona ai vandali”.
Prima del voto il sindaco Guido Grimod ha precisato che i nastri saranno a disposizione solamente delle forze dell'ordine, e che i costi saranno sicuramente inferiori a quelli necessari per impiegare massicciamente i vigili nel controllo del territorio.
Alla fine il regolamento è stato approvato, con 23 voti favorevoli, 5 astenuti e 2 contrari.