Violenza sulle donne, riflettori sull’uomo che maltratta

Approvato lunedì dalla giunta un servizio sperimentale per la presa in carico degli uomini maltrattanti e violenti.
Violenza sulle donne
Politica

Il problema della violenza sulle donne non riguarda solo il genere femminile. Vedrà la luce in Valle d'Aosta, al termine di un periodo di formazione, un servizio sperimentale rivolto agli uomini maltrattanti e violenti. L'iniziativa, che nasce in seno al piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere, è stata approvata lunedì scorso dalla Giunta regionale. 

Per la prima volta si puntano, quindi i riflettori, sull'autore della violenza che "tanto è parte attiva nel maltrattamento, quanto deve essere parte attiva nella sua interruzione".  Il progetto prevede una formazione di primo livello rivolta agli operatori di tutte le agenzie segnalanti (operatori sociali e sanitari del territorio, operatori sanitari del Pronto soccorso, della medicina d’urgenza e accettazione, operatori del 118,  Sportello diocesano Caritas, Centro antiviolenza, Struttura di prima accoglienza “l’Arcolaio”, Forze dell’ordine). A seguire sarà selezionato un gruppo di operatori per la sperimentazione di interventi specifici, individuali e/o di gruppo, di presa in carico degli uomini maltrattanti e infine la sperimentazione del modello d’intervento con casi concreti.

Ma non è l'unica novità in materia di violenza sulle donne arrivata lunedì dalla Giunta. L'altro servizio, in fase di costruzione, è pensato per quelle donne che non hanno le possibilità economiche e sociali per liberarsi da una situazione di violenza familiare. L'iniziativa vuole accompagnare queste donne nell'acquisizione di un’autonomia sufficiente ad affrancarsi dal contesto di violenza in cui si trova a vivere, aiutandola a trovare una casa, un lavoro ma anche a conciliare di tempi di cura e lavoro. 

"Le due misure intendono rispondere in modo innovativo  – spiega l’Assessore alle politiche sociali, Luigi Bertschy – a un fenomeno che, anche in Valle d’Aosta, esiste ma è in gran parte sommerso,  colpisce le donne indipendentemente dalla loro provenienza, religione, classe sociale, grado di istruzione o età, e spesso vede la  violenza domestica associata a situazioni di disagio familiare più complessivo: una comunità evoluta non può non adottare strumenti di contrasto e di presa in carico di situazioni così gravi, spesso drammatiche cercando le formule più adeguate capaci di creare cultura e sensibilità tra operatori e tutti i cittadini, non solo di reprimere i reati". 

Per la realizzazione delle due iniziative sono a disposizione circa 250mila euro di fondi europei. 

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