C’è un momento, nella vita di ogni madre, in cui servirebbe solo qualcuno che ascolti. Non uno specialista, non un tecnico, non una figura istituzionale. Ma un’altra mamma, che conosca per esperienza quel senso di fatica, di smarrimento, di solitudine che spesso accompagna i primi anni di vita di un bambino.
Nasce così, in Valle d’Aosta, un servizio gratuito e informale pensato per aiutare le mamme che si sentono sole, per orientarsi tra dubbi, fatiche, scelte quotidiane.
A offrirlo è Monia Rutigliani, che racconta: “Sono la mamma di Zoé e Dea. Mi diverto trascrivendo i dialoghi tra me e le mie figlie. Prendo appunti per imparare da loro. Promuovo e pratico l’educazione in natura con metodo.
Nell’ambito del mio lavoro ricevo mediamente una telefonata al giorno in alcuni periodi dell’anno e la domanda che mi pongono è la stessa, declinata in modo più o meno diretto: ‘Avete posto per il mio bambino?’.
Le prime volte mi limitavo a una risposta sintetica: ‘No, mi spiace’. La frequenza, invece, delle telefonate mi ha portato a interrogarmi non come figura professionale, ma come mamma.
Abbiamo un esperto per tutto: educatori, pedagogista, psicologo, psichiatra, counsellor, coach, personal trainer, babysitter, mediatore culturale, ostetrica, Oss… e via, in un elenco infinito. Ma una mamma? Semplicemente una mamma che metta a disposizione il proprio sapere trasversale?

Non un gruppo di mamme, ma una mamma che risponda al telefono e dia informazioni su come muoversi nel complesso mondo dei servizi socio-educativi, nei diritti legittimi dei genitori, nell’importanza di cercare una babysitter che sia qualificata, nel semplice ascolto di problemi comuni, quelli da genitori (mamme in percentuale più elevata): il rientro al lavoro, la gestione dei tempi, il sapersi prendere cura di se stessi senza vivere sensi di colpa.
Così, le mie telefonate sintetiche sono diventate lunghissime. Pazienti, serene e senza la presunzione di essere ciò che non sono professionalmente. Tenendo bene a mente che sono una mamma che dà consigli a un’altra mamma.
Perché? Perché la serenità di un bambino passa attraverso la serenità delle figure di riferimento, in primis la mamma. Una mamma serena, sostenuta senza essere medicalizzata, ma semplicemente ascoltata, contribuisce a rendere un bambino sereno.
Ascoltare e porre domande aperte per aiutare alla riflessione, in modo informale, mettere in relazione persone e fare rete.
Essere, fare e saper essere un genitore è un’esperienza profonda e radicale, piena di gioia, motivante. Essere genitore permette di immaginare molteplici futuri, dona speranza.
Il mio essere madre mi ha aiutato a rafforzare valori come la generosità, l’altruismo, la condivisione.”
Ti lascio qui il mio numero, usalo come meglio credi possa tornarti utile.
“Domande? Sì, grazie. Ma a chi le faccio?” è un servizio gratuito, senza finalità commerciali.
Il perché potrei riassumerlo in una frase:
“La pace è un principio pratico di umanità…
La prima cosa da fare è di costruire un ambiente adatto alla parte giovane dell’umanità.”
(Maria Montessori, Educazione e Pace, passo tratto da “Educate per la pace” – VI Congresso internazionale Montessori, Copenaghen, agosto 1937)
Monia Rutigliani (mamma sempre)
331 1802065
Orari in cui posso rispondere:
– dal lunedì alla domenica
– dalle 7:00 alle 8:00
– dalle 14:00 alle 15:00
– dalle 20:30 in poi (quando la casa dorme)
Una risposta
Brava quando lavoravo in Consultorio mi fermavo sempre oltre l’orarioper rispondere alle giovani mamme mi mettevo a loro disposizione edessendo mamma ed oramai nonna ma anche infermiera professionale specializzata in assistenza pediatrica caposala potevo dare una risposta in più se sapessi farlo potrei scrivere un libro e sono sicura che potrebbe dare bene a molte di noi