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I problemi della Sanità in Valle d’Aosta (ma la tecnologia ci aiuta a prevenire)

Un rapporto Istat piazza la Regione tra le peggiori d’Italia e uno studio di Assomed afferma che i medici aostani sono tra i meno pagati. L’innovazione può essere una soluzione, anche a casa propria.
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La salute è importante, si dice sempre. Eccome se lo è, anche se spesso releghiamo questo assunto a banale modo di dire e non ci preoccupiamo realmente della sua importanza. Poi, però, ci sono statistiche che riportano il tema in auge, e quasi mai (purtroppo) perché positive. L’ultimo esempio è rappresentato dal rapporto dell’Istat sullo stato di salute delle Regioni italiane e basato sui dati di una serie di indicatori, dalla speranza di vita in buona salute all’ospedalizzazione, raccolti tra il 2005 e il 2015. Se Veneto e Trentino Alto Adige brillano, la Valle d’Aosta, un po’ a sorpresa, si piazza invece in fondo alla classifica insieme alla Campania.

Come spiega l’Ansa, in Valle d’Aosta il «quadro di vulnerabilità generale è confermato dai valori significativi della mortalità prematura, misurata in 292 anni di vita perduta (APVP) ogni 10 mila, che lo posiziona al secondo posto in ordine di gravità». Questo indice attesta la differenza tra età della morte e attesa di vita: si muore prima rispetto a quella che è la media nazionale, detto in parole povere. Più nello specifico, le criticità segnalate nel rapporto sono l’elevato tasso di mortalità per tumore negli adulti (20,3 decessi ogni 10 mila abitanti) ed il primato nell’ospedalizzazione per tumore (139,1 per 10 mila persone). Dato a cui si aggiunge l’alto ricorso alle cure ospedaliere per le malattie neurologiche degli anziani come Alzheimer e Parkinson (12,2 dimissioni ogni 10 mila abitanti) «confermato – si legge nel rapporto – dall’alto tasso di mortalità per disturbi psichiatrici e malattie del sistema nervoso, che causa quasi 56 decessi ogni 10 mila residenti nella stessa fascia di età» e che rappresenta «il valore medio più elevato».

Questo studio ha ovviamente aperto un dibattito all’interno del mondo sanitario valdostano. E, in questo ambito, l’associazione Anaao Assomed regionale ha alzato un ulteriore problema: a causa della riduzione dei fondi che la sanità locale ha dovuto fronteggiare in questi anni, la spesa per ogni medico dipendente in Valle d’Aosta si è ridotta del 4,8 per cento nel confronto tra l’anno di spesa massima, il 2012, e l’ultimo anno disponibile per lo studio, il 2017. In concreto, questo significa che lo stipendio medio di un medico in Valle d’Aosta si assesta sugli 83.046 euro, valore circa a metà nella classifica delle Regioni italiane ma molto distante da quello di un’altra realtà autonoma, il Trentino, dove le buste paga raggiungono in media i 116.367 euro.

In una tale ottica, certo non particolarmente ottimistica, risulta fondamentale il lavoro di ricerca innovativa che in questi anni ha riguardato il settore della sanità. La tecnologia, infatti, può permettere diagnosi più accurate, una prevenzione maggiore e attività riabilitative più specifiche e indirizzare. Tutti processi che aiuterebbero non solo le persone a stare meglio, ma anche la sanità in generale a concentrarsi maggiormente, sia in termini di risorse umane che economiche, sui settori più carenti o che necessitano di rafforzamento. Certo, la tecnologia si paga, ma gli investimenti di oggi possono rappresentare i risparmi di domani. Non è un caso se Assobiomedica, due anni fa, lanciò una campagna di sensibilizzazione sul valore dell’innovazione nel settore degli elettromedicali, ovvero quei macchinari fondamentali nell’ambito medico.

Ovviamente, quando si parla di elettromedicali, si parla di strumentazioni particolari, costose, tecniche. Ma c’è anche una branca di questi che possiamo… usare tutti. Si tratta di strumenti all’avanguardia ma di semplice utilizzo, che possono aiutare tutti noi a tenere sotto controllo i valori vitali e a curare patologie minori senza bisogno di consultare il medico, migliorando così la prevenzione e sgravando il sistema sanitario pubblico. Tenendo costantemente monitorato il nostro organismo, si possono avere anche tutte le informazioni necessarie a condurre una vita più sana e ad anticipare e bloccare problematiche di varia natura prima che si sviluppino o peggiorino. Secondo la ricerca di Habu.it, avere in casa un buon sfigmomanometro per misurare la pressione, ad esempio, è una scelta saggia e giusta. Ovviamente è fondamentale saper scegliere i prodotti giusti e per farlo è cosa buona informarsi prima dell’acquisto.

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