Il mercato del lavoro valdostano, come è noto, spicca tendenzialmente per dei dati positivi superiori alla media italiana: basti pensare al tasso di occupazione regionale, relativo alla fascia d’età 15-64 anni, che in Valle d’Aosta si attesta al 72,1%, laddove la media nazionale è di ben 10 punti inferiore.
Ma se il problema legato alla disoccupazione impatta in forma ridotta dentro i confini regionali, il mercato del lavoro valdostano risulta macchiato da ben altre criticità: in un’economia trainata dalla crescita del settore turistico, le imprese dell’Horeca faticano fin troppo spesso a individuare i talenti da inserire nei propri team.
Come sottolineato dagli head hunter della società di Milano Adami & Associati, i processi di selezione del personale portati avanti dagli hotel si fanno particolarmente difficili quando si parla di figure qualificate e specializzate come chef, maître, direttori e bartender esperti; questo sapendo peraltro che, evidenziano i cacciatori di teste, spesso i gestori delle strutture alberghiere incontrano difficoltà anche nel selezionare camerieri, commis o lavapiatti.
“I fattori che ostacolano l’afflusso di personale qualificato e non verso le strutture alberghiere della Valle d’Aosta come di tante altre aree turistiche italiane sono diversi» spiegano gli head hunter di Adami & Associati «si parla infatti della mancanza di competenze specialistiche sul mercato, di condizioni contrattuali da rivedere, di difficoltà nel fidelizzare i dipendenti tra una stagione e l’altra e, nel caso specifico aostano, della grande difficoltà nel fornire alloggi ai collaboratori provenienti da altre regioni”.
Negli ultimi anni le strutture più grandi e strutturate hanno affrontato di petto il problema: chi avviando delle partnership con delle strutture balneari della penisola, per organizzare degli spostamenti stagionali di buona parte del personale; chi destinando parte della proprietà all’alloggio del personale, riducendo il numero di stanze a disposizione dei clienti pur di semplificare la ricerca di personale.
“Le soluzioni adottate da tanti albergatori valdostani ben dimostrano quanto la difficoltà di reclutamento metta in pericolo il benessere delle imprese» evidenziano gli head hunter specializzati nella selezione di personale per l’Horeca «ma è bene ricordare come ci siano altri fattori da prendere in considerazione per assicurarsi i migliori talenti. Per un hotel è prima di tutto essenziale migliorare e promuovere la propria immagine come datore di lavoro, così da attirare la curiosità di professionisti in cerca di ambienti di lavoro stimolanti e soddisfacenti e, parallelamente, da incrementare il livello di fidelizzazione”.
Per alcuni profili specifici, però, il recruiting resta difficoltoso anche in presenza di alloggi, di un buone employer branding e di possibilità di carriera: il riferimento va a quei profili specializzati la cui offerta del mercato del lavoro non riesce a soddisfare la domanda. “In questi casi” puntualizzano gli head hunter “la collaborazione con dei cacciatori di teste diventa particolarmente preziosa, avendo l’opportunità di allargare lo spettro della ricerca anche a professionisti con le competenze ricercate che, pur essendo già occupati, potrebbero essere contattati direttamente dall’head hunter e quindi inseriti nel processo di selezione: così facendo è possibile superare il mismatch tra domanda e offerta, accedendo ai migliori talenti”.