C’è una data che rischia di passare sotto silenzio, e invece riguarda il futuro della democrazia in Valle d’Aosta: il 10 agosto. In piena estate, mentre molte persone sono in ferie o impegnate nelle intense attività economiche estive, si terrà il primo referendum confermativo regionale della nostra storia.
Una consultazione importantissima, che l’attuale maggioranza ha cercato di evitare e, in ultimo, l’ha fissata nel momento più scomodo possibile. Una scelta apparentemente assurda, ma con un preciso motivo: non vogliono che i valdostani si esprimano davvero e conoscendo tutti gli aspetti della posta in gioco.
Ci troviamo in una situazione paradossale: a pochi giorni dal voto, non c’è praticamente alcuna campagna referendaria. Non ci sono dibattiti pubblici, non c’è confronto fra le forze politiche. Ad Alleanza Verdi-Sinistra che sostiene il NO è stata negata l’affissione dei manifesti negli appositi tabelloni.
Eppure il referendum riguarda un tema cruciale: la legge elettorale regionale. Una legge che molti partiti vogliono confermare perché fatta su misura per garantire a chi ha sempre governato di continuare a farlo. Senza dover rispondere agli elettori, senza garantire trasparenza, senza dare spazio al cambiamento.
La legge elettorale valdostana:
❌ Non permette di scegliere chi governa. Le alleanze si fanno dopo il voto, nei corridoi del Palazzo. I cittadini votano “al buio”.
❌ Favorisce le cordate e il controllo del voto, con un sistema a 3 preferenze che non viene utilizzato dalle altre Regioni, né in Italia, né in Europa.
❌ Non favorisce la parità di genere, né nelle liste (dove il genere più rappresentato arriva al 65%), né al momento del voto (si possono infatti votare tre uomini e solo il terzo viene cancellato) e neppure nella composizione della Giunta (la legge non prevede l’obbligo di entrambi i generi).
❌ Esclude i nuovi soggetti politici, imponendo lo sbarramento più alto d’Italia (5,7%) e un numero sproporzionato di firme per presentare liste nuove: come in una circoscrizione di Milano, ma in una realtà con un decimo degli abitanti.
Non è questa la democrazia che vogliamo
Tutte le altre Regioni hanno aggiornato i loro sistemi elettorali. La Valle d’Aosta invece è rimasta ferma agli anni ’90. Per vent’anni si è parlato di riforma. Ma non è mai arrivata. Persino l’ex Presidente Erik Lavevaz ha dovuto ammettere: “Sulla legge elettorale, la politica ha fallito. Punto.” E adesso, invece di rimediare, vogliono farci confermare un taccone vergognoso. Una norma tardiva, sbagliata e ingannevole.
Vieni a parlarne con noi
Mercoledì 30 luglio – ore 21:00
📍 La Thuile – Sala manifestazioni Arly (Fraz. Arly, 13)
Venerdì 1 agosto – ore 21:00
📍 Issogne – Salone polivalente (Fraz. La Colombiere, 31)
Giovedì 7 agosto – ore 21:00
📍 Pont-Saint-Martin – Salone della Società Operaia di Mutuo Soccorso (Via Chanoux, 133)
Alleanza Verdi-Sinistra – Rete Civica ha organizzato incontri in tutta la Regione per spiegare davvero cosa c’è in gioco. Queste sono le ultime occasioni pubbliche per confrontarci, rispondere alle domande, informare e difendere la democrazia.
🗳️ Il 10 agosto VOTA NO
Diciamo NO a un sistema che premia i giochi di potere e penalizza la rappresentanza.
Diciamo NO alla peggiore legge elettorale d’Italia.
Un altro modo di fare politica è possibile. Ma senza un NO tutto continuerà come prima.
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