Un centro giovane, in rapida crescita, con una clientela che proviene dall’Italia, ma soprattutto dalla Francia e dalla Svizzera. Ai piedi del Monte Bianco si trova il centro benessere QC Chamonix-Mont-Blanc, realtà dal forte respiro internazionale e sicuramente in rampa di lancio: con Michel Della Maria, direttore della struttura di Chamonix dal 2020 e in precedenza vicedirettore per due anni, abbiamo parlato degli sviluppi recenti e futuri, ma anche del rapporto con il territorio e del cambiamento avvenuto nella percezione del centro nel giro di pochi anni.

Quali sono stati i numeri e l’andamento complessivo del centro nell’ultimo anno? Ci sono stati cambiamenti significativi rispetto agli anni precedenti?
«Il 2024 è stato un anno molto positivo, ha fatto registrare un +20% di accessi rispetto al 2023. Siamo arrivati a circa 167mila presenze, mentre per il 2025 viaggiamo verso i 180mila ingressi, cercheremo di finalizzare un più 10-15%. Sono numeri importanti per una realtà come la nostra che ha aperto nell’estate 2018: all’epoca avevamo tanti clienti italiani, che con il tempo sono calati, venendo sostituiti da una clientela francese. Oggi più del 70% è composta da francesi, svizzeri, statunitensi e coreani. In particolare, il gruppo QC Spa of Wonders si è fatto notare in Francia: attualmente è molto apprezzato, mentre cinque anni fa la situazione era ben differente. Ora senza dubbio il territorio ci ha conosciuti e compresi».
Avete introdotto recentemente delle novità? Ci sono nuovi servizi, trattamenti o esperienze che state offrendo ai vostri ospiti?
«Dal punto di vista strutturale c’è stato un ampliamento nel 2021, quando abbiamo raddoppiato la terrazza bistrot con vista sul Monte Bianco e aggiunto cinque nuove sale relax. Queste implementazioni sono servite per aumentare la capacità della nostra experience di alto livello: l’ospite ha a disposizione molto più spazio. Per quanto riguarda i servizi ci rifacciamo al modello classico proposto dal gruppo QC, quindi con l’AperiTerme, le spa assistant per il caring e per incrementare il sentiment di ciascuna persona che accogliamo».
Come si è evoluta la relazione tra il centro e il territorio circostante?
«Nelle fasi di avvio ci siamo molto legati al territorio locale, per esempio stipulando partnership con gli impianti di risalita: eravamo parte di una destination, in cui QC era come un “piccolo bambino” in una struttura molto più grande. Oggi però la situazione è mutata: siamo diventati noi stessi destination, con un bacino di utenza decisamente più ampio, con persone che vengono da Lione e Ginevra per una day spa. Da una parte abbiamo dunque chi arriva a Chamonix in giornata dalla valle, percorrendo 40-50 chilometri in auto; dall’altra chi viene da lontano. Senza scordare chi giunge qui in occasione delle vacanze scolastiche francesi, strutturate diversamente rispetto a quelle italiane».
State affrontando particolari esigenze o carenze di personale?
«Più che carenze direi che stiamo riscontrando alcune difficoltà nel reperire nuova forza lavoro, ma fortunatamente ad ora abbiamo sempre avuto squadre complete e operative e in alta stagione possiamo contare su 40 persone a cui si aggiungono diversi collaboratori esterni. Sono convinto che il post pandemia sia stato qualcosa che ha scatenato un cambio nel mercato del lavoro: in precedenza, lato Francia, ricevevamo tantissimi curriculum vitae e avevamo la fortuna di poter effettuare una certa selezione. Oggi invece non è così e inoltre è più difficile mantenere il personale. Le esigenze delle persone si sono modificate, cercando di privilegiare lavori che lasciano liberi la sera e il weekend. Le criticità maggiori le riscontriamo in termini di receptionist, ma anche in cucina e in sala. Tuttavia verso la fine del 2024 e l’inizio di questo 2025 ritengo che la situazione sia leggermente migliorata».
Infine chiudiamo con il futuro: che sviluppi prevede per il centro QC di Chamonix?
«Il centro che dirigo è stata una bella sorpresa, protagonista di un’ottima partenza, poi ovviamente abbiamo dovuto fare i conti con la pandemia. In seguito siamo ripartiti con numeri veramente eccezionali, con un prodotto molto apprezzato in Francia. Penso che Chamonix abbiamo ancora qualche anno di crescita a livello di ingressi e sicuramente in futuro si faranno delle estensioni sul centro, aggiungendo metratura, fino a farlo diventare un punto di riferimento per la Francia, anche per quanto riguarda la formazione di altre nostre realtà. In parallelo all’interno di QC c’è una squadra che sta lavorando sullo sviluppo internazionale: spero fra due/tre anni di poter contare su un secondo centro in Francia, che sia a Parigi o in Costa Azzurra».