Il personale sanitario che non supera nell’immediato la prova di francese nei concorsi a tempo indeterminato, avrà tempo tre anni per farlo. Nel frattempo, oltre a seguire un corso gratuito di francese, potrà lavorare con un contratto a tempo determinato.
E’ arrivato questa mattina il via libera all’unanimità al disegno di legge che introduce, in via temporanea e sperimentale, nuove regole in materia di reclutamento di personale sanitario e di operatori sociosanitari da parte dell’azienda Usl, per far fronte alla “particolare pressione cui il sistema sanitario regionale è stato sottoposto negli ultimi anni, aumentata a seguito dell’emergenza da Covid-19”.
Per i prossimi tre anni il personale sanitario e gli operatori socio-sanitari che non superano la prova di francese saranno comunque ammessi alle prove successive e, al termine del concorso, saranno inclusi in graduatorie separate che possono essere utilizzate dall’azienda Usl esclusivamente per assunzioni a tempo determinato, senza corresponsione dell’indennità di bilinguismo.
Il personale avrà poi 36 mesi per superare la prova di francese, condizione necessaria alla trasformazione del contratto a tempo indeterminato.
L’azienda Usl garantirà al personale assunto a tempo determinato lo svolgimento delle prove di accertamento linguistico ogni sei mesi e, per agevolare l’apprendimento linguistico, organizzerà appositi corsi.
Ricordando come “le stesse carenze di personale sono vissute anche dalle regioni a statuto ordinario, che non si confrontano con il tema del bilinguismo” l’Assessore regionale alla Sanità Roberto Barmasse ha evidenziato in Consiglio regionale come “la posticipazione può favorire non solo l’avvicinamento alla nostra azienda sanitaria ma può essere anche di stimolo alla conoscenza del francese, un atout in più”.
Durante la discussione è stato bocciato un emendamento presentato da Pcp e condiviso da Vda Aperta che chiedeva l’assunzione a tempo indeterminato anche di personale sanitario e di operatori socio-sanitari che non superino l’esame di francese.
2 risposte
Mah… sì sì, va tutto bene, i 36 mesi, la graduatoria separata, tutto buono per dare ossigeno ai servizi per carità, ma definire il francese un “ostacolo”… beh, credo che diversi illustri padri della nostra libertà si stiano rivoltando nella tomba…
Ma era ora! Quante egregie professionalità si è lasciata scappare l’Azienda a causa di questa anacronistica preclusione!