L’Avis della Valle d’Aosta cresce ancora e, nel solo 2022, colleziona 248 nuovi donatori. Suddivisi tra 133 donne e 115 uomini, essi vanno ad arricchire le fila della sezione valdostana dell’associazione, che al 1º gennaio dell’anno corrente conta ben 3.980 affiliati. Secondo i dati resi noti durante l’assemblea dello scorso sabato 15 aprile, nel 2022 i soci hanno donato 5.375 sacche di sangue, il 76% del totale raccolto dal Centro trasfusionale di Aosta.
I donatori
L’Avis della Valle d’Aosta si compone a oggi di 3.640 soci donatori e 340 soci non donatori, di cui 2283 uomini (63%) e 1357 donne (37%).
L’età dei soggetti oscilla di preferenza tra i 46 e 55 anni (1.097), anche se i numeri paiono buoni anche per la fascia tra i 36 e i 45 anni (818) e per la fascia tra i 56 e i 65 anni (688); meno gettonate le donazioni tra gli under 36, che complessivamente si attestano a 991.
Provenienti prettamente dal capoluogo, che vanta ben 1.100 iscritti, essi superano le 400 unità anche nei comuni valdostani di dimensioni maggiori tra cui Châtillon (413), Gressan (403) e Pont-Saint-Martin (419).
“Si registra un leggero decremento dei soci effettivi dai 3.684 dell’anno dovuto al fatto che, a fronte di 248 nuove iscrizioni, sono subentrare 292 cancellazioni di persone che non hanno più effettuato donazioni negli ultimi due anni o che per problemi di età, salute non possono più donare – si legge nella nota dell’assemblea compilata dal presidente Angelo Vancheri -. Alla nostra associazione aderisce l’86% dei donatori della regione grazie anche all’affidabilità di oltre 70 anni di storia, alle molteplici attività promozionali e agli innumerevoli rapporti personali”.
Nuovi soci e donazioni
In controtendenza rispetto alle statistiche nazionali e regionali, l’Avis constata con piacere una predominanza di nuovi affiliati di più giovane età, “un dato che ci fa ben sperare nel ricambio generazionale”.
Nel 2022 in Valle d’Aosta sono state raccolte 5.286 sacche di sangue, cui vanno a sommarsi le 89 sacche provenienti da soci semmai comunale di Pont-Saint-Martin ma confluite a Ivrea. Mentre le donazioni di sangue intero sono state 4.161 presso il Centro trasfusionale regionale e 73 fuori regione, quelle di plasmaferesi sono state 1.125 presso il Centro trasfusionale regionale e 15 fuori regione; è stata invece registrata una sola donazione di piastrinoferesi ma al di là dei confini valdostani.
Avis tra passato e futuro
L’attività di raccolta dell’Avis, coordinata dal direttore della struttura complessa di Immunoematologia Pierluigi Berti, ha non soltanto garantito l’autosufficienza di sangue intero alla Valle d’Aosta ma ha anche permesso di destinare importanti invii extra-regione.
“Ricorderemo il 2022 come un anno gravoso e complesso, che ha posto molte sfide alle comunali valdostane e un obbligato e profondo rinnovamento dei vertici della nostra associazione – commenta ancora Vancheri -. Vista la riforma che ha investito il mondo del volontariato, crediamo che sia importante continuare a rafforzare le proprie competenze partecipando alle varie attività formative improntate al ruolo nel futuro dell’associazionismo e alla divulgazione del dono del sangue”.
Tra i prossimi e importanti passi nella direzione della promozione e della sensibilizzazione alla donazione, l’Avis ha in programma di avviare a decorrere dal mese di maggio una nuova campagna nazionale denominata “Mettiti in gioco, dona il sangue” e rivolta a una platea target tra i 18 e i 25 anni; medesima finalità di attrattiva per i giovani possiede anche la campagna #DaMeaTe riguardante l’autosufficienza di plasma e il ruolo chiave nella cura delle malattie rare e genetiche.
“Vorremmo avere come in passato un occhio di riguardo anche alle attività legate allo sport nelle sue varie sfaccettature, inteso quale bene prezioso che educa alla salute e influisce positivamente sulla qualità della vita oltre che quale elemento di unione e di aggregazione che tiene conto delle diversità e si proietta al dono – conclude Vancheri -. Il sistema di volontariato del sangue sul nostro territorio è estremamente complicato e si regge virtuosamente sui tre principali pilastri dei donatori, delle istituzioni e dei professionisti del settore”.