Dall’idea di un medico valdostano nasce EMSy, l’intelligenza artificiale per l’emergenza preospedaliera

Dall'idea del medico Simon Grosjean nasce EMSy, un assistente avanzato basato sull’intelligenza artificiale, pensato specificamente per supportare medici e infermieri dell’emergenza. Il suo obiettivo è fornire risposte rapide e affidabili in pochi secondi, trasformando il viaggio verso l’area di intervento in un’opportunità per prepararsi al meglio.
EMSy
Sanità

Negli ultimi due anni, l’intelligenza artificiale è diventata un tema centrale nel dibattito tecnologico. Se da un lato il suo potenziale è indiscutibile, dall’altro spesso ci si interroga su quali siano le sue applicazioni più concrete e utili. Oltre a riassumere testi, tradurre o generare idee, l’AI rischia talvolta di apparire come una soluzione in cerca di un problema, piuttosto che il contrario.

Eppure, esistono ambiti in cui l’integrazione dell’intelligenza artificiale può fare davvero la differenza. Uno di questi è l’emergenza preospedaliera, un contesto in cui ogni secondo è prezioso e le decisioni devono essere rapide, basate su evidenze scientifiche aggiornate.

La domanda da cui è partito Simon Grosjean, medico dell’emergenza territoriale e ideatore del progetto, è stata chiara: come consultare linee guida, protocolli o ricerche basate sull’evidence-based medicine (EBM) in modo rapido, accurato e affidabile?

La risposta è EMSy (Emergency Medical System), un assistente avanzato basato sull’intelligenza artificiale, pensato specificamente per supportare medici e infermieri dell’emergenza fornendo risposte rapide e affidabili in pochi secondi, trasformando il viaggio verso l’area di intervento in un’opportunità per prepararsi al meglio. Ed è proprio in questo scenario critico, il tragitto verso l’intervento, che entra in gioco questo strumento.

Ogni giorno, medici e infermieri che operano nell’ambito dell’emergenza preospedaliera si trovano ad affrontare una realtà ben nota: il tempo è vita e non è sempre dalla loro parte. Quando bisogna prendere decisioni critiche in pochi minuti, basandosi sulle migliori evidenze disponibili dal momento del dispatch all’arrivo sul target, la finestra temporale per agire è ridotta. EMSy diventa utile per supportare il team sanitario in questa fase cruciale, durante il tragitto, quando ogni informazione può fare la differenza.

Simon Grosjean
Simon Grosjean

Il funzionamento è semplice e immediato: basta inserire i dati clinici o il sospetto diagnostico ed EMSy elabora le linee guida più aggiornate, adattandole al caso specifico. In pochi secondi, il team sanitario riceve raccomandazioni pratiche su farmaci da considerare, protocolli da seguire e procedure da eseguire.

Il valore aggiunto di EMSy? Velocità, affidabilità e facilità di utilizzo. Senza la necessità di consultare manuali o documenti cartacei, il personale può accedere a informazioni sicure e validate. Il chatbot è stato addestrato sulle evidenze scientifiche più recenti e ottimizzato per l’uso in movimento, garantendo  a chi lo utilizza un supporto decisionale anche in contesti operativi complessi.

“Provengo da una famiglia di viticoltori e ho sempre avuto nel DNA la voglia di coltivare e far crescere qualcosa nel migliore dei modi – spiega Grosjean -. Questo spirito si riflette anche nella mia professione di medico dell’emergenza territoriale, dove la necessità di aggiornamento costante e la difficoltà di reperire rapidamente informazioni sono sfide quotidiane. Con l’avvento dell’intelligenza artificiale, ho visto il potenziale di questi modelli nel fornire informazioni rapide e contestualizzate. Da qui è nata l’idea di EMSy, un chatbot progettato per supportare i sanitari dell’emergenza preospedaliera, offrendo risposte concise basate su linee guida internazionali e letteratura scientifica aggiornata”.

Uno strumento come EMSy si rivela utile in tre momenti fondamentali. Innanzitutto durante il trasporto, quando è necessario un rapido ripasso di posologie, protocolli e procedure. In secondo luogo, nella fase del debriefing post-intervento quando va analizzata la gestione del caso e identificati eventuali miglioramenti. Ed infine, come strumento di formazione continua, con quiz, discussioni su casi clinici e domande per incentivare l’apprendimento anche nei momenti di pausa dal servizio.

A differenza di altre piattaforme, che si basano su ricerche manuali o documenti, EMSy fornisce risposte sintetiche e contestualizzate, rendendo la consultazione più veloce ed efficace. Attualmente, EMSy è in fase beta e accessibile tramite una piattaforma , ma l’obiettivo è sviluppare un’app nativa, che renda l’utilizzo ancora più immediato. “Speriamo di poterla pubblicare a breve e aggiornarla costantemente in base ai feedback ricevuti”, spiega Grosjean.

I primi test sono stati molto positivi, soprattutto tra i soccorritori e gli autisti di ambulanza, che trovano EMSy utile per la formazione ed il confronto clinico. Inoltre, la loro iniziativa sta già attirando l’interesse dall’estero, con contatti in Francia, Svizzera e Stati Uniti.

Nessuna idea nasce e cresce in solitudine e anche la creazione di EMSy è stata possibile grazie al contributo di professionisti, in questo caso amici oltre che colleghi, che hanno contribuito con i loro test, feedback e suggerimenti.

Luca Martinelli, infermiere dell’Usl, ed il medico Damiano Presciani sono stati tra i primi amici e colleghi di Simon Grosjean a testare EMSy sul campo, offrendo il loro prezioso contributo.

Luca Martinelli e Damiano Presciani
Luca Martinelli e Damiano Presciani

“La mia prima impressione è stata estremamente positiva – racconta Martinelli -. EMSy è intuitivo e immediato nell’utilizzo, fornisce suggerimenti rapidi basati su protocolli aggiornati, e questo è un vantaggio enorme. Credo che possa essere particolarmente utile nelle simulazioni e nella preparazione di un intervento, soprattutto per infermieri meno esperti o in fase di formazione. Per essere davvero efficace sul campo, è fondamentale che rimanga semplice e affidabile, basandosi su dati e protocolli validati e costantemente aggiornati.”

Anche Presciani, medico e appassionato di medicina di emergenza in montagna, ha trovato in EMSy un alleato prezioso: “EMSy integra diversi protocolli sulla medicina di montagna, sia internazionali che italiani, come le linee guida del Soccorso Alpino e Speleologico Italiano. Questo lo rende utile anche nei contesti più complessi. Ad esempio, prima di partire per un intervento posso farmi suggerire cosa mettere nello zaino di soccorso, per essere sicuro di aver pensato a tutto. In montagna, il tempo e la logistica sono fattori critici ed EMSy può fornire strategie d’intervento per traumi, ipotermia o mal di montagna adattandosi alle condizioni ambientali. Sarebbe interessante vedere come potrebbe trovare una sua applicazione nell’ambito dell’elisoccorso valdostano”.

Uno strumento come EMSy non è pensato per sostituire i sanitari, ma per potenziarne le capacità decisionali. Come spiega Presciani “il medico non è scomparso con l’avvento del PC o di internet, anzi, ha dovuto imparare a usare queste innovazioni che hanno migliorato enormemente la medicina. Ora viviamo l’ingresso dell’intelligenza artificiale nel nostro lavoro. Con EMSy mi sento di poter assistere meglio le persone, sia in automedica che in centrale di soccorso. È una freccia potentissima nel nostro arco, ma le persone cercheranno sempre nel medico qualità come l’empatia, il contatto umano e la comunicazione”.

Anche Martinelli sottolinea che la tecnologia avrà un ruolo sempre più centrale: “L’intelligenza artificiale, la realtà aumentata e i dispositivi indossabili potranno migliorare la comunicazione tra i team e ridurre il rischio di errori. Tuttavia, l’esperienza e il giudizio clinico degli operatori resteranno insostituibili”.

Per il suo ideatore Simon Grosjean “l’intelligenza artificiale non sostituirà mai la mente umana, ma può amplificarne la capacità di immaginare, progettare e trovare soluzioni. EMSy è uno strumento che stimola l’intuizione e il ragionamento, aiutando i sanitari a migliorare continuamente il proprio approccio all’emergenza territoriale. A proposito di formazione continua, vorrei ringraziare l’Azienda Usl, specialmente nella figura di Luca Cavoretto che ci ha supportati e che, pur non essendo direttamente coinvolta nel progetto, ha permesso a me e al mio team di portarlo avanti nel nostro tempo libero”.

Il loro progetto ambizioso, nato dalla passione e dall’esperienza sul campo, ha il potenziale di trasformare il modo in cui i professionisti dell’emergenza si preparano, operano e si confrontano. Pur essendo appena nato ha il potenziale di diventare uno strumento utile per migliorare la qualità delle cure e rivelarsi utile nel salvare vite.

7 risposte

  1. Ma si sa benissimo che le “intelligenze” artificiali di intelligente hanno ben poco. Basta fargli delle domande leggermente più complicate e cominciano a scrivere cavolate in modo inverecondo… Io mi fido più di un medico che salva il proprio gatto tanto per rispondere al primo commento.

    1. Come NON iniziare una conversazione in campo medico-scientifico: “si sa benissimo che…”
      L’Ipse Dixit è morto, per fortuna, giusto qualche secolo fa.

  2. Registrato e provate ANTE commento 🙂
    Il punto non è come è strutturato(parliamo di un “bot” che lavora su GPT rendendola facile e semplice), il punto è l’uso.
    Se lo intendiamo come un punto di arricchimento e formazione è un conto, se lo intendiamo come traspare dall’articolo e da qualche dichiarazione letta come uno strumento di uso DENTRO il contesto emergenziale allora cambiano, e di molto, le carte in tavola.
    Se mi dici che un professionista, SANITARIO, ha bisogno ante arrivo sul target di usare chat gpt per farsi dire, che so, quale sia l’approccio farmacologico all’ACC o ad un IMA STEMI, allora mi si drizzano le antenne e mi preoccupo. Anche perchè tu sarai performante e preparatissimo, ma non nascondiamoci dietro al dito, ci sono quelli non performanti e non preparatissimi che comunque lavorano e il rischio è che poi si basino su un simile strumento per TUTTO.
    E quello non credo ci serva in un momento storico dove già i sanitari nel pubblico sono visti male, dove già dall’interno ci sono situaizone che non aiutano il marketing del settore (gatto docet!)se sdoganiamo il messaggio che si approcciano i pazienti con GPT temo che la situazione di rapporto con l’utenza si incrini mica di poco.

  3. Prima di partire ti suggerisce cosa avere nello zaino?
    Sarò di vecchia scuola e stampo ma nell’extraospedaliero ci vanno poche cose fatte bene come d’altronde recitano LG e protocolli.
    Se devo avere un’app che mi dia indicazioni per ricordarmi un approccio PHTLS o ACLS forse c’è qualcosa a monte che non funziona benissimo.
    L?IA è una grande sfida in medicina, ma pensare sia da usar ein un contesto critico e veloce come è l’extraospedaliero….forse anche no.
    Al massimo come si usa in Ticino avere in tasca gli algoritmi cartacei plastificati giusto per reminder su casi particolari per diluizioni, ma oltre quello c’è davvero poco.

    1. Provalo, è gratuito. Siamo apertissimi a ogni idea e opinione, viviamo di feedback.
      EMSy, come dice l’articolo, nasce anche per la parte di aggiornamento e formazione professionale. Prova a chiedere “fammi un quiz” e vedrai che sarà formativo e piacevole.

      Simon

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