È una malattia virale che colpisce i bovini ma non è trasmissibile all’uomo. I primi casi sono stati registrati a fine giugno in Sardegna e in Lombardia, ma anche in Valle d’Aosta la lumpy skin disease (Lsd) o dermatite nodulare contagiosa “rappresenta un serio rischio“, scrive la Regione in una nota. Oggi gli assessorati regionali alla Sanità e all’Agricoltura e il dipartimento di prevenzione dell’Usl si sono riuniti, come previsto, per fare il punto sulla situazione epidemiologica.
“Il contagio avviene principalmente attraverso insetti vettori, come mosche, zanzare e zecche”, prosegue la Regione, spiegando che la malattia è “già oggetto di attento monitoraggio da parte delle strutture competenti fin dai primi casi registrati in Italia” e “sono già stati avviati contatti con il ministero della Salute per valutare l’eventuale reperimento dei vaccini, ad oggi l’unica misura preventiva efficace per proteggersi dalla malattia e per le valutazioni in difesa delle razze bovine autoctone”.
Inoltre, “nelle ultime settimane sono proseguite le interlocuzioni con le associazioni di categoria coinvolte – conclude la nota – e, nel corso di questa settimana, i due assessorati insieme all’azienda Usl le incontreranno per condividere la situazione attuale e definire le azioni necessarie a tutela del comparto zootecnico valdostano”.