I reparti di Urologia e Pediatria dell’Azienda Usl della Valle d’Aosta hanno due nuovi primari, Emanuele Castelli e Paolo Serravalle. L’annuncio del loro insediamento, già avvenuto da qualche settimana, è giunto nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella mattinata di oggi, martedì 11 ottobre.
“Rilanciare una attività chirurgica”
Medico torinese di 49 anni, dopo aver conseguito una laurea in medicina e una specializzazione in urologia a Torino, Castelli si è lanciato in una avventura quasi ventennale presso l’Ospedale San Giovanni Bosco, dove egli ha potuto sperimentare accanto alle sole chirurgia e colonscopia anche la più innovativa chirurgia robotica e dove egli ha anche ricoperto il ruolo di dirigente medico del plesso.
“Arrivato in una nuova regione ed entrato in un reparto mai visto prima, ho necessitato di qualche settimana per ambientarmi all’interno di una équipe che ho comunque trovato attiva e affiatata – commenta il nuovo primario, giunto nella regione per una serie di coincidenze attirato dall’attrezzatura tecnologica dell’ospedale del capoluogo, che egli ha peraltro desiderio di ampliare acquisendo strumentazione laser e non solo -. Il mio obiettivo, durante questo incarico, sarà quello, dopo l’aumento significativo delle sedute operatorie già registrato da questo mese, di rilanciare una attività chirurgica che ha subito forti rallentamenti a causa della carenza di personale, arginabile per esempio tramite una opportuna formazione che renda gli incaricati e i loro ruoli intercambiabili”.
“Mantenere alti gli standard di cura”
Medico chirurgo specializzato in pediatria classe 1960, Serravalle svolge la propria attività prevalente in Neonatologia, Pronto soccorso pediatrico e Allergologia pediatrica e ha alle proprie spalle una formazione conseguita presso l’Ospedale Gaslini di Genova nonché un periodo professionale trascorso a Ivrea.
“Il reparto di Neonatologia valdostano rappresenta una realtà unica nel panorama nazionale grazie a livelli assistenziali superiori al primo e prossimi invece al secondo livello anche se privo della certificazione di Terapia intensiva neonatale – spiega l’uomo, dettosi desideroso di proseguire lungo la proficua via tracciata dai suoi predecessori -. La sfida che il mio ruolo mi impone di affrontare è quella di mantenere alti gli standard di cura offerti ai pazienti nonostante le difficoltà, sancendo ancora una volta la nostra funzione cardine di unico punto nascita della regione nonché di rinnovare il titolo di “Ospedale a misura di bambino” consegnatoci nel 2010 da parte dell’Unicef”.
La riattivazione di Neonatologia
Dopo i saluti e gli auguri di benvenuto dell’assessore Roberto Alessandro Barmasse e del direttore generale dell’Azienda Usl Massimo Uberti, il direttore sanitario dell’Azienda Usl locale Guido Giardini ha voluto annunciare il ritorno a un funzionamento a pieno regime del reparto di Neonatologia dell’Ospedale Beauregard di Saint-Christophe.
“Tra luglio, agosto e settembre siamo stati costretti a una chiusura formale della sezione e a ritagliare internamente a Neonatologia una sezione di Patologia neonatale nella quale far confluire un personale infermieristico e ostetrico insufficiente coadiuvandone i turni di modo da mantenere una media di quattro ricoveri a settimana – dichiara Serravalle -. Dal pomeriggio di ieri siamo tornati in piena attività, traguardo particolarmente importante nel corso di una stagione scolastica che, aumentati i casi di ricovero, renderebbe impossibile gestire una non benefica situazione di promiscuità di bambini di età e con patologie differenti”.
Lo stato dell’arte del personale
La sezione di Pediatria contempla a oggi un totale di 8 medici, 2 in meno rispetto alla soglia standard di 10 professionisti necessari a un organico pieno; grazie al nuovo concorso in scadenza il prossimo giovedì 20 ottobre, Serravalle auspica di poter integrare le fila del proprio personale con nuove leve.
“Nostro malgrado, i cali nelle assunzioni rappresentano una situazione comune in tutta Italia nonostante la ventina di concorsi attualmente in atto – conclude Castelli -. Con i suoi 6 dottori su 8 richiesti, Urologia è purtroppo al di sotto della soglia minima di 2 dirigenti medici nonostante l’apporto fondamentale di una specializzanda del primo anno che svolge per noi attività di apprendimento fornendoci al contempo un prezioso aiuto”.