Nasce l’associazione “Diritto alla Salute” per curare gratuitamente i non abbienti

Alla neonata associazione di volontariato hanno aderito 43 professionisti valdostani. 39 di questi sono medici, molti dei quali in pensione. Per due pomeriggi a settimana, dal 3 marzo, due studi del consultorio di Pont-Suaz saranno a disposizione bisognose.
La presentazione dell'associazione Diritto alla Salute. Da sx: Uberti, Testolin, Marzi e Crotta
Sanità

Il punto di partenza è la Costituzione. E, in particolare, l’articolo 32: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.

È da queste premesse che è nata, in Valle d’Aosta, l’associazione di volontaria Diritto alla Salute. Con un obiettivo specifico: “Di indigenti ce ne sono molti e hanno bisogni diversi – spiega il dottor Sergio Crotta, per quasi vent’anni responsabile della Struttura complessa di Gastroenterologia dell’Usl –. E, tra questi bisogni, c’è anche la sanità”.

Da qui l’idea, ispirata anche dall’esperienza dell’Associazione Salute Art32 di Banchette d’Ivrea, di cercare medici e professionisti disponibili a fare i volontari. E, dal mese di marzo 2025, Diritto alla Salute offrirà alle persone in difficoltà economica l’accesso ad una struttura ambulatoriale per visite mediche di Medicina generale e specialistiche. Gratuitamente.

“Abbiamo arruolato 43 professionisti – aggiunge Crotta –, la maggior parte dei quali in pensione. Quattro di loro lavorano ancora in ospedale e hanno avuto una deroga da parte dell’Usl per lavorare anche da noi. La metà dei pensionati esercitava in libera professione, l’altra metà era ‘dormiente’. E, contattati, sono stati entusiasti di riprendere ad onorare la propria professione”.

Di questi, 39 sono medici, per fornire prestazioni di cardiologia, chirurgia, dermatologia, ecografia, ematologia, endocrinologia, gastroenterologia, geriatria, ginecologia, malattie infettive, medicina interna, medicina d’urgenza, nefrologia, neurologia, neuropsichiatria infantile, ortopedia, otorino, pneumologia, psichiatria, rianimazione, senologia e urologia. Tutte in due studi medici – messi a disposizione part-time dall’Usl – del consultorio di Pont-Suaz, a Charvensod.

L’obiettivo, è quello di offrire un servizio a chi vive una difficoltà economica e, non potendo attendere i tempi delle liste d’attesa, non ha neanche la possibilità di rivolgersi al privato. Questione non così rara, dal momento che, sul fronte della povertà relativa, nonostante i livelli bassi rispetto alla media nazionale – 4,8 per cento in Valle rispetto al 14,5 per cento medio in Italia – i dati regionali fanno notare un peggioramento rispetto al 2022 (3,7 per cento).

“Gli utenti possono venite personalmente, ma preferiremmo trattare pazienti che sono già stati dal medico curante – dice ancora Crotta –. La Caritas sarà sicuramente un grosso ‘fornitore’, così come i Servizi sociali del territorio ed i medici di Medicina generale che conoscono bene i propri pazienti”.

Il dottor Sergio Crotta
Il dottor Sergio Crotta

“Non posso che ringraziare il dottor Crotta – ha spiegato invece il direttore generale Usl Massimo Uberti –. Collaboriamo e continueremo a farlo, con entusiasmo e per favorire questa iniziativa. Non è che l’inizio di una collaborazione. L’Associazione intercetterà la fascia più debole, che è comunque compito della Sanità pubblica prendere in carico. Sono rimasto colpito dal numero di colleghi in pensione e attivi che hanno aderito. Dimostra che qui mettere a disposizione le proprie competenze è cosa molto sentita, è la ricchezza di un territorio, in questo caso, invidiabile”.

Soddisfazione anche dalla parte politica: “Il fatto che stiano nascendo una serie di iniziative di questo rende chiaro che stiamo vivendo momenti fuori dall’ordinario – ha spiegato l’assessore alla Sanità Carlo Marzi –. In questi momenti, esistono due atteggiamenti: dividersi e contestare tutto, oppure portare messaggi comunitari come si fa oggi. E che questo sia fatto con un bene primario come la sanità è importante. Sappiamo che in sanità ci sono problemi, ci lavoriamo tutti i giorni, ma siamo consapevoli che ci sono più ‘zone di luce’ rispetto a quelle d’ombra. Scegliere di costruire assieme soluzioni e farlo attraverso dei professionisti che si rimettono in gioco è molto importante”.

Intervento che fa il paio con quello del presidente della Regione Renzo Testolin: “Il volontariato fa parte del DNA dei valdostani e di questa comunità – ha detto –. Questo ne è un esempio ulteriore, che fa crescere le risposte a chi ne ha bisogno. In questo momento particolare, la sanità ha delle ‘ombre’ che in questa regione si cerca di dissipare in tutti i modi. Con il lavoro e l’attenzione finanziaria dovuta. Ci sono miglioramenti da apprezzare e difficoltà da affrontare. E questo è un modo per affrontarle socialmente, in maniera fattiva e operativa”.

Oltre ai 100 euro chiesti ai volontari come quota annua per l’adesione – per un totale quindi di 4.300 euro –, è stata avviata contestualmente una campagna di fund raising. La Fondazione comunitaria della Valle d’Aosta ha erogato 15mila euro per l’acquisto di un ecografo, i tre Lions valdostani hanno versato 4.500 euro complessivi mentre Les Amis du Cœur hanno donato un elettrocardiografo.

Per informazioni e prenotazioni – a partire dal 3 marzo – è sufficiente telefonare al numero 375 6871911. Risponderà una segreteria telefonica e, dopo aver lasciato i dati, un operatore richiamerà per fissare un appuntamento. L’ambulatorio sarà aperto due pomeriggi a settimana, il mercoledì ed il venerdì.

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