“Sono due le grandi novità nel Dipartimento di Salute mentale: da un lato il SerD, diventato una Struttura complessa, e la creazione del Centro di Salute mentale. Che, a differenza di quanto si possa pensare, è il cardine tra la medicina territoriale e quella ospedaliera. Dargli questa connotazione ed intervenire dal punto di vista strutturale dà l’idea dell’impegno messo per dare corso alle idee condivise e ad alcuni processi che hanno richiesto un lavoro sinergico di tutti”.
Così Carlo Marzi, assessore regionale alla Sanità, ha presentato il nuovo Centro di Salute mentale di Aosta, in via Guido Rey, attivato a maggio 2024 e realizzato in un’area interamente rinnovata grazie a poco meno di 100mila euro, Iva inclusa, derivanti da fondi Pnrr. La struttura, al piano -1 del palazzo dell’Usl, ospita anche il Centro per i Disturbi alimentari e la Centrale operativa territoriale.
Il servizio vede, inoltre, incrementare il triage psichiatrico territoriale, che sale da 2 a 8 giornaliere, per cinque giorni a settimana.
“Da noi il Centro nasce un po’ in ritardo rispetto alle decisioni legislative – ha spiegato la direttrice del Dipartimento di salute mentale Anna Maria Beoni –. Avevamo un accesso diretto psichiatrico all’ex maternità, dove si poteva venire visitati dal medico delle urgenze. Con il nuovo Atto aziendale abbiamo riorganizzato il nuovo Centro con la novità del triage. Ora l’utente arriva senza impegnativa e viene visitato prima da un’infermiera con una formazione specifica per i pazienti psichiatrici”.
“Possono arrivare al Centro singoli utenti, genitori che segnalano fenomeni come hikikomori o anche solo chiedere informazioni, persone con problemi sociali e persone che stanno male – aggiunge Beoni –. Il triage infermieristico serve proprio per capire che risposte dare e poter indirizzare le persone nel posto giusto. Prima. Si trattava di codici bianchi che arrivavano in Pronto soccorso, magari con richieste incongrue. Ora c’è l’accesso in un luogo specifico per risposte specifiche. Dai primi di gennaio al 31 luglio abbiamo avuto 400 accessi al triage del Centro di via Guido Rey”.
All’interno, attive dieci tipologie di ambulatori specialistici, per 100 ore settimanali:
- ambulatorio prime visite psichiatriche
- ambulatorio per visite psichiatriche generali successive alla prima
- ambulatorio autismo adulti
- ambulatorio fibromialgia e chirurgia bariatrica
- ambulatorio dedicato ai giovani adulti 16-35 anni
- ambulatorio di telepsichiatria
- ambulatorio psicologico per i famigliari
- ambulatorio psicologico per le urgenze
- ambulatorio di psicoterapia
- ambulatorio visite psichiatriche per certificazioni (es. per il rinnovo della patente)
Lo stato della Salute mentale in Valle d’Aosta
Dal Rapporto Siep-Società italiana di Epidemiologia psichiatrica 2024, relativo al 2022, e che contiene già i dati sui suicidi per ogni regione, emerge anche una “fotografia” dei servizi di Salute mentale.
In Valle d’Aosta, dei 32 indicatori presi in esame dal report – tra cui posti letto, strutture psichiatriche attive, posti letto in strutture residenziali psichiatriche, accessi in Pronto soccorso con diagnosi psichiatriche, incidenza di casi trattati, pazienti trattati con farmaci antipsicotici, dimissioni dal reparto psichiatrico, contatto entro 14 giorni dalla dimissioni – uno solo è negativo, quello cioè quello relativo ai ricoveri per Trattamento sanitario obbligatorio. Troppi.
“La Valle d’Aosta ha un alto controllo sociale – dice ancora Beoni –. Qui, se un ubriaco si addormenta casualmente su una panchina, qualcuno chiama il 112, arriva l’ambulanza e in Pronto soccorso viene fatto un Tso che, di fatto, viene sciolto nei giorni successivi. Arrivano anche persone che, magari, hanno fatto una rissa in un locale. In altre città queste situazioni non vengono segnalate”.
Non solo: “Di media, sottoponiamo a Tso due o tre persone al mese – chiude la direttrice del Dipartimento –. Visto l’elevato controllo sociale non ci sono mai gravi eventi di disordine. Inoltre, abbiamo una grande collaborazione con forze dell’ordine, che non hanno bisogno di fare grandi interventi coercitivi. In altre regioni, con reparti con le porte aperte, se il paziente si allontana si scioglie il Tso. Qui non accade. Dimettiamo paziente solo quando siamo sicuri che la situazione sia sotto controllo, e vogliamo rivederlo e rivalutarlo”.
“L’unico indicatore negativo segnalato è la percentuale dei Tso, ovvero dei ricoveri non volontari – aggiunge il direttore Usl Massimo Uberti –. È un indicatore che ci deve fare riflettere. Il giudizio dello studio è molto favorevole, con un solo significativo punto di debolezza. Questo ci dice che non stiamo lavorando male, ma non ci fa sentire soddisfatti. Pensiamo di avere ampi spazi di miglioramento e ci stiamo lavorando. Abbiamo servizi molto elevati, ma dobbiamo puntare sulla parte più strettamente territoriale non residenziale. Anche in termini di personale, di sforzi, di professionalità aggiuntive”.
Una risposta
Se uno Psichiatra deve fare la spola tra l’ex Maternità e via Guido Rey, perché non ci sono appastanza Specialisti per un’assegnazione programmata al servizio ambulatoriale, lo si sottopone a stress, a perdite di tempo negli spostamenti, a rischio di incidente … oltre ai tempi di attesa per i codici meno urgenti.
Bene la forma, i colori … se c’è la sostanza del servizio.