Primo caso del virus West Nile diagnosticato in Valle d’Aosta

L'USL sottolinea come "il paziente, residente fuori Valle, ha contratto l’infezione al di fuori del territorio valdostano. Non è contagioso e il caso riscontrato non comporta alcun pericolo di diffusione nella nostra regione".
Sanità

Il virus West Nile, che ha già mietuto diverse vittime soprattutto nel Centro e Sud Italia, è stato diagnosticato per la prima volta in Valle d’Aosta negli scorsi giorni. Lo fa sapere l’USL, che sottolinea come “il paziente, residente fuori Valle, ha contratto l’infezione al di fuori del territorio valdostano ma, senza aver ricevuto una precedente diagnosi del contagio, è partito per un soggiorno in Valle d’Aosta. Arrivato in Pronto Soccorso per un dolore all’addome, al paziente è stato fatto un prelievo sierologico per il West Nile, come da protocollo per indagare la febbre. È risultato positivo al test e poi ricoverato per una patologia probabilmente correlata”.

Il paziente non è contagioso e il caso riscontrato non comporta alcun pericolo di diffusione nella nostra regione. “Grazie alle competenze specialistiche e alle tecnologie diagnostiche a disposizione, l’Ospedale ‘Parini’ ha potuto individuare tempestivamente la malattia, garantendo al paziente le cure più appropriate”, dice il dott. Mauro Occhi, Direttore sanitario dell’Azienda USL. !È importante sottolineare che la febbre West Nile non si trasmette da persona a persona attraverso il contatto diretto con individui infetti, ma esclusivamente tramite la puntura di alcune specie di zanzare che si infettano nutrendosi di uccelli selvatici, veri serbatoi naturali del virus”.

“Si tratta”, prosegue il Direttore Sanitario, “di condizioni che con le progressive mutazioni climatiche cui assistiamo è verosimile si presentino sempre più spesso nei decenni a venire. Questo a conferma della bontà della politica intrapresa da tempo in questa regione di sempre più stretta collaborazione tra i medici, chi si occupa di sanità animale e l’Istituto zooprofilattico. Questo approccio – battezzato come “One Health” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – è quello che garantisce una stretta vigilanza sul passaggio di malattie da un vettore animale all’uomo, una delle tante lezioni apprese dalla pandemia da COVID 19”.

Silvia Magnani, Direttrice della Struttura complessa Malattie infettive dell’Ospedale regionale di Aosta, dice: “Da noi c’è il vettore ed è un’estate estremamente calda, e l’attenzione su West Nile virus è molto alta, soprattutto rispetto ai centri trasfusionali. Al momento non c’è ancora un vaccino e non c’è una terapia specifica. Comunque nella maggior parte dei casi l’infezione non causa alcun sintomo e molte persone non si accorgono nemmeno di averla contratta. In altri casi possono manifestarsi sintomi lievi, come febbre, mal di testa, dolori muscolari e stanchezza, simili a quelli di una sindrome influenzale. Solo in rarissime circostanze, soprattutto in persone anziane o con fragilità, l’infezione può determinare complicanze neurologiche più gravi che richiedono cure ospedaliere”.

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