Non servirà più uscire dalla Valle per essere operati per stenosi valvolare aortica. Dopo anni di lavoro e preparazione, l’ospedale Parini di Aosta ha avviato una collaborazione con l’ospedale Mauriziano di Torino per eseguire gli interventi TAVI (impianto valvolare aortico transcatetere), una procedura innovativa che evita l’intervento a cuore aperto. I primi due pazienti – un 83enne e un 85enne – sono stati operati l’11 marzo scorso nella sala ibrida del nosocomio regionale.
Un’operazione “di altissima complessità” che consente, grazie a un catetere introdotto dall’arteria femorale, di far arrivare fino al cuore una nuova valvola aortica miniaturizzata – ridotta a una dimensione di quattro millimetri – e in questa sede, con degli opportuni accorgimenti tecnici, di aprirla e impiantarla sopra quella ammalata. Viene così ripristinato il corretto passaggio del sangue tra il cuore e l’aorta.
In Valle d’Aosta sono circa 400 i pazienti potenzialmente interessati da stenosi valvolare aortica, over 75 anni, con una media di età di 80-82 anni. Ogni anno si stimano tra i 30 e i 40 interventi. “È una malattia progressiva e degenerativa – spiega Paolo Scacciatella, primario di Cardiologia del Parini – che di anno in anno peggiora e riduce l’aspettativa di vita. Nei casi gravi, si parla di due anni. Quando decidiamo di intervenire, il beneficio deve superare i rischi”.
Una volta al mese l’équipe di cardiochirurgia del Mauriziano – composta da cinque professionisti tra cardiochirurghi, anestesisti e perfusionisti – si reca ad Aosta per due interventi di Tavi programmati e per altre operazioni e consulti. “Abbiamo a disposizione la sala ibrida per dodici ore, al netto di urgenze. L’équipe resta in Valle per monitorare i pazienti operati nelle 12 ore successive. In caso di complicanze – rare, con un’incidenza dello 0,7% – è possibile intervenire con la cardiochirurgia tradizionale”, aggiunge Scacciatella.

L’idoneità al trattamento viene valutata da un gruppo multidisciplinare composto da medici di Aosta e Torino: cardiologi, cardiochirurghi, anestesisti e rianimatori. “Ci confrontiamo caso per caso – continua Scacciatella – in quello che le linee guida internazionali chiamano Heart Team, ritenuto il perno dell’appropriatezza terapeutica”.
Dal punto di vista economico, un intervento di Tavi nel pubblico ha un costo medio di 25 mila euro (che nel privato può salire fino a 50 mila). La collaborazione con il Mauriziano è a pari per le casse regionali, consentendo di evitare i costi per la mobilità sanitaria, ma migliorando la qualità dell’assistenza. “Il paziente ci guadagna – sottolinea Scacciatella – soprattutto in termini di disagi e spese indotte”.
“Il desiderio più grande per i pazienti valdostani è quello di rientrare presto ad Aosta. Grazie a questa iniziativa ogni paziente riceve la strategia terapeutica migliore, chirurgica o transcatetere, potendo rimanere in sicurezza nella propria regione”, conferma Paolo Centofanti, direttore della Cardiochirurgia del Mauriziano.
Un valore aggiunto importante è rappresentato anche dal tipo di sedazione. “Durante la procedura – precisa Gabriella Buono, direttrice della cardio-rianimazione del Mauriziano – il paziente è sveglio ma con una sedazione blanda, non viene intubato. Questo riduce le paure e le complicanze. Ma il valore più grande è la condivisione di esperienze e competenze tra due territori vicini.”
“La collaborazione con il Mauriziano – conclude Massimo Uberti, direttore generale dell’Usl – è un esempio concreto di come l’integrazione tra professionisti e regioni possa migliorare l’assistenza.” “Esperienze come questa sono complesse – chiude Scacciatella – ma siamo tra i primi in Italia a realizzarle. Qualcosa di simile si è fatto a Bolzano. Possiamo diventare un modello per altri territori con caratteristiche analoghe.”