Vallée Santé critico sulle nuove Case di comunità: “Erano davvero la soluzione migliore?”

Il Comitato critica l'annuncio, arrivato nei giorni scorsi, sulla realizzazione di due future “Case della comunità” a Châtillon e Donnas con fondi Pnrr. "Dubitiamo molto che si tratti di un vero potenziamento dell’assistenza".
Il Poliambulatorio di Donnas
Sanità

“Arrivano i soldi, per i servizi si vedrà”. È critica la posizione del Comitato Vallée Santé sull’annuncio dei lavori per la realizzazione di due future “Case della comunità” a Châtillon e Donnas.

“Ci siamo – si legge in una nota -. È pronto un altro girotondodi cantieri e lavori che nel nome del Pnrr porterà soldi (tanti soldi) da destinare alle nuove Case di Comunità che dovrebbero sorgere in Valle. In tutto dovrebbero essere 13 articolate in intensità di cure ‘alta’ (dette anche Hub ad Aosta e Donnas), ‘media’ (dette anche Spoke a Morgex e Châtillon) e ‘bassa’ (Courmayeur, Saint-Pierre, Variney, Charvensod, Nus, Valtournenche, Verres, Brusson e Gaby). Tutte strutture già esistenti. Nessun nuovo intervento”.

Non solo: “Ci dicono che, per ora, partiranno solo quelle di Donnas e Châtillon. Non ci dicono quanto costeranno, ma lo diciamo noi: quasi 7 milioni di euro. Altri 7 dovrebbero arrivare per Aosta e Morgex”. Ma il problema – prosegue il Comitato – è anche un altro: “Come già detto in altre occasioni, dubitiamo molto che si tratti di un vero potenziamento dell’assistenza. Crediamo, piuttosto, che (alla fine) il tutto si tradurrà solo in un cambio dicartelli segnaletici’. Al posto di ‘Poliambulatorio’ avremo la scritta ‘Casa di Comunità’. Un cartello che costerà molto caro per non cambiare quasi nulla”.

Operazione di maquillage che non va già a Vallée Santé: “Se, davvero, a livello locale, si fosse voluto dare corpo alla nostra autonomia decisionale, allora avremmo dovuto uscire un pochino dal seminato nazionale e guardare con più equilibrio ed attenzione al territorio. Invece di spendere soldi per ‘rifare’ quello che già (bene o male) esiste, forse bisognava investire su servizi più distribuiti sul territorio”.

Con degli esempi: “Pensiamo alle località che resteranno disagiate (perché lontane dal centro) come Cogne, La Thuile, Champorcher, Gressoney. Per loro non sono previsti nuovi servizi. Resteranno tutti i disagi che già vivono oggi. Si parla tanto di avvicinare i servizi all’utenza e invece? Soliti bla-bla. Nella realtà non si tratta di un progetto scaturito da una accurata analisi locale dei bisogni, ma la traduzione di quanto prevede il Pnrr che indica almeno una Casa di Comunità ogni 45mila abitanti circa. Sono previste1.350 nuove strutture hub (o riconvertite) in tutta Italia entro la metà del 2026. Due di queste in Valle d’Aosta”.

Con una considerazione “legata ai soldi già spesi, negli ultimi anni, per interventi di ammodernamento del Poliambulatorio di Châtillon (rifatto attorno al 2010/2012 proprio come ‘Casa della salute in un  distretto di Montagna’ – dice ancora il Comitato – investendo circa 1 milione e 600mila  euro),  Donnas e Antey realizzata con ingenti soldi pubblici come Consultorio polivalente e Microcomunità. Poi è rimasta solo la micro comunità, ora esternalizzata, e adesso si pensa di riutilizzare la palestra di riabilitazione”.

“Si pensi che nel 2006 lo stesso Consultorio fungeva da Centro Prelievi, Sede di continuità assistenziale, sede di Sanità Pubblica, Sede del Servizio Veterinario, Logopedia, Ostetricia oltre che Palestra di riabilitazione – chiude la nota di Vallée Santé -. Piano piano, tutto è stato cancellato. Forse anche chi controlla i conti degli enti pubblici dovrebbe meglio valutare queste spese perché, alla fine, si tratta di soldi pubblici. Soldi di tutti i valdostani. Questi interventi erano davvero la soluzione migliore?”.

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