Per una settimana saranno gli studenti di seconda e terza dell’Indirizzo di Informatica e Telecomunicazioni dell’Isiltp di Verrès a essere insegnanti. Il loro compito sarà quello di guidare ragazzi più piccoli di loro, frequentanti classi dalla terza elementare alla terza media, in due laboratori: uno porterà loro a sviluppare un’applicazione web finalizzata alla sostenibilità ambientale e l’altro alla creazione di un robot.
Pur essendo la prima edizione, l’iniziativa ha ricevuto parecchie adesioni. Al progetto parteciperanno infatti 22 sezioni provenienti da 8 istituzioni diverse, sparse in tutta la Valle d’Aosta, tra cui Saint Roch di Aosta, Luigi Barone di Verrès, Walser e Mont Rose B di Gressoney, Ottavio Jacquemet di Issogne e Verrès, Abbé Trèves di Saint Vincent e Valtournenche, Grand Combin di Gignod, per un totale di 359 studenti. “Le richieste sono state talmente tante che ho dovuto sforare sul lunedì successivo, anche se l’idea iniziale era quella di far durare il progetto cinque giorni”, si è stupito il prof. Pinet “Ci sono scuole che hanno voluto partecipare pur essendo distanti dalla nostra sede”.
Questo progetto è una sfida per gli studenti, secondo Luca Pinet, da sette anni professore di Informatica all’Isiltp. “Una sfida faticosa”, aggiunge. “I nostri ragazzi hanno comunque quindici o sedici anni, e a quell’età è faticoso spiegare a un ragazzo come funziona un software”. Nel corso della settimana appena trascorsa, dedicata alla preparazione dell’evento, il professore ha notato l’entusiasmo dei ragazzi. “Sicuramente sarà un’esperienza che li arricchirà tantissimo dal punto di vista educativo perché devono passare dall’altra parte della cattedra: non saranno più spettatori passivi della scuola, ma diventeranno insegnanti loro stessi”. “E’ un po’ come se i nostri studenti durante questa settimana fossero un’agenzia di formazione, saranno loro a dover gestire i laboratori, il ruolo di noi insegnanti sarà puramente osservativo e di sorveglianza”.
Il progetto è il risultato della dedizione e della fiducia di tutto il Dipartimento di Informatica dell’Istituzione. “Speriamo che funzioni e di poterlo riproporre il prossimo anno” commenta Pinet, che è stato il responsabile della parte organizzativa. “L’obiettivo principale è quello di riunire tutti – ragazzi disabili compresi, come vedremo – sotto un’unica scuola, in modo che possano divertirsi e imparare qualcosa riguarda la tecnologia, l’innovazione e il mondo dell’informatica“.
Una progetto alla sua prima edizione
“Il progetto è stato inventato da noi“, afferma Pinet. “Siamo l’unica scuola in Valle che organizza la settimana del codice fatta così in grande, con le scuole che vengono e con gli studenti che si fanno formatori”.
Questo progetto è alla sua prima edizione “in questa forma” specifica il professore, in quanto si tratta di un’evoluzione di un’iniziativa tenuta l’anno scorso, quando l’Isiltp aveva accolto le classi della scuola elementare di Verrès e intrattenuto loro con varie attività. Visto il risvolto positivo, il Dipartimento di informatica dell’istituzione ha deciso di allargare la proposta a tutte le scuole della Valle d’Aosta, trasformandola così nella Settimana del Codice Valdostana. Inoltre, ha incentivato l’idea di mettere in piedi la Coding Week il fatto che l’Isiltp è stata una delle prime quindici scuole in Italia a diventare parte di una rete per l’intelligenza artificiale e a introdurre questo tema all’interno della scuola.
“Abbiamo la fortuna di avere sei laboratori di informatica molto grandi e ben attrezzati, quindi riusciamo a ospitare quattro classi contemporaneamente senza problemi” approfondisce l’insegnante. Le attività sono costruite su quattro moduli, per agevolare le scuole negli spostamenti. “Valtournenche e Gressoney ad esempio scenderanno con un pulmino comunale, Gignod invece si sposterà in treno” argomenta.
Due laboratori all’insegna della tecnologia
I ragazzi offriranno due laboratori agli studenti di elementari e medie. Il primo si pone come fine quello di sviluppare un’applicazione che, attraverso l’intelligenza artificiale, cataloghi i rifiuti. Il software riconoscerà l’immagine scattata a un certo oggetto mostrando dove buttarlo. Il secondo laboratorio, invece, consiste nella costruzione di un robottino che, seguendo un percorso e superando ostacoli, simuli il salvataggio di una persona in pericolo. Le immagini dei robot costruiti saranno pubblicate sulla pagina Instagram del Dipartimento, mentre i software rimarranno a disposizione dei ragazzi, in modo da poterne usufruire anche a casa.
“Il prossimo anno, visto che vorremmo riadattare e ingrandire il progetto, ci piacerebbe aggiungere qualche laboratorio sulla manifattura additiva o sulla la realtà aumentata”.
Durante questi giorni, “di teorico non ci sarà assolutamente nulla: gli studenti delle medie e delle elementari staranno a costruire robot o a programmare davanti al computer, è tutto un imparare facendo”.
Le aspettative degli insegnanti verso il progetto sono quelle che gli studenti esprimano le loro capacità e attitudini. “Sono anni che noi lavoriamo per valorizzare le eccellenze, nella nostra scuola e nel nostro indirizzo ce ne sono! Nel momento in cui i ragazzi si fanno formatori significa che hanno interiorizzato il concetto ancora di più rispetto all’esercizio valutato che posso proporgli io. Poi magari formeremo futuri insegnanti” ipotizza ancora “Potrebbe essere che con questa esperienza capiscano di voler fare questo lavoro. Comunque, la speranza più grande è che tutti si divertano e imparino qualcosa”.
In concomitanza, la Coding week for disability
In parallelo al progetto principale, si svolgerà la “Coding week for disability”, una serie di laboratori di coding sul tema della raccolta differenziata alla quale parteciperanno 8 studenti con disabilità dell’Istituzione, guidati dagli stessi studenti che faranno da tutor ai ragazzi di medie e elementari.
“Non abbiamo voluto stabilire una giornata solo dedicata agli studenti con disabilità perché ci sembrava che questa non fosse inclusione”, giustifica Pinet. “Per questo motivo parteciperanno ai laboratori insieme agli altri. L’obiettivo in sé che riceveranno è secondario, noi vogliamo proprio che si divertano e che siano in contatto con altri studenti, è questo che ci preme di più”.
Insomma, gli studenti di Verrès “dovranno insegnare sia all’alunno di terza media che al ragazzo autistico, per dire. Sarà doppiamente una sfida, ma confido sul fatto che ce la possano fare”.
Una risposta
Non se ne può più della pubblicità quasi quotidiana che si fa questa scuola!