Dispersione scolastica: in Valle d’Aosta il 13,3% dei ragazzi abbandona gli studi

19 Ottobre 2023

Nel 2022 il 13,3% degli alunni delle scuole valdostane di età compresa tra i 18 e i 24 anni abbandona prematuramente gli studi. Il dato sulla dispersione scolastica, superiore sia alla media nazionale dell’11,5% sia alla media del nord-ovest del 10,2%, sale al 17,9% nella fascia maschile e scende all’8,5% nella fascia femminile.

La dispersione assume in Valle d’Aosta la duplice forma di dispersione scolastica, cioè allontanamento dall’istruzione senza aver conseguito un titolo entro i 24 anni, e dispersione implicita, l’ottenimento di un diploma con livelli di competenza inadeguati.

A rendere note statistiche e distinzioni è il “Memento statistico della scuola valdostana 2023”, documento annuale curato dalla Struttura regionale per la valutazione del sistema scolastico della Valle d’Aosta e contenente informazioni e numeri che tracciano lo stato dell’arte del sistema formativo della regione.

La demografia

In un periodo di forte e costante calo demografico, che ha portato le nuove nascite in Valle d’Aosta a scendere dalle 1.059 del 2013 alle 778 del 2022, diminuiscono inevitabilmente e sensibilmente anche le iscrizioni scolastiche.

“Gli allievi dell’infanzia sono passati dai 3.554 del biennio 2013/2014 ai 2.530 del biennio 2022/2023 e quelli della primaria sono passati dai 5.982 del biennio 2013/2014 ai 5.103 del biennio 2022/2023 – ha spiegato la sovrintendente agli Studi, Marina Fey, durante la conferenza stampa di presentazione del “Memento” tenutasi oggi, giovedì 19 settembre -. Rispetto a dieci anni fa sono aumentati soltanto i frequentanti della scuola secondaria di secondo grado dai 5.162 del biennio 2013/2014 ai 5.410 del biennio 2022/2023”.

Bocciature e rimandi

Dopo la parentesi pandemica dell’anno scolastico 2019/2020, gli esiti degli studenti valdostani sono sostanzialmente tornati ai valori degli anni precedenti, raggiungendo nel biennio 2021/2022 percentuali di non ammissione alla classe successiva pari allo 0,3% nella primaria, al 2,6% nelle scuole medie e al 9,7% nelle scuole superiori.

“Tale fenomeno genera inevitabilmente un certo grado di demotivazione e demoralizzazione che spinge molti studenti ad abbandonare la scuola soprattutto nel biennio della secondaria di secondo grado, dove le bocciature ammontano al 15,7% nel primo anno e all’11,2% nel secondo anno – ha osservato ancora Fey -. Si tratta di una fase di transizione in merito alla quale dobbiamo continuare a interrogarci con insegnanti e famiglie”.

I dati del report evidenziano una certa disomogeneità nelle non ammissioni, che negli istituti tecnici raggiungono preoccupanti livelli del 13,3% a giugno e del 18,5% a settembre; seguono a netta distanza i licei (7,8% a giugno e 10,5% a settembre), gli istituti professionali e IeFP (8,5% a giugno, 11,3% a settembre) e altre tipologie scolastiche (9,7% a giugno, 13,3% a settembre).

Le percentuali di bocciatura registrate nel biennio 2021/2022 in Valle d’Aosta (9,7%) sono più elevate rispetto a quelle nazionali (6,2%) nei diversi percorsi di studio: quasi un quarto degli studenti del secondo anno di superiori ha ripetuto almeno una classe, con valori vicini al 30% negli istituti tecnici e al 40% negli istituti professionali e negli IeFP.

Le prove Invalsi

In maniera speculare alle quantità elevate di non ammissioni della scuola secondaria di secondo grado, i valdostani hanno ottenuto ottimi risultati alle prove Invalsi 2022, talvolta superando e distaccando di molti i propri connazionali.

Mentre per ciò che concerne l’italiano il 66,3% dei bambini della primaria si colloca nella fascia di competenza mediana e il 21,3% nella fascia dell’eccellenza, per ciò che concerne la matematica il 52,7% si colloca nella fascia di competenza mediana e il 20,4% nella fascia dell’eccellenza; bene anche l’inglese, dove i bambini giungono a un livello di padronanza A1 di lettura nel 97,2% dei casi e di ascolto nel 94,5% dei casi.

Ugualmente, alle scuole medie i ragazzi dimostrano capacità superiori alla media in italiano nel 72,4% dei casi e in matematica nel 69,6% dei casi; in inglese essi traguardano il livello A2 atteso nell’85,0% dei casi sullo scritto e nel 78,1% dei casi sull’orale.

I giovani della secondaria denotano un certo peggioramento rispetto al 2019, con percentuali di eccellenza che passano in italiano dal 24,1% (a fronte di una media nazionale del 12,4%) al 14,4% (a fronte di una media nazionale del 6,9%) e in matematica dal 27,4% (a fronte di una media nazionale del 20,7%) al 20,9% (a fronte di una media nazionale del 14,9%); aumenta invece il numero di alunni che, al termine della quinta superiore, ottengono un livello di padronanza del l’inglese pari al B1, passando dai 63,5% di lettura e 51,8% di ascolto del pre-pandemia ai 65,6% di lettura e 59,9% di ascolto dell’anno passato.

Le prove di francese

Oltre alla lingua inglese, gli allievi della Valle d’Aosta confermano la propria bravura anche nello studio e nell’utilizzo della lingua francese sia nella scuola secondaria di primo grado sia nella scuola secondaria di secondo grado.

“I ragazzi di terza media arrivano a un livello B1 nel 62,2% dei casi per la comprensione scritta, nel 40,9% dei casi per la comprensione orale, nel 34,7% dei casi per la produzione scritta e nel 38,8% dei casi per produzione orale, quest’ultima focus principale degli insegnanti in virtù delle sue forti potenzialità comunicative – ha illustrato Fey -. I ragazzi di quinta superiore arrivano invece a un livello B2 nel 67,8% dei casi per la comprensione scritta, nell’84,1% dei casi per la comprensione orale, nel 56,0% dei casi per la produzione scritta e nel 57,1% dei casi per la produzione orale”.

Gli investimenti sulla scuola

Nonostante alcune ombre, dalle statistiche del “Memento” emerge la fotografia di un sistema educativo complessivamente buono. A ciò si somma la pressoché totale assenza di cosiddette “classi pollaio” nella regione, dove il numero medio di alunni per aula ammonta a 18 nella secondaria di secondo grado, a 19,4 nella secondaria di primo grado e a 14,7 nella primaria.

“Oltre ad aver aumentato gli investimenti in manutenzione e interventi sulle strutture da 1 milione di euro a 4 milioni di euro, abbiamo destinato 11 milioni di euro agli operatori di sostegno, aumentando così la qualità dell’insegnamento a bambini e ragazzi con esigenze particolari – ha rammentato l’assessore regionale Beni e attività culturali, sistema educativo e politiche per le relazioni intergenerazionali, Jean-Pierre Guichardaz -. Abbiamo inoltre scelto di mantenere aperti alcuni plessi nonostante le poche iscrizioni come forma di contrasto allo spopolamento delle piccole realtà di montagna pur molto gettonate nel periodo turistico”.

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