L’UniVda compie 25 anni, con iscritti in aumento e nuovi percorsi dedicati alla montagna

I dati e le nuove prospettive dell'Ateneo valdostano sono stati snocciolati dalla Rettrice Manuela Ceretta durante l'inaugurazione dell'anno accademico 2025 - 2026.
Manuela Ceretta - Inaugurazione Anno Accademico 2025 - 2026
Scuola

Nata 25 anni fa con l’obiettivo di essere un ateneo generalista, l’Università della Valle d’Aosta rivendica oggi, con la sua rettrice Manuela Ceretta — durante l’inaugurazione dell’Anno Accademico — la sua natura poliedrica. Originariamente concepita per offrire ai valdostani un’istruzione di qualità, con costi e spostamenti compatibili anche con professioni stagionali o part‑time, l’ateneo ha vinto la sua sfida.

I dati lo confermano: l’UniVdA vanta la più alta percentuale a livello nazionale di laureati e laureate di prima generazione. Il dato aggiornato al 2024 è del 73% (media nazionale 64%), a fronte dell’84% registrato nel 2010 (contro 70% nazionale).

Ma la mission dell’Ateneo è andata oltre. Ha permesso a molti giovani valdostani non solo di laurearsi, ma anche di aprirsi al mondo con doppi titoli, scambi, borse di studio per la mobilità internazionale, e stage all’estero. Non è un caso, dunque, che l’Ateneo abbia conquistato e mantenuto nel tempo il primo posto per internazionalizzazione tra i piccoli atenei, come attestato dalle classifiche del Censis.

Negli ultimi cinque anni le immatricolazioni sono in crescita costante. Ora l’Ateneo valdostano vuole compiere un ulteriore passo avanti. L’’offerta di percorsi specialistici, cresciuta in questi anni, – si è da poco concluso il Master in Management delle Piccole e medie imprese e sta per terminare il Master in Psicologia dello sport – si andrà a breve ad ampliare, con l’avvio nel 2026, del  Master in Climate Change & Risk Mènagement in Mountain Areas con l’Università Bicocca. Tra le novità anche la candidatura a un Master in Governance della Montagna e Sostenibilità, in collaborazione con il Politecnico di Torino. Inoltre sono in corso accordi con la Regione per supportare la nuova legge sulla montagna, e con la Città Metropolitana di Torino per promuovere formazione e micro‑imprese in area alpina. L’offerta si arricchisce anche con due diplomi MINOR in Mountain Studies e Sport Studies.

L’inaugurazione dell’anno accademico — che quest’anno coincide con la riapertura, dopo due anni, dell’Aula Magna — si è aperta con la sfilata del gonfalone dell’Ateneo e il corteo di rettori e docenti. Presenti fra gli altri i Rettori dell’Università di Torino, Genova, del Politecnico di Torino, del Piemonte Orientale, di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Collegata da remoto è intervenuta Laura Ramaciotti, presidente della conferenza dei rettori italiani, che ha definito l’UniVdA “modello virtuoso” per la sua offerta legata al territorio alpino e per la sua capacità di trasformare la montagna in un laboratorio di innovazione accademica.

Ramaciotti ha poi richiamato la sfida che attende tutti gli atenei italiani: la contrazione demografica attesa entro il 2028, con circa 400.000 iscritti in meno (‑20 %).  “E’ necessario muoversi rapidamente per aprirsi il più possibile con delle misure di internazionalizzazione della didattica e servono dei progetti in network tra gli atenei per offrire programmi didattici di punta, di qualità, corsi a distanza ovviamente in lingua straniera, prevalentemente in inglese, per poter attrarre giovani studenti dall’estero.   – ha detto – Abbiamo una didattica di qualità indiscutibile a costi contenuti rispetto a tanti altri paesi europei anche a noi vicini che potrebbero quindi rendere l’iscrizione attraverso i nostri atenei molto interessante per studenti internazionali sia europei sia asiatici ma anche africani”.

La contrazione delle iscrizioni, già realtà in alcune università italiane, non tocca per ora l’Ateneo valdostano. Nel 2025-2026 si registra un nuovo aumento: 1109 iscritti, di cui 435 provenienti da fuori Valle. I nuovi iscritti sono 433, di cui 195 hanno conseguito il diploma fuori Regione.

 “Questi numeri ci gratificano — ha detto il presidente della Regione Renzo Testolin —. Negli ultimi cinque anni abbiamo avuto un costante aumento delle immatricolazioni. Siamo attrattivi anche per i territori limitrofi. Questo ci pone al centro di un contesto nazionale e internazionale che ci stimola e spinge a sviluppare sempre di più la nostra offerta”. Ricordando la nascita dell’Università, il presidente ha sottolineato “la lungimiranza politica“ che 25 anni fa ha voluto confrontarsi con Roma “per valorizzare le peculiarità della nostra regione e far sbocciare una università rappresentativa di questo territorio, che possa rappresentare una piccola gemma, che possa esser attrattiva, nonostante i numeri limitati”.

Il presidente del Consiglio degli Studenti, Alessandro Contardo, ha ricordato che ora serve rafforzare i servizi: trasporti diurni e notturni, aule studio con orari estesi, nuovi spazi di aggregazione e soprattutto avere un nuovo studentato. Il rappresentante del personale tecnico‑amministrativo, Matteo Ganis, spera che al più presto vengano avviati i lavori del secondo lotto del polo universitario,  per riunire tutto il personale tecnico e amministrativo in un’unica sede.

Prima di lasciare spazio alla lectio magistralis di Telmo Pievani, evoluzionista, filosofo della scienza e saggista, sul tema “Avere fiducia in chi sbaglia: un paradosso fecondo in tempi di post-verità”, la Rettrice ha voluto rivolgersi ai docenti, descrivendo gli studenti come viaggiatori che varcano per la prima volta la soglia dell’università, con “uno zaino colmo di aspettative verso di noi e di incertezze su sé stessi”. “Accoglieremo viaggiatori che si aspettano il viaggio più bello di sempre. La nostra responsabilità è grande, ma il nostro privilegio lo è ancora di più.”

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