“Oggi tocca a noi impegnarci affinché le scuole dei piccoli paesi non debbano mai chiudere. L’obiettivo di questa amministrazione comunale rimane quello di garantire, in ogni modo, l’apertura e la continuità della scuola dell’infanzia e della scuola primaria sul territorio comunale”. A sostenerlo è Monica Crétier, sindaca uscente di Champdepraz, candidata per un nuovo mandato. Nel Comune della Bassa Valle, l’anno scolastico è iniziato con una novità che fa discutere: per mantenere aperta la scuola dell’infanzia – che con soli cinque bambini iscritti a fronte del numero minimo richiesto di dieci avrebbe chiuso – ha esternalizzato il servizio affidandolo alla cooperativa Melo di Gressan senza alcun costo per le famiglie. Al momento il servizio vede l’adesione di sette bambini, di cui 3 che frequentano il pre e post scuola.
“Per l’anno scolastico 2025-2026, non avendo ricevuto l’assegnazione di un insegnante per la scuola dell’infanzia da parte dell’istituzione scolastica Ottavio Jacquemet, come promesso a febbraio, l’amministrazione comunale di Champdepraz, al fine di garantirne l’apertura, ha affidato l’incarico alla cooperativa scolastica Melo di Gressan, che adotta il metodo didattico Montessori con costo di circa 40.000 euro – spiega la sindaca -. Inoltre, sono stati stanziati 32.000 euro di fondi ministeriali per garantire il servizio di pre e post scuola, aperto a tutti i bambini dell’infanzia e della primaria, con un orario continuato dalle 7,30 alle 18,30, al fine di facilitare l’organizzazione quotidiana delle famiglie”. La cooperativa Melo “si occuperà sia della didattica della scuola dell’infanzia sia del servizio di pre e post scuola – prosegue Crétier -, con due giovani insegnanti che avranno l’opportunità di crescere professionalmente e, soprattutto, di accompagnare i bambini nella scoperta e nella pratica del metodo Montessori, garantendo un percorso educativo stimolante e di qualità”.
La decisione ha sollevato le critiche della Cisl, che difende la scuola pubblica. Posizione che “comprendiamo e apprezziamo”, afferma la sindaca, rivolgendo “un appello a tutte le rappresentanze sindacali affinché si possa affrontare a livello regionale, in modo unitario e responsabile, un problema che nei prossimi anni sarà inevitabilmente legato al calo demografico”. Invito esteso anche alla politica: “Con l’avvio della nuova legislatura richiederemo fin da subito la collaborazione e il confronto con tutte le istituzioni coinvolte, al fine di individuare soluzioni concrete che possano garantire e salvaguardare la presenza delle scuole pubbliche anche nei piccoli comuni”. La scuola pubblica è “un presidio fondamentale per la vita e la crescita delle piccole comunità locali, pertanto è necessario agire di conseguenza in tempi rapidi e adeguati. Occorre un impegno coeso e responsabile da parte di tutti i soggetti coinvolti: Comuni, Unité, Regione, rappresentanze sindacali e istituzioni scolastiche”.
Nel caso di Champdepraz, Cretier sottolinea come “l’assenza di una strategia chiara, unita alla comunicazione del dirigente scolastico inviata alle famiglie – nella quale si evidenziava che, essendo sotto la soglia minima di 10 bambini, la scuola dell’infanzia avrebbe potuto non aprire – abbia generato un clima di incertezza e insicurezza” che “ha indotto alcune famiglie, preoccupate per la mancanza di garanzie, a richiedere e ottenere il trasferimento dei propri figli presso altri plessi scolastici”. Facendo un tuffo nella storia, la sindaca ricorda l’associazione di beneficenza Pro Schola di Champdepraz, fondata a Parigi il 25 luglio 1919 dagli emigrati del paese con l’obiettivo di raccogliere fondi per sostenere le spese scolastiche degli alunni delle scuole di villaggio e attiva ancora oggi. “Paradossalmente, in un contesto economico e sociale oggi decisamente più favorevole, sembra diventato un’impresa impossibile riuscire a ottimizzare le risorse e le disponibilità esistenti per garantire l’apertura della scuola dell’infanzia nel nostro plesso”. Da qui l’impegno “affinché le scuole dei piccoli paesi non debbano mai chiudere”.
Materna a rischio chiusura: a Champdepraz parte un servizio educativo sperimentale
2 settembre 2025
L’approccio educativo Montessori per tenere aperta la scuola dell’infanzia a Champdepraz. È la soluzione adottata dal Comune della Bassa Valle che – con cinque bambini iscritti per l’anno scolastico 2025-2026 a fronte del numero minimo richiesto di dieci – avrebbe dovuto rinunciare alla materna facendo riferimento alle scuole vicine. E così, con una delibera approvata lo scorso 7 agosto, la Giunta comunale ha approvato per un anno l’attivazione di un servizio educativo sperimentale basato sull’approccio Montessori e rivolto ai bambini dai 3 ai 6 anni che sarà affiancato da alcune ore di pre e doposcuola aperte anche agli studenti della scuola elementare.
Ad occuparsi dell’iniziativa – finanziata dal Comune con 74.162 euro – è la cooperativa sociale Me.Lo. Education di Gressan. Il via è fissato per mercoledì 10 settembre, giorno della prima campanella nelle scuole di tutta la Valle. Al momento, gli iscritti sono sette: “Ai cinque bambini inizialmente previsti se ne sono aggiunti due provenienti dai comuni vicini – spiega Nelly Mendiola, direttrice della cooperativa che gestisce il servizio -. Le iscrizioni sono ancora aperte contattando il Me.Lo o il Comune. I posti sono limitati e il massimo è di dieci alunni”. Due le insegnanti che seguiranno i bambini.
La scuola dell’infanzia osserverà il tradizionale orario dalle 8,30 alle 16,30. Il servizio di pre scuola sarà attivo dal lunedì al venerdì dalle 7,30 alle 8,30 mentre quello di doposcuola dalle 16,30 alle 18,30 nelle giornate di lunedì, martedì, giovedì e venerdì e dalle 14 alle 18 il mercoledì.
Una situazione simile si era verificata nel 2021 a Perloz. Per le stesse ragioni, nel comune della Valle del Lys era stato attivato il progetto “Bambini in Valle” gestito dalla cooperativa “Montessori in Valle” con l’obiettivo di mantenere comunque aperta la scuola dell’infanzia in paese nell’attesa di raggiungere di nuovo il numero minimo di bambini iscritti per riavere la scuola pubblica. Obiettivo raggiunto l’anno successivo.