Amadou Baldeh ha una storia da raccontare, quella di un sogno che si avvera. Nato in Gambia, figlio di un agricoltore, dopo un periodo di lavoro in Libia affronta uno di quei viaggi di cui solitamente vediamo solo le immagini drammatiche alla televisione. Un racconto quasi incomprensibile, una storia straziante che malgrado tutto però si trova sul labile confine che divide ciò a cui prestiamo attenzione e ciò da cui rifuggiamo lo sguardo, un’esperienza distante dalla nostra realtà, questo la porta ad essere dimenticata e ridotta a ben poco in confronto all’attenzione umana e all’empatia che gli si dovrebbe riservare.
“Io lavoravo in Libia e sono venuto in Italia con i barconi, sono sbarcato a Lampedusa”. Un viaggio descritto in poche parole, sembra semplice, lineare ma lascia spazio a una serie di pensieri. “Un viaggio su un barcone nel Mediterraneo”, soffermandoci con più attenzione su questa semplice frase si può facilmente comprendere la distanza dal nostro quotidiano. “Nel mio paese di origine mio papà faceva l’agricoltore”, continua a raccontare, “una volta in Italia mi sono spostato subito da Lampedusa, prima Milano e poi ad Ameno sul lago d’Orta passando per Voghera”.
Proprio ad Ameno Amadou conosce una ragazza che si occupa di un’azienda agricola. Lavoreranno insieme per tre anni occupandosi di animali di vario genere, oltre alla produzione di frutta e ortaggi. Proprio in questo periodo Amadou incontra la moglie, originaria della vallata di Gressoney. Con il tempo, come racconta, lei sarà un tassello fondamentale per rendere possibile la realtà attuale dell’azienda agricola. “Andandocene dal lago d’Orta siamo venuti in Valle d’Aosta con mia moglie, dove ho iniziato a lavorare in un’area verde nella quale tagliavamo l’erba e potavamo piante”, prosegue spiegando: “questo lavoro mi piaceva moltissimo e ho deciso di metterci la testa anche per farlo in futuro”.
L’azienda agricola
Dedito a questo progetto e motivato, continuando a lavorare nell’area verde prende la decisione di creare qualcosa di proprio, comprando trenta piante di mirtilli e piantandole sul lago d’Orta, un territorio che conosce bene e dal clima più mite. Da trenta piantine iniziali alle quattrocento attuali. “Andavo a curarle il sabato e la domenica e una volta cresciute le ho aumentate, poi sempre cercando di migliorare la piantagione di mirtilli ne ho acquisita una ad Hône”.
Una volta aperta la propria azienda e lasciata l’area verde, ad oggi insieme alla moglie Annalisa Angster gestisce i campi e il punto vendita di prodotti agricoli e del territorio nel quale vengono venduti lamponi, fragole, prugne, noci e nocciole. Inoltre, è fissa la presenza dell’azienda al mercato coperto il mercoledì e il sabato, un altro luogo dove si è creata una realtà di collaborazione reciproca tra i produttori.
Amadou ci tiene a ringraziare la moglie: “Siamo molto uniti e abbiamo una bambina che ora ha sei anni, mi ha aiutato molto e se non fosse stato per lei non so se avrei avuto la forza per fare tutto questo”. Non si è fatto mancare inoltre il sostegno dei paesi di Hône e di Gressoney, che considera ormai casa. Facendo sue tradizioni della valle, Baldeh oggi vede nella sua produzione anche il Genepy, dando nuovamente prova che la dedizione e l’impegno profusi nel suo lavoro si sono adattati al territorio. La voglia di apprendere e di mettersi in gioco perseguendo un progetto, un sogno lo ha portato qui oggi a 5535 chilometri da casa, avendo incontrato indubbiamente delle difficoltà lungo il cammino, ma che oggi fanno parte di lui e della sua storia.