Auto: prende piede l’ibrido ma ancora pochi valdostani optano per l’elettrico

Al mese di febbraio del 2022 erano 33.700 le immatricolazioni di veicoli elettrici o ibridi nella regione, contro le 250.000 immatricolazioni complessive, per un totale del soli 13,5% delle vetture in circolazione.
La nuova colonnina di via Martiri della Libertà a Saint-Vincent
Società

La Valle d’Aosta pare ancora lontana dal raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni di CO2 nell’atmosfera entro il 2050 previsto dall’accordo “Fit for 55” stipulato lo scorso martedì 14 febbraio dal Parlamento europeo.  Al 2 marzo 2023 sono complessivamente 78.048 i veicoli immatricolati in Valle d’Aosta, di cui 6.375 autocarri (3.573 in più rispetto ai 2.802 del 2021), 223 motocicli (162 in più rispetto ai 61 del 2021) e 71.159 automobili (37.499 in più rispetto alle 33.660 del 2021).

Sul totale dei mezzi di trasporto acquistati nella regione durante tutto il 2022, 70.976 possiedono un motore ibrido dal doppio funzionamento a benzina e a elettrico, 1.864 possiedono un motore ibrido alimentato invece a gasolio e a elettrico e 5.199 viaggiano completamente in elettrico. Tra le vetture resta prediletta la modalità ibrido con benzina (65.878 immatricolazioni) mentre paiono convincere poco sia l’alternativa a gasolio (1.611 immatricolazioni) sia la variante 100% elettrica (3.670 immatricolazioni).

Il mercato nel 2021

Nel 2021 in Italia sono stati iscritti all’Aci 2.042.444 veicoli tra cui 272.306 motocicli, 1.519.936 automobili e 211.704 autocarri; in Valle d’Aosta i mezzi nuovi di fabbrica inseriti nei sistemi nazionali ammontano a 397 motocicli, 8.020 automobili e 904 autocarri. Sul totale delle vetture italiane, la preferenza quanto a tipologia di alimentazione è stata accordata alla benzina (622.050 vetture) e all’ibrido (484.305 vetture); mentre risultano in calo rispetto al passato quelle a diesel (344.360 vetture contro le 1.130.629 del 2017), inizia a prendere piede anche l’alimentazione elettrica, con 69.213 vetture.

I provvedimenti europei

Una delle più drastiche misure adottate a livello europeo è quella che impone le zero emissioni per tutti i veicoli entro il 2035: non soltanto dunque verrà vietata la vendita di auto e furgoni funzionanti a benzina o diesel ma entro il 2030 le aziende produttrici saranno chiamate ad abbattere del 55% le emissioni delle nuove auto e del 50% quelle dei nuovi mezzi commerciali.

Se i provvedimenti circa le vetture dotate di motori ibridi o e-fuels saranno rimandati al prossimo 2026, resta salvo almeno sino alla fine del 2035 il comparto dei produttori di nicchia con meno di 10 mila auto i meno di 22 mila furgoni creati ogni anno.

Tutti i nuovi target riguarderanno unicamente i veicoli in prossima immatricolazione, ciò che rende quelli già immatricolati liberi di circolare sulle strade europee indipendentemente dalla propria tipologia di alimentazione.

L’elettrico in Italia

Tra i Paesi dell’Unione europea l’Italia è l’unica ad aver ridotto la commercializzazione dei mezzi di trasporto elettrici di un -26,90% dal 2021 al 2022. Nonostante ciò, la Penisola possiede più di 36 mila colonnine di ricarica, di cui sole 500 site lungo le principali autostrade, suddivise in un 58% al nord, un 22% al centro e un 20% al sud.

Una delle problematiche più pressanti per la nazione riguarda la produzione di energia, per un 60% orientata all’utilizzo di gas e carbone fossile e ancora lontana dalla piena conversione alle fonti rinnovabili. Tale complessa situazione energetica italiana rende di fatto vana anche la conversione ai più sostenibili motori elettrici vincolandoli a un funzionamento comunque in parte inquinante.

L’elettrico in Valle d’Aosta

“La clientela è ancora molto confusa da informazioni mediatiche e provvedimenti europei, anche se ben pochi a oggi scelgono l’elettrico se non grazie a incentivi e agevolazioni – racconta il titolare di Autocenter, Luciano Amail -. Non sposiamo la causa dell’elettrico imposta dall’Europa, una scelta quasi forzata che finirà con il creare una fortissima dipendenza dalla Cina, il maggior esportatore mondiale di batterie e relativi materiali da costruzione”.

Secondo alcuni gestori di concessionarie aostane, il comparto risulta ancora eccessivamente arretrato a causa delle difficoltà nell’adeguare strutture di produzione e modalità di alimentazione dei veicoli, comunque soggetti a emissioni di anidride carbonica legate non al funzionamento bensì alla creazione e allo smaltimento delle batterie.

“È, a mio avviso, una decisione del tutto incomprensibile dal punto di vista tecnico e politico che rischia di distruggere uno dei comparti leader dell’Europa, quella dei motori moderni, favorendo le produzioni estere di elettrico a basso costo – commenta ancora Amail -. Inoltre, coloro che oggi propendono per l’elettrico acquistano mezzi attualmente poco evoluti la cui autonomia, dimezzata da temperature fredde e percorsi in salita, non supera i 400 chilometri al massimo della carica”.

L’alternativa dell’ibrido

Specializzata nella vendita della marca leader degli elettrificati Toyota, la concessionaria di Saint-Christophe ha potuto notare un incremento pari a circa il 30% e in linea con i dati nazionali nell’acquisto di veicoli ibridi.

“La categoria dell’ibrido si suddivide tra ibrido leggero o mild hybrid, dotato di motore elettrico e batteria con dimensioni e potenza limitati, e full hybrid, dotato di una componente elettrica importante che permette un autentico abbattimento dei consumi – continua Amail -. Esso garantisce al guidatore la tranquillità di un serbatoio di carburante pieno e al contempo la serenità di emissioni inquinanti ridotte derivante dall’elettrico, senza però problematiche legate a tempistiche e zone di ricarica”.

Un diesel dimenticato

“Nell’ultimo periodo l’interesse degli acquirenti si è spostato dal mondo ibrido ed elettrico per via di fattori quali l’aumento dei costi energetici e la parallela riduzione degli incentivi di acquisto – racconta invece Andrea Foudon di IdealCar -. Alcuni dimostrano ancora qualche propensione in virtù dei contributi regionali, un piccolo valore aggiunto che permette di abbattere i prezzi di modelli più cari rispetto ai motori convenzionali”.

All’interno della triade di motorizzazioni del parco auto Peugeot, che dalle compatte utilitarie raggiunge spaziosi multispace, i venditori hanno notato una predilezione per i modelli a benzina; molto più contenuti nei consumi rispetto a una quindicina di anni fa, essi superano di gran lunga quelli a diesel, che paiono invece essere scelti soltanto dai clienti che ne fanno un utilizzo intensivo.

“Gli avventori dimostrano molta meno pazienza e molta più capacità di adattamento rispetto al passato, limitandosi a comperare ciò che la concessionaria ha già in casa sulla base delle proprie immediate necessità e anche opzionando la variante dell’usato – prosegue Foudon, dicendosi conscio che tale tendenza tragga origine proprio da una produzione automobilistica ancora ridotta a causa dei rallentamenti nel confezionamento di microchip -. Ciò che a mio parere vincola maggiormente nella scelta dell’elettrico è sia il prezzo sia l’inadeguatezza di infrastrutture come le colonnine di ricarica, senza dimenticare che a oggi l’opzione idrogeno è proprio dietro l’angolo”.

Una utenza variegata

Anche la concessionaria Sicav ha confermato l’attuale buon andamento del mercato dell’auto, favorito in Valle d’Aosta da una serie di incentivi di acquisto per alcune specifiche fasce di emissioni.

“Agevolazioni crescenti e moltiplicazione delle colonnine di ricarica posizionate sul territorio hanno spinto molti a optare per vetture ibride e plug-in – nota per converso il titolare Matteo Noussan -. L’elettrico pero resta una scelta circoscritta a coloro che fanno della propria auto un uso cittadino percorrendo generalmente meno di 100 chilometri al giorno, mentre coloro che necessitano di effettuare spostamenti maggiori ai circa 300 chilometri di autonomia del motore tendono a preferire ancora auto a benzina o a diesel”.

Dal diciottenne neo patentato alla persona anziana che desidera concedersi un cambio di auto durante la pensione, la tipologia di utenza automobilistica valdostana si dimostra ampia e variegata.

“Dalla comoda city car per tutti i giorni alle jeep più grandi e adatte alla montagna sino a raggiungere i più famigliari e spaziosi suv, la clientela si dimostra altrettanto varia quanto a preferenze ed esigenze – conclude Noussan -. Tanti tendono di questi tempi a buttarsi su veicoli usati o a chilometro zero già in pronta consegna nonostante il prezzo lievemente più alto rispetto al passato per via della carenza produttiva dovuta a guerra e mancanza di microchip”.

Una risposta

  1. Continuo a non comprendere il perché portarsi dietro centinaia di chili di batteria quando si gira a benzina e centinaia di chili di motore spento quando si viaggia in elettrico.
    Elettrico puro tutta la vita.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito è protetto da reCAPTCHA e si applicano le norme sulla privacy e i termini di servizio di Google. e Termini di servizio fare domanda a.

Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte