Continuano a calare le presenze di cittadini stranieri all'interno del territorio regionale valdostano. Il dato è emerso dal Dossier Statistico sull'Immigrazione 2016 redatto dal docente dell'UniVdA William Bonapace: rispetto ai 9mila 075 di fine 2014 – il 7,1% della popolazione totale – la cifra è scesa fino, al 31 dicembre 2015, agli 8.480 attuali, il 6,7%.
Una cifra che ritocca al ribasso la percentuale rispetto alle regioni limitrofe (10,6% nelle regioni del Nord-Ovest) ed al dato nazionale (8,3%): “Il calo riguarda tutte le collettività – si legge nel rapporto di Bonapace – a partire dai romeni (2,554 presenze nel 2015, il 30,1%, rispetto ai 2.601 del 2014) che restano comunque la nazionalità più numerosa, ai marocchini (1.819 persone, 21,5%, rispetto ai 2.045 nel 2014)”.
Crollano le presenze anche delle nazionalità meno nutrite come gli albanesi (869, mentre erano 994 nel 2014), i tunisini (che da 379 passano a 309, con 70 persone in meno), senza esclusione degli altri paesi dell'Ue a 15 (come i francesi che passano da 232 a 228). Cittadini europei che risultano comunque maggioritari (57,6%) rispetto a quelli provenienti dall'Africa del Nord (26,5%), America Centro-meridionale (6,8%) o dall'Asia (6,3%).
Fenomeno migratorio che anno su anno conferma la sua femminilizzazione crescente: al 31 dicembre infatti la percentuale di donne è aumentata ancora rispetto a quella degli uomini, arrivando fino al 57,8% degli stranieri in Valle (era 57,1% nel 2014), dato superiore sia alle altre regioni del Nord-Ovest (52%), sia a quello nazionale (52,6%), e toccando punte del 71% nel caso di alcune nazionalità.
Quadro non positivo, secondo Bonapace, che ha sempre spiegato come la diminuzione progressiva dei numeri legati agli stranieri sia direttamente proporzionale ad una mancanza di attrattiva del territorio, anche a livello lavorativo. In questo ambito dal dossier emerge che le imprese condotte dai cittadini immigrati (5% del totale in Valle, meno della metà del valore nazionale) al fine 2015 erano 665, con un calo del 4% rispetto all'anno precedente. Gli occupati nati all'estero nel 2015, infine, erano 6.767 – anche qui in calo rispetto allo scorso anno – e pari al 13% della popolazione occupata in Regione: “Escludendo gli occupati nati in un paese dell'Ue a 15 – prosegue il dossier – quelli nati all'estero erano 5.990, circa 160 unità in meno rispetto al 2014. Segnali che indicano una certa sofferenza del mondo del lavoro straniero, confermata anche dal saldo occupazionale”.
Contrazione lavorativa che ricade maggiormente sulle donne (-166 unità) rispetto che sugli uomini (-145) e che ha colpito maggiormente i servizi (-361) seguiti dall'industria (-55) e l'agricoltura (risalita l'anno scorso e che quest'anno segna -1 lavoratore). Calo dell'occupazione che ha colpito i cittadini più rappresentati come i romeni (-93), i marocchini (-58), ma che ha coinvolto tutti i gruppi, anche quelli che il dossier definisce 'più garantiti' come quelli dei nati in Francia (-15) o in Germania (-11).