E’ un platea singolare, composta da detenuti e da volontari, quella che ha assistito questa mattina, nella casa circondariale di Aosta, alla presentazione di alcune delle numerose avventure in luoghi estremi di Eloise Barbieri, alpinista e viaggiatrice per passione.
La testimonianza di Eloise Barbieri è inserita nel progetto “Ne vale la pena” promosso e portato avanti dall’Associazione valdostana di Volontariato carcerario grazie al finanziamento del CSV. Un’iniziativa che si svilupperà in tutto il 2012 e che prevede l’organizzazione di attività e scambi culturali in carcere a favore della popolazione detenuta.
E proprio da un gruppo di detenuti è arrivata l’idea di approfondire il tema della montagna, intesa come ambiente fisico e luogo naturale da scoprire, ma anche come metafora del percorso di crescita personale a cui sono chiamate le persone che stanno scontando una pena in un istituto carcerario.
Eloise Barbieri, che ha attraversato da sola parte del Tibet e ha al suo attivo l’ascensione di ben tre 8.000 metri, ha raccontato con parole e immagini la sua esperienza di vita nella tundra siberiana con la popolazione dei Nenet, a forte rischio di estinzione, e l’attraversata, nell’unica spedizione interamente femminile, dello Hielo Sur in Patagonia.
Il suo racconto ha affascinato i partecipanti: numerose sono le domande che le hanno posto per capire le riflessioni, i pensieri e le emozioni provate durante spedizioni così estreme. Un racconto molto coinvolgente anche perché ha evidenziato molti elementi comuni, in termini di difficoltà, timori, pericoli ma anche soddisfazioni, con il percorso a cui devono far fronte le persone che hanno scontato una pena in carcere e devono reinserirsi nella società.