Ferrovia in Valle d’Aosta: dalla preistoria al futuro remoto?

Si è tenuta ieri sera, presso la sala polivalente del Comune, una conferenza per discutere delle problematiche dei trasporti in Valle d’Aosta e soprattutto per esaminare l’esempio virtuoso della linea ferroviaria della Val Venosta.
Maria Pia Simonetta e Helmut Moroder
Società

 L’Associazione Pendolari Stanchi e Legambiente hanno organizzato un convegno dal titolo Per un’idea di futuro. Valle d’Aosta senza treno?, mettendo in discussione l’attuale visione del governo regionale. Per i nostri attuali amministratori, la ferrovia Aosta/Pré-Saint-Didier, visti i pochi passeggeri, è ormai al capolinea. Sull’importante tratto Aosta/Torino, invece, si lascia ampia autonomia di gestione a Trenitalia, che tuttavia non dimostra di nutrire grande interesse per i rami periferici della rete ferroviaria.
 
Per parlare di treni è stato invitato Helmuth Moroder, attuale city manager del Comune di Bolzano che in passato è stato direttore tecnico della linea ferroviaria della Val Venosta. I parallelismi tra questa linea e la Aosta/Pré-Saint-Didier sono diversi. In particolare, le accomuna il contesto alpino, con i suoi paesaggi esteticamente suggestivi ma impegnativi a livello di progettazione, e, soprattutto, il progressivo abbandono da parte dei passeggeri. Moroder parla di una vera e propria “eutanasia” per la linea della Val Venosta, chiusa nel 1990 perché ritenuta ormai un ramo secco. È grazie all’impegno delle associazioni ambientaliste, all’apertura delle istituzioni, nonché alla costituzione di un team di professionisti capaci e passionali che nel 2005 si è potuta inaugurare una nuova Merano/Malles completamente riprogettata.
 
Oggi questa realtà supporta il turismo, anzi, fa notare l’ex direttore, porta turismo: nelle cifre si legge infatti un sensibile incremento delle presenze di visitatori svizzeri, notoriamente sensibili al fascino della rotaia. Un target verso cui si è prestata particolare cura è quello delle persone con problemi di deambulazione, che su questa linea possono viaggiare e usufruire di tutti i servizi senza bisogno di accompagnatori. L’estrema efficienza del servizio fa sì che oggi la ferrovia della Val Venosta sia anche il mezzo preferito anche per chi si sposta per studio o lavoro, come dimostrano i dati sulle abitudini dei pendolari. Conti alla mano, Moroder dimostra che tutto questo non è soltanto un servizio di utilità sociale, ma è un’attività vantaggiosa economicamente per chi la gestisce.
 
Tornando con i piedi per terra, Pendolari Stanchi e Legambiente completano il panorama valdostano dei trasporti. Il servizio su gomma è inefficiente su scala regionale (soprattutto a partire da alcune modifiche apportate negli ultimi mesi) e inintelligibile a livello di capoluogo (dove c’è stata una recente rivoluzione di linee e orari). L’autostrada che risulta essere la più cara d’Italia (con ulteriori aumenti previsti per il 2013) e un aeroporto costoso e “in progress” da anni, cui si somm la mancanza di collegamenti diretti con i due aeroporti più vicini.

A questi problemi, si somma la carenza di coordinazione fra i vari mezzi trasporto. Marcello Dondeynaz, esperto di gestione della mobilità e già mobility manager del Comune di Aosta, legge nell’assenza di un piano strategico la causa di questo scenario. L’esigenza, ripete più volte l’esperto, è quella di pervenire al più presto alla progettazione di un sistema integrato dei trasporti.
 
Le problematiche sembrano essere abbastanza evidenti, alcune strade possibili – a cominciare dall’esempio della ferrovia Merano/Malles – sono state delineate. A Legambiente e Pendolari Stanchi resta ora da capire come far permeare le loro istanze presso gli amministratori.

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