Sono ore frenetiche al Traforo del Monte Bianco per riprogrammare gli interventi di sicurezza previsti nell’autunno 2023.
Al momento l’unica certezza sono le interruzioni notturne di settembre, previste nelle settimane del 18 e 25, dal lunedì al giovedì, dalle 22 alle ore 6.
La durata dei lavori di quest’anno, secondo le stime di Roma e Parigi, sarà di circa sei o sette settimane, rispetto alle 15 previste per l’ammodernamento della volta.
Secondo quanto riportato oggi, venerdì 8 settembre, dal ministro francese ai Trasporti, Clément Beaune, intervistato da France Bleu Pays de Savoie il traforo del Fréjus dovrebbe riaprire ai mezzi pesanti nel weekend. “Sicuramente riusciremo a riaprire la A43 questo fine settimana, spero domani. Questa mattina farò un’ultima riunione tecnica con i servizi autostradali, il dipartimento, i servizi statali e le autorità locali, affinché l’A43 riapra nel fine settimana, probabilmente da domani”. Per proteggere l’autostrada francese A43 dal rischio frane, sono stati sistemati dei container sulla carreggiata, limitando a due le corsie disponibili per la marcia.
Nell’esprimere soddisfazione per il rinvio di un anno dei lavori al Traforo del Monte Bianco il Presidente della Regione Renzo Testolin sollecita ” risposte e impegni precisi anche da parte del Governo nazionale che possano darci certezze sulle situazioni di apertura dei valichi. Il sistema di viabilità della nostra regione è stato negli ultimi giorni sottoposto a significative criticità per essere da supporto al blocco del Fréjus. Testimonianza questa dell’importanza dei trasporti transalpini nel loro complesso. Un settore che ha bisogno di un grande attenzione in termini di risorse, di compensazioni e di personale – anche come forze dell’ordine – , anche considerando per la Valle d’Aosta la prossima chiusura della tratta ferroviaria per i lavori di elettrificazione.” Al Governo nazionale Testolin chiede impegni precisi nel sollecitare la realizzazione di una seconda canna. “Il nostro principale appello al Governo è di concretizzare senza indugio un continuo confronto diplomatico con la Francia per individuare e programmare il raddoppio nei prossimi anni del Traforo del Monte Bianco oltre che operare per garantire al Tunnel del Gran San Bernardo il prolungamento delle concessioni e a garantire gli indispensabili lavori di ammodernamento dell’infrastruttura”.
Slittano di un anno i lavori al Traforo del Monte Bianco
7 settembre 2023
Alla fine l’Italia l’ha spuntata. Slitta di un anno il cantiere test al Traforo del Monte Bianco. La decisione, come annuncia in un tweet il ministro degli Esteri Antonio Tajani, è arrivata oggi nella riunione fiume della commissione intergovernativa (Cig), composta di rappresentanti dei ministeri italiani e francesi.
La Conferenza intergovernativa Italia Francia, che con la collega @MinColonna avevo fatto convocare per oggi, ha appena concluso i lavori con successo: deciso il rinvio di un anno della chiusura del Monte Bianco, portando avanti al tempo stesso i lavori necessari alla sicurezza.
— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) September 7, 2023
I lavori doveva inizialmente debuttare il 4 settembre scorso per concludersi il 18 dicembre. Poi la frana che ha bloccato il transito dei mezzi pesanti al Traforo del Fréjus ha portato prima ad un iniziale rinvio di una settimana e ora alla decisione finale di rimandare il cantiere test sulla volta del tunnel al 2024.
La Commissione intergovernativa (Cig) ha deciso comunque durante il 2023 di portare avanti i lavori, improcrastinabili, necessari alla sicurezza del Traforo del Monte Bianco. Questo per soddisfare i migliori standard di sicurezza dei transiti, con alcune chiusure notturne e una chiusura di circa sei settimane, presumibilmente nel mese di ottobre. Il Tunnel riaprirà, comunque, a pieno regime al più tardi entro il 18 dicembre prossimo.
A esultare per la decisione raggiunta oggi è l’unione nazionale comuni montani (Uncem). “Lo slittamento di un anno rispetto alle previsioni dei lavori al Monte Bianco, deciso poco in CIG, va incontro a quanto Uncem e molti Sindaci hanno richiesto nelle ultime settimane, per evitare il caos sulle reti viarie dall’Italia verso l’Europa dopo la frana in Maurienne che limita i passaggi al Frejus, escludendo i mezzi pesanti. Bene l’impegno del Governo italiano, dei Ministri Salvini e Tajani, di quanti hanno lavorato, come la presidente del Sitmb Emily Rini, per questa proroga dell’inizio degli interventi di manutenzione. Necessari certo. Ma che dovranno accompagnarsi con urgenza alla progettazione della seconda canna del tunnel sotto il Monte Bianco. Lo diremo domani, venerdi, a Borgofranco d’Ivrea, ribadendo che lì, in quell’area canavesana sino ad Aosta, occorre una pianificazione migliore dei transiti sulle strade statali. E serve una vera programmazione in tutto il nord-ovest, per Alpi-cerniera e non barriera, con le proposte che Uncem ha già fatto, di buon senso, per evitare non solo l’isolamento del Piemonte, della Valle d’Aosta e della Liguria, bensì di tutto il Paese” scrivono il Presidente nazionale Uncem Marco Bussone, con il Presidente Uncem Piemonte Roberto Colombero e il Consigliere nazionale Uncem valdostano Jean Barocco.
Tajani: “Assolutamente necessaria una seconda canna per il traforo del Monte Bianco”
6 settembre
Fino al regolare ripristino del traffico al Fréjus il traforo del Monte Bianco non chiuderà. Non solo, perché mentre la Conferenza intergovernativa – slittata negli scorsi giorni – è ora stata indetta per domani, 7 settembre, Roma si è convinta che la doppia canna del tunnel valdostano sia cosa necessaria.
A spiegarlo, alla Camera dei deputati – rispondendo ad un question time dell’onorevole Andrea Orsini, di Forza Italia – il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
“La chiusura del traforo del Monte Bianco per lavori di manutenzione straordinaria, da tempo calendarizzati dal 4 settembre al 15 dicembre – ha detto in aula –, è stata immediatamente sospesa. La decisione è stata presa proprio per tutelare le popolazioni transfrontaliere e il comparto produttivo italiano che attraverso i due tunnel esporta i propri prodotti in Francia ed in Europa”.
Non solo: “Ho voluto convocare domani una riunione straordinaria, a livello tecnico, della Conferenza intergovernativa per il traforo del Monte Bianco – ha aggiunto Tajani –. In funzione della tempistica dei lavori di necessario ripristino del Fréjus verrà valutata su mia richiesta la riprogrammazione degli interventi di manutenzione previsti per il Traforo del Monte Bianco. Per quanto necessari ed urgenti, queste misure non sono però sufficienti. La fragilità del sistema delle infrastrutture transalpine di collegamento è emersa con ancora maggiore evidenza in ragione di quest’ultimo evento che ha interessato il Fréjus. L’esigenza di un rafforzamento delle interconnessioni con la Francia non è più rinviabile, pertanto è una priorità per il governo”.
Per questo la strada porta ora alla capitale francese: “Il governo ritiene assolutamente necessario cominciare a lavorare, ne ho parlato con il ministro Colonna, per dar vita ad una seconda canna per il traforo del Monte Bianco. A breve mi recherò a Parigi per continuare il dialogo. Il progetto dovrà essere in linea con le più moderne infrastrutture europee”, ha detto ancora Tajani.
Tra le comunicazioni del ministro un’altra novità: “La buona notizia è che il raddoppio del Fréjus, su cui si sta lavorando da tempo, sarà operativo nel corso del primo semestre 2024”.
Nei prossimi giorni la decisione sui tempi del cantiere
4 settembre 2023
Doveva svolgersi oggi, invece, slitta probabilmente a giovedì prossimo, la riunione della commissione intergovernativa che dovrà decidere quando si aprirà il primo cantiere test al Traforo del Monte Bianco. Le due ipotesi in campo sono di avviare i lavori non appena riaprirà il Fréjus, oppure di spostarli all’autunno 2024. Quest’ultima ipotesi sembra trovare più convergenze, a Roma come ad Aosta, anche se sul tavolo c’è il problema del mantenimento dei termini del contratto con le società aggiudicatarie dei lavori.
L’ipotesi di far slittare di una settimana l’avvio del cantiere – il lavori sarebbero dovuti iniziare oggi, lunedì 4 settembre – non piace al tessuto economico locale, preoccupato di vedere ancora chiuso il Traforo del Monte Bianco nelle vacanze di Natale.
Il ministro francese dei Trasporti, Clément Beaune, nei giorni scorsi aveva, infatti, stimato che la circolazione all’interno del Fréjus, al momento chiuso ai soli mezzi pesanti, potesse riprendere entro venerdì 8 settembre.
Al momento sul lato italiano l’attesa prevista è di un’ora, mentre sul lato francese è di 45 minuti.
Il traforo del Bianco non chiuderà, rinviati i lavori. Per riaprire il Fréjus serviranno 8 giorni
Inizialmente programmati per il 4 settembre, l’inizio dei lavori di ristrutturazione della volta del traforo del Monte Bianco è stato posticipato a causa della chiusura del tunnel del Fréjus ai mezzi pesanti.
A comunicarlo in una nota è Geie TMB – società che gestisce l’infrastruttura –: “In linea con gli annunci fatti dal Ministro francese dei Trasporti, Clément Beaune e dal Ministro delle infrastrutture italiano Matteo Salvini, la priorità viene data al mantenimento degli scambi commerciali tra Italia e Francia”.
Per questo, “il traforo del Monte Bianco non chiuderà il 4 settembre e resterà aperto in funzione delle indicazioni che saranno fornite dalle autorità competenti”.
Secondo informazioni fornite dai tecnici incaricati, attualmente il tempo necessario alla riapertura al traffico in tutta sicurezza della A43 e del traforo del Fréjus ai mezzi pesanti è previsto entro otto giorni, se le condizioni tecniche e metereologiche lo permetteranno. Il tunnel del Monte Bianco resterà quindi aperto fino a nuove disposizioni.
Il Ministero annuncia l’accordo fra Francia e Italia per il rinvio lavori
31 agosto 2023
Il Tunnel del Monte Bianco sembra destinato a non chiudere il 4 settembre per lavori. Il Ministero dei Trasporti annuncia, infatti, l’intesa trovata con la Francia per lo slittamento del cantiere.
“Il vicepremier e ministro Matteo Salvini ha avuto un nuovo momento di aggiornamento con il suo collega francese Clement Beaune sulla situazione al Frejus. I Ministri hanno condiviso l’opportunità di evitare, almeno in questa fase, la chiusura del Traforo del Monte Bianco i cui lavori sono programmati dal 4 settembre al 18 dicembre” spiega una nota del Mit.
Secondo quanto riportato dal Dauphiné Liberé, il Ministro dei trasporti francese, Clément Beaune, che oggi ha effettuato un sopralluogo e successivamente ha incontrato gli eletti locali, ha annunciato la riapertura dell’autostrada A43 nel giro di 8 giorni, aggiungendo che il tunnel del Monte Bianco, nel frattempo, resterà aperto. L’ipotesi in campo è di far slittare al 2024 il cantiere-test.
La circolazione ferroviaria, invece, non potrà riprendere prima di due mesi.
Le decisioni finali spetteranno comunque al Comitato intergovernativo, che dovrebbe riunirsi lunedì, come deciso durante il confronto avuto dal ministro degli Esteri Antonio Tajani a Toledo, a margine del vertice dei 27 ministri della Ue, conla collega francese Catherine Colonna.
La riunione in mattinata del Comitato operativo viabilità
I flussi del traffico pesante e del traffico leggero si sono nel frattempo riversate anche su altre direttrici, indicate come percorsi alternativi e consigliati.
“Oggi è una situazione decisamente migliore rispetto alle giornate precedenti, questo probabilmente perché il traffico, come sempre succede, da dopo le prime giornate di picco, comincia a trovare in maniera naturale quelle che sono le proprie strade. – prosegue Nanni – I flussi sono abbastanza ordinati rispetto alle prime giornate, anche perché tutta la macchina di stoccaggio e di filtraggio, sia lato Italia che lato Francia, sta cominciando a funzionare”.
In Valle d’Aosta già dal pomeriggio di ieri, mercoledì 30 agosto, è stato tolto l’obbligo di uscita obbligatoria per i veicoli leggeri a Châtillon, mentre lato Francia i mezzi non vengono più deviati verso Ventimiglia.
La preoccupazione di Coldiretti: “Temiamo che questa situazione possa creare non pochi problemi alle nostre aziende”
L’incertezza legata alla riapertura del Fréjus continua a preoccupare il mondo economico valdostano.
Gli ultimi in ordine di tempo a esprimersi sono stati i vertici di Coldiretti Valle d’Aosta. A preoccupare, in particolare, la Federazione valdostana sono l’allungamento dei tempi di trasporto delle merci deperibili, le difficoltà negli approvvigionamenti delle aziende agricole e, più in generale, i problemi di traffico intenso che si riversano sulla viabilità regionale.
“Se questa situazione di congestione stradale dovesse protrarsi temiamo possa creare non pochi problemi anche alle nostre aziende agricole che sono in attesa di forniture e necessitano di frequenti spostamenti sul territorio regionale. Come Coldiretti condividiamo la preoccupazione delle altre realtà produttive della regione: il calo dei flussi turistici rischia di incidere negativamente anche sulle tante piccole realtà del nostro settore che attraverso gli alberghi, il mondo della ristorazione o nella vendita diretta dei loro prodotti hanno saputo intercettare l’interesse sul consumo dei prodotti agricoli dell’eccellenza valdostana dei numerosi visitatori da fuori valle ” sottolineano Alessia Gontier ed Elio Gasco, rispettivamente Presidente e Direttore di Coldiretti Valle d’Aosta.
L’auspicio di Coldiretti Valle d’Aosta è che i lavori, necessari, per la messa in sicurezza del Tunnel siano eseguiti nel minor tempo possibile riducendo al minimo i disagi per la popolazione e il mondo economico valdostano.
“La situazione che stiamo vivendo in questi giorni così come la chiusura forzata del Tunnel del Bianco dei prossimi anni crediamo che debbano diventare un’opportunità di profonda riflessione per la Valle d’Aosta da cui trarre insegnamenti utili anche a prendere decisioni lungimiranti che possano essere di aiuto per tutto il sistema Valle d’Aosta e possa agevolare il trasporto dell’agroalimentare italiano” concludono i vertici di Coldiretti Valle d’Aosta.
Traforo del Bianco, ora il Governo chiede di rivedere le tempistiche di chiusura
30 agosto 2023
Il rinvio della chiusura del Traforo del Monte Bianco dal 4 settembre per lavori non è più solo ipotesi sul tavolo. A impegnarsi in tal senso è il vicepremier Matteo Salvini che ieri ha riunito i tecnici al ministero dei Trasporti per analizzare la situazione dei valichi alpini.
“Su Fréjus e Monte Bianco, è attivo un canale di dialogo con la Francia e la società di gestione per rivedere le tempistiche di chiusura del traforo” spiega una nota del Ministero trasporti. “L’obiettivo immediato è di limitare al massimo i disagi e favorire il ritorno alla normalità il più velocemente possibile”.
A muoversi è anche il vicepremier Antonio Tajani, titolare degli Esteri, che domani Toledo, affronterà la questione con la collega francese Catherine Colonna.
Disagi per l’uscita al casello di Châtillon
Anche oggi, mercoledì 30 agosto, si registrano lunghe code di tir in autostrada e rallentamenti in Statale, dopo l’uscita obbligatoria per i mezzi leggeri al casello di Châtillon per chi sale verso Aosta. Nella notte, sempre per questioni di regolazione traffico, è stato chiuso anche per chi scende verso Torino il casello autostradale a Nus.
“Châtillon ha già i suoi volumi di traffico che sono già molto importanti” ricorda il sindaco Camillo Dujany “Abbiamo forse l’unica uscita autostradale senza rotonda e questo mette in crisi il traffico veicolare. Questa situazione andrà ad aggravarsi nei prossimi giorni con la chiusura del ponte di Pontey, con il passaggio dei mezzi pesanti per la discarica o le attività di Pontey sulla strada regionale 11 in via Chanoux, che è già in una situazione critica. Andremo in crisi”. Ieri a fare defluire il traffico erano presenti nei punti critici del paese la polizia locale e i carabinieri. “Siamo preoccupati per l’incertezza di questa situazione”.
L’attesa al pedaggio al Traforo del Monte Bianco è di 2 ore e 30 lato Italia e 2 ore e 15 lato Francia, con i mezzi pesanti sempre stoccati nelle aree di Pollein e Passy.
Ieri sera si è riunito il Comitato operativo viabilità- Cov, a cui ha partecipato il presidente della Regione Renzo Testolin, che ha analizzato la critica situazione del traffico registrata al Traforo del Monte Bianco e sulle arterie autostradale e statale di accesso al tunnel.
Sono state confermate le misure di regolazione del traffico pesante adottate oggi, in accordo con le aree di Ivrea e Santhià. Ai mezzi leggeri viene suggerito di passare sulle vie alternative del Tunnel del Gran San Bernardo, del colle del Piccolo San Bernardo e, se possibile, del Tunnel del Frejus, aperto solo al traffico leggero.
La preoccupazione di Adava e Confcommercio per il possibile slittamento lavori
A dirsi preoccupati per gli impatti negativi derivanti dalla chiusura del Traforo stradale del Frejus sono in un comunicato stampa congiunto Adava e Confcommercio.
“La frana che ha interessato ieri l’autostrada A43 in Maurienne e che ha causato la chiusura del Traforo del Frejus ha generato un conseguente incremento eccezionale del traffico dei mezzi pesanti attraverso il Tunnel del Monte Bianco che sta determinando gravi disagi alla circolazione stradale e ai molti turisti ancora presenti in Valle d’Aosta o che devono ancora raggiungerla per le proprie vacanze” scrivono le due associazioni di categoria, esprimendo il timore che “la chiusura programmata dal 4 settembre al 18 dicembre possa slittare”.
Eventualità che porterebbe all’avvio della stagione turistica invernale con il Tunnel del Monte Bianco chiuso “Sarebbe un vero e proprio disastro – sottolinea il Presidente Adava Luigi Fosson – Sono perfettamente consapevole dell’importanza della sicurezza e degli interventi di manutenzione sulle infrastrutture, mi spiace però debbano accadere questi eventi straordinari perché vengano avviati dei ragionamenti seri su eventuali azioni e interventi infrastrutturali che eviterebbero situazioni del genere”.
Adava e Confcommercio si uniscono al coro di rappresentanti delle istituzioni che in queste ore lato Italia rilanciano la richiesta di costruire una seconda canna al Traforo del Monte Bianco.
La rassicurazione di Testolin: “Per il momento lavori confermati”
“Il presidente della Regione Renzo Testolin è stato chiaro – evidenzia il Presidente Confcommercio Graziano Dominidiato – la realizzazione di una seconda canna, che evidentemente in questa situazione emerge come ancora più necessaria, deve essere messa in campo parallelamente alla realizzazione dei lavori di manutenzione programmata del Tunnel del Bianco proprio per evitare situazioni di disagio come quelle che stiamo vivendo in questi giorni”.
A provare a rassicurare le due associazioni è il Presidente della Regione Renzo Testolin.
“Dall’ultimo colloquio avuto questa mattina con i vertici del Geie Traforo del Monte Bianco – ha spiegato il Presidente della Regione ai colleghi di Governo, a margine della conferenza stampa di stamane – è emerso che, al momento, non c’è una variazione della programmazione degli interventi manutentivi previsti. Seguiremo di ora in ora l’evoluzione della situazione anche attraverso la costante interlocuzione con tutti i soggetti istituzionali coinvolti. Proprio in queste ore è evidente quanto il collegamento transalpino sia vitale per la nostra regione, per tutto il Paese e per l’Europa; dopo aver risolto questa emergenza, non è più rinviabile un serio ragionamento politico-istituzionale sul futuro di questa infrastruttura”.
Caveri: stupisce l’assenza di Bruxelles
Sugli scenari attuali e futuri l’Assessore regionale Luciano Caveri ricorda come “c’è un convitato di pietra che è l’Unione europea. Chi come me ha un’esperienza europeista anche nel settore dei trasporti non può che rimanere colpito dal fatto che nessuno a Bruxelles convochi una riunione con gli Stati e le regioni interessate. Oggi chi si stupisce di questi eventi non si rendeva conto della situazione attuale. Abbiamo Ventimiglia che è satura, il Fréjus pure e la vicenda del Monte Bianco che al di là di come la si pensi in questo momento non si capisce chi se ne sta occupando e non si riesce a sanare una frattura profonda fra una Francia silente e sorda e una Italia che si agita moltissimo, ma che a livello governativo non sembra aver trovato una situazione”.
Barocco (Uncem): “Affrontare soluzioni trasportistiche con serietà”
“E’ necessario affrontare con serietà ed in tempi ragionevoli le soluzioni trasportistiche per attraversare le Alpi. – scrive Giovanni Barocco, Consigliere Nazionale Uncem. “Le popolazioni delle nostre valli sono stufe di sopportare scelte scellerate, dettate da interessi economici o logiche vetero ambientaliste, lontane dalle nostre comunità. Decisioni distanti, che però determinano ricadute negative sul nostro vivere quotidiano e sulle nostre fragili economie, in primis il turismo, il commercio e l’industria. Il problema trasporti attraverso le Alpi, esiste da tempo e oggi guarda caso, raggiunge le prime pagine dei quotidiani nazionali e si percepisce fino a livello internazionale. Auspichiamo che questo rinnovato interesse dei vari ministri e responsabili nazionali non sia affrontato solo con provvedimenti tampone, ma continui anche quando sarà passato questo momento di crisi. Come UNCEM ne parleremo Sabato 2 settembre 2023 ore 16 a Moncenisio in ì dibattito pubblico Passaggi a nord-ovest Stato di emergenza dei collegamenti e dei valichi ferroviari e stradali”.
Pre-allarme viabilità al Traforo del Bianco, uscita obbligatoria al casello di Châtillon per i veicoli leggeri
29 agosto
Nell’ambito del Piano emergenza viabilità principale scatta l’uscita obbligatoria al casello autostradale di Châtillon per il traffico leggero diretto verso la Francia. Le autorità consigliano di transitare attraverso il Tunnel del Gran San Bernardo e quindi la Svizzera oppure, se possibile, di dirigersi verso il traforo del Fréjus, aperto al momento solo ai mezzi leggeri.
Nel pomeriggio di oggi il forte afflusso di traffico leggero verso il tunnel del Monte Bianco ha causato code e rallentamenti anche sulla Statale, oltre che sull’autostrada.
In giornata le tre aree di stoccaggio dei mezzi pesanti sono sempre state al limite della capienza, in conseguenza del fatto a Ivrea e Santhia sono stati aboliti i blocchi per le code straordinarie che si erano venute a creare.
A seguito della chiusura del traforo del Fréjus ai tir permane lo stato di pre-allarme viabilità, diramato nel pomeriggio di ieri dalla Protezione civile regionale.
Al momento l’attesa prevista al pedaggio italiano e francese è di tre ore.
Sulla riapertura del Traforo del Fréjus al momento non vi sono certezze. E’ attesa dalla prefettura francese per venerdì la perizia sulla falesia dove domenica si è staccata la frana. Nella conferenza stampa di oggi, martedì 29 agosto, la segretaria generale della prefettura della Savoia (Francia), Laurence Tur, ha spiegato come è “un’ipotesi sul tavolo” il rinvio della chiusura per lavori del tunnel del Monte Bianco, prevista dal 4 settembre al 18 dicembre.
Sull’avvio dei lavori del Traforo del Monte Bianco l’incognita della riapertura del Fréjus
28 agosto
La frana caduta ieri sull’autostrada A43 in Maurienne, al confine con Bardonecchia e l’alta Valsusa, vicino al Tunnel del Fréjus incombe ora sull’avvio, da lunedì 4 settembre, dei lavori al Traforo del Monte Bianco
“In questo momento da parte francese permane l’obbligo di deviazione del traffico pesante e al momento non è stato definito un limite temporale” spiega Riccardo Rigacci, direttore gerente del gruppo europeo di interesse economico che gestisce il traforo del Monte Bianco.
“Siamo in contatto continuo e diretto con i responsabili e le sale operative sia del Fréjus che delle autorità prefettizie francesi sull’evoluzione della gestione della frana. Sappiamo che dovranno fare dei controlli tecnici, che sono previsti nella giornata di domani”.
Il Traforo del Fréjus risulta al momento chiuso ai tir, mentre le auto possono transitare nel tunnel a monte di Bardonecchia.
Il traffico deviato al Traforo del Bianco ha fatto salire le attese, sia lato italiano che francese, a tre ore.
A significant landslide occurred in the Maurienne valley (Alps), France at around 5:15 pm (local time) today. It is estimated to have involved 700 cubic meters of rock. pic.twitter.com/t3KfavMu1V
— Nahel Belgherze (@WxNB_) August 27, 2023
“Ho un incontro telefonico con l’amministratore delegato del tunnel” ha detto Renzo Testolin. “In questi mesi siamo stati impegnati a definire alcune situazioni che dovranno essere monitorate durante il periodo di chiusura, con il sostegno dell’Università della Valle d’Aosta e con la Chambre, con la quale abbiamo predisposto una serie di iniziative da mettere in campo per la verifica delle ricadute economiche sul nostro territorio. L’altra è una situazione di verifica da un punto di vista tecnico ambientale dove, grazie al supporto di Arpa e dell’omologa società transalpina, potremo andare a verificare invece quelle che saranno le differenze tra viabilità aperta e chiusa”.
Il Presidente della Regione ha poi ribadito la necessità di una seconda canna, anche alla luce di quanto accaduto oggi. “Avevamo sollevato questa considerazione con l’inviato di missione del Ministero francese dell’environment proprio su un’eventuale chiusura di altre infrastrutture sull’arco alpino che avrebbero potuto paralizzare i traffici transfrontalieri e quindi la necessità, per quanto ci concerne, di affiancare a questa revisione, che per motivi di sicurezza non è procrastinabile, un’idea di raddoppio della canna del Monte Bianco, che evidentemente in questa situazione emerge come ancora più necessaria”.
28 risposte
Sento ripetere spesso della presunta diminuzione del traffico su Via Torino ma così non è, i veicoli continuano a transitare con l’unica differenza che ora non possono svoltare verso l’arco di Augusto, anzi, nonostante il limite dei 30 orari (poco attuabile) ci sono molte auto e moto che sfrecciano a velocità da pista senza controlli
La questione del Monte Bianco sta dimostrando in maniera eloquente come la vera parlamentare valdostana a Roma sia Emily Rini, con buona pace dell’Union Valdôtaine e di quella parte della Lega che le aveva fatto campagna elettorale contro. Chapeau!
La Rini ha una marcia in più di tutti i 35 consiglieri regionali e dei due parlamentari messi insieme.
Su dossier del genere – e nemmeno più soltanto su dossier del genere – i partiti cosiddetti autonomisti non riescono proprio a toccare il boccino. Per questo non resta loro che tirare di nuovo fuori la tiritera della réunion per provare a distrarre un po’ i loro elettori dai sorpassi a destra e a sinistra che stanno subendo un po’ in tutti i settori. Per non parlare poi dei nostri due parlamentari, la cui assenza di azioni e di prese di posizione è totale, dimostrando così di essere pagati da pantalone per non fare nulla. Imbarazzanti!
Ma perché, la Valle D’Aosta ha ancora due parlamentari? Nessuno se ne era accorto. Meno male che c’è qualcuno che supplisce alle loro enormi carenze.
Cime Bianche è uno degli ultimi territori della valle incontaminati. Invece di pensare a funivie inutili valorizziamo un turismo consapevole . Sicuramente ci guadagnerà la valle anche in termini economici.
Ma quanto ruga su questo dossier Luciano Caveri? Soltanto perché il suo ego smisurato non può trovare posto ai tavoli decisionali. E meno male, visti i disastri che ha combinato con il nuovo aeroporto e con il tunnel ferroviario Aosta-Martigny. Un consiglio: si beva una camomilla!
Caveri dice che lo fanno ridere coloro che si attribuiscono meriti per il tentativo di trovare soluzioni alla situazione venutasi a creare al Traforo del Monte Bianco. Lui, che meriti di certo non ne ha, fa invece piangere. Un bel tacer non fu mai scritto.
Assessore alle varie ed eventuali…..
Modesto parere:
ma mettiamo il caso che per qualche strano motivo si decida di raddoppiare il Tunnel del Monte Bianco… i tempi decisionali non facili visto che la Francia non è assolutamente d’accordo (1 anno nella migliore delle ipostesi), i tempi per la progettazione (2 anni direi), i tempi per la realizzazione dell’opera (6/7 anni), imprevisti (1 anno)… saranno passati 10 anni nella migliore delle ipostesi e nel frattempo la TAV sarà in funzione e il Frejus raddoppiato pienamente operativo da diversi anni ed inevitabilmente l’asse commerciale si sposterà su questa direttrice.
Non è forse meglio respirare a pieni polmoni lo smog di questi TIR per ancora qualche giorno o settimana e tornare ad un traffico “ordinario” di TIR e a prevalenza turistica senza andare ad infilarsi in mega lavori che rischierebbero, una volta terminati, di non avere più tutta questa utilità?
Se si voleva raddoppiare il tunnel del Monte Binaco andava fatto in concomitanza dei lavori necessari per la sua “ricostruzione” a seguito del rogo del 24 marzo 1999… non oggi.
Sicurezza, la questione è tutta incentrata sulla sicurezza, non sull’eventuale incremento del traffico pesante. Se tra qualche anno uscirà una direttiva UE che imporrà ai trafori stradali l’obbligo della canna unidirezionale (e uscirà), come Valle d’Aosta e come Nord-Ovest saremo pronti a dire ‘va bene, chiudiamo il Traforo del Monte Bianco perché non più a norma’? Domanda che metto sul tavolo. È una responsabilità mica da ridere. D’altra parte, se non fosse così, perché il Frejus inaugura l’anno prossimo la seconda canna con la TAV che tra qualche anno percorrerà lo stesso tragitto? Chiamasi lungimiranza. Quello che manca in Valle d’Aosta. Purtroppo.
Ma in Valle d’Aosta abbiamo ancora il coraggio di parlare dopo che un movimento come Pays d’Aoste Souverain ha anche soltanto osato pensare al comunicato che ha fatto uscire questa mattina, secondo cui non possono essere i Governi italiano e francese a decidere sul futuro del Traforo del Monte Bianco? Certo, lasciamolo decidere a Christian Sarteur e Luigi Fosson da Ayas, Philippe Milleret da Fénis e Roger Georgy da Valsavarenche, che voglio credere abbiano in saccoccia anche i soldi per l’eventuale realizzazione della seconda canna, senza chiedere nemmeno un euro a Roma. O forse no? Meritiamo veramente di essere ciò che siamo diventati.
Ecco un ragionamento sensato.
D’accordo totalmente.
Cordiali saluti
Caro Luciano Caveri, il più agitato sul futuro del Traforo del Monte Bianco sempre proprio lei, che sgancia dichiarazioni (il più delle volte improvvide) a cadenza praticamente giornaliera. Gufi ce ne sono?
Se siamo costretti ad affidarci a Luciano Caveri, siamo messi bene… Non è lui il ‘padre’ dell’aeroporto senza aerei al Corrado Gex e del collegamento ferroviario Aosta-Martigny che non vedrà mai la luce in fondo al tunnel? Se ora si occupa anche del Traforo del Monte Bianco, va a finire che chiudono anche l’unica galleria di transito!
Ho sempre pensato che forse creare un passaggio per il treno non sarebbe stata una cattiva idea, chissà se magari si inizierà a valutare seriamente anche questa ipotesi, perché spostare i carichi dai tir ai treni, oltre al poter creare tratte turistiche più ampie, non sarebbe così malvagio.
Credo che la prospettiva del trasporto su rotaia sia già stata attuata con la TAV Torino-Lione, perché non credo ci siano spazi decisionali per la realizzazione di altri tunnel ferroviari tra Italia e Francia, al di là delle boutade tutte valdostane come il TGV Aosta-Parigi. Detto questo, il vero tema non è tanto l’aumento o meno dei flussi di traffico (che con un eventuale contingentamento dei passaggi rimarrebbero uguali a quelli di oggi), ma dotare anche il Traforo del Monte Bianco di nuovi standard di sicurezza, che credo possa avvenire soltanto attraverso la costruzione di una seconda canna. Anche perché con le prospettive di aumento del traffico a trazione elettrica e a idrogeno, la galleria unica bidirezionale credo proprio non rispetti più i requisiti di sicurezza imposti a livello comunitario. E infatti tutti i maggiori tunnel stradali transfrontalieri hanno già realizzato o progettato la seconda canna, a partire proprio dal Frejus, che la inaugurerà l’anno prossimo, nonostante la TAV Torino-Lione percorra sostanzialmente lo stesso tragitto (se tutto va bene a partire dal 2030).
In tutto questo, dove sono l’assessore regionale ai trasporti Luigi Bertschy e i due parlamentari valdostani? Sono ancora sotto l’ombrellone?
Un consiglio a Jean Barocco: prima di puntare il dito contro questo Governo, che forse per la prima volta dopo decenni ha inserito il dossier del Traforo del Monte Bianco tra le priorità, promuova un serio mea culpa tra i contrari alla seconda canna che sono stati all’interno del Consiglio Valle, alcuni dei quali ancora presenti come Rollandin e Caveri, giusto per non fare nomi. Tanto per non essere i più realisti del Re.
…“Stiamo monitorando la situazione insieme alla parte francese per trovare una soluzione, alla luce degli ultimi eventi – aggiunge il presidente Emily Rini.”
Insomma, chi detiene il potere decisionale in merito alla sospensione dei lavori nel tunnel del Bianco???
Al momento non si capisce, ovvero si capisce che tale soggetto non risiede in Italia …
Quando accadono eventi del genere, il mutismo degli ambientalisti, dei grillini e delle sinistre varie è davvero imbarazzante.
Tutto questo attivismo improvviso a favore della seconda canna lo trovo al limite del patetico, soprattutto da parte delle associazioni di categoria (che fino a ieri non si erano mai espresse sull’argomento) e da parte di chi come Rollandin si era sempre dimostrato contrario oppure come Testolin che non aveva mai dimostrato grande entusiasmo per l’opera. Salvo ricredersi adesso, per non essere travolti dagli eventi. Ultima domanda: in che modo il presidente degli albergatori Fosson e quello dei commercianti Dominidiato potrebbero aiutare le autorità competenti a dare una svolta alla situazione? Semplicemente ridicoli.
Questo è il prezzo della globalizzazione
Ma basta !!! Ma cosa sta diventando Courmayeur ? Peggio di una metropoli congestionata di traffico e smog ! Altro che seconda canna … sarebbe proprio da chiudere e basta ! In questo senso confido nei Francesi
Perché chiudere definitivamente il traforo renderebbe Courmayeur un posto più vivibile? Strano per un comune (e una regione) che vive di turismo anche estero, ma dopotutto lo sappiamo, anche senza turismo noi ce la passeremmo tutti alla grande in valle, vero? Sarei davvero curioso di sapere se gli albergatori e i piccoli imprenditori della valle che lavorano anche (se non soprattuto) grazie al traforo sono della tua stessa idea. La seconda canna permetterebbe sicuramente di rendere il traffico più fluido (la possibilità di avere 2 tunnel con 2 corsie, come in autostrada, senza necessità di cadenzamento e con restrizioni di sicurezza più leggere) eviterebbe chiaramente di vedere code di attesa così lunghe che trasformano Courmayeur in una “metropoli congestionata da traffico e smog”. Ma dopotutto hai ragione, chiudiamolo questo valico che ci connette al resto dell Europa. Dopotutto per venire a Courmayeur o in valle passeranno tutti o dalla Svizzera o verranno tutti da Torino con il treno o un flixbus, giusto?
La giunta regionale meno si muove su questo dossier e meno danni rischia di fare. D’altra parte come si fa ad andare a parlare della realizzazione di una seconda canna del Traforo con l’inviato di missione del ministero francese all’ambiente, ben conoscendo le fortissime lobby ambientaliste da sempre presenti Oltralpe? Le vie politiche da percorrere sono altre. Nanismo politico.
Concordo pienamente. E infatti, se non sbaglio, al termine dell’incontro con l’inviato di missione francese a parlare furono soltanto i nostri ‘fenomeni’ a palazzo. La delegazione francese se ne scappò via senza proferire parola.
Domanda: ma tutti questi sostenitori della seconda canna dov’erano fino ad appena qualche mese fa? Non è che forse l’argomento vuole essere utilizzato politicamente chez-nous per mettere pressione e/o per boicottare qualcuno (o qualcuna) che ha fatto strada anche al di fuori delle Istituzioni regionali?