In Valle d’Aosta crescono le seconde nozze

La Valle d'Aosta, regione da sempre record per separazioni (210 nel 2018) e divorzi (224 nel 2018) vede nel 2022 crescere le seconde nozze (+32,1%).
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Società

In Valle d’Aosta, regione da sempre record per separazioni (210 nel 2018) e divorzi (224 nel 2018) crescono nel 2022 le seconde nozze (32,1%). A dirlo è l’Istat, che per lo scorso anno stima 189.140 celebrazioni  in Italia (+4,8% rispetto al 2021, +2,7% rispetto al 2019). L’aumento interessa in particolare il Nord (10,5%) e il Centro (14,2%), mentre nel Mezzogiorno si registra invece una variazione negativa sia rispetto al 2021 (-4,5%) sia al 2019 (-2,3%).

Il matrimonio secondo Istat
Il matrimonio secondo Istat

Tra primi matrimoni e seconde nozze

Nel 2022 i primi matrimoni celebrati in Italia sono stati complessivamente 146.222 e hanno rappresentato il 77,3% dei matrimoni totali, tornando così ai livelli pre-pandemici del 2019. La tendenza alla decrescita queste unioni fa il paio con la progressiva diffusione delle libere unioni, che tra il biennio 2000/2001 e il biennio 2021/2022 sono triplicate da circa 440 mila a più di 1,5 milioni; a ciò si aggiungono i bassi tassi di fecondità, che impediscono il processo di sostituzione delle generazioni più vecchie con le loro controparti più giovani in età nuziale.

L’inevitabile instabilità coniugale italiana contribuisce alla diffusione delle seconde nozze, che nel 2022 hanno riguardato 42.918 persone, ovvero il 22,7% delle unioni totali, con un incremento del +12,9% rispetto al 2021 e del +13,1% rispetto al 2019. Le percentuali più alte di matrimoni con almeno uno sposo alle seconde nozze si osservano in Liguria (34,5%), Friuli-Venezia Giulia (32,6%) e Valle d’Aosta (32,1%); le incidenze più basse, invece, in Basilicata (9,5%) e Calabria (10,9%).

Matrimoni misti

Aumentano anche i matrimoni che contano almeno uno sposo straniero, che l’anno passato ammontano in totale a 29.574, il 15,6% del totale delle celebrazioni; risultano più diffusi nelle aree nazionali che contemplano insediamenti migranti più stabili e radicati tra cui per esempio il Nord e il Centro (20% circa) rispetto al (8,9%).

Quasi tre quarti delle unioni riguardano coppie con sposo italiano e sposa straniera (15.138, 8,0%); mentre il restante quarto riguarda coppie con sposa italiana e sposo straniero (5.540, 2,9%). La cittadinanza maschile più diffusa è quella marocchina (12,6%), immediatamente seguita da quella albanese (8,5%); sul versante femminile predomina invece quella rumena (18,9%), ucraina (10,2%) e russa (6,9%).

Prime e seconde nozze
Prime e seconde nozze

Le unioni civili

Sono state 2.813 le unioni civili tra coppie dello stesso sesso costituite presso gli Uffici di Stato Civile dei Comuni italiani nel 2022, con un netto aumento sia rispetto all’anno precedente (+31,0%) sia rispetto al 2019 (+22,5%). Tra le zone dell’Italia maggiormente interessate dal fenomeno vi è il Nord-ovest (35,7%), seguito dal Centro (26,3%); tra le regioni, invece, vi è in testa la Lombardia (22,8%), seguita dal Lazio (13,7%) e dall’Emilia-Romagna (9,9%). Confermata anche la prevalenza di unioni tra uomini (1.594, il 56,7% del totale) e con almeno un partner straniero (17,3%).

L’età

Quanto all’età in cui ci si sposa, subentrano differenti fattori di influenza sociale e culturale tra cui l’allungamento delle tempistiche formative nonché le difficoltà di ingresso e la precarietà del mondo del lavoro: i giovani sono dunque sempre più propensi a restare nella propria famiglia di origine anche dopo i 30 anni di età e a rimandare le prime nozze.

Tale condizione porta l’età media alle prime nozze a 34,6 anni per gli uomini (+0,3 punti rispetto all’anno precedente) e a 32,5 anni per le donne (+0,4 rispetto all’anno precedente). Al contrario per le unioni civili l’età media scende nel 2022 a 45,9 anni tra gli uomini e a 38,6 anni tra le donne.

L’età del matrimonio
L’età del matrimonio

Separazioni e divorzi

L’anno passato le separazioni sono state complessivamente 89.907 (-8,2% rispetto all’anno precedente), tra le quali l’83,3% si è concluso consensualmente. La variante giudiziale, caratterizzata da una maggiore durata dei procedimenti, mostra un trend di incremento maggiore (+27,8%); circa il 25% di esse, poi, è avvenuto tramite procedure extragiudiziali.

I divorzi sono stati al contrario 82.596 (-0,7% rispetto all’anno precedente), dei quali il 71,5% è stato consensuale dinnanzi a un giudice (+ 2,8%) e il 28,9% non ha invece ricorso a provvedimenti. Tra le procedure più gettonate figurano gli accordi direttamente gli Uffici di Stato Civile (13.701 separazioni e 17.134 divorzi) e le negoziazioni assistite da avvocati (9,5% delle separazioni e 8,1% dei divorzi).

La propensione a ricorrere agli accordi extragiudiziali di divorzio è diffusa soprattutto nel Centro-nord, e in particolare nella provincia autonoma di Bolzano (34,9%), nella provincia autonoma di Trento (30,5%) e in Valle d’Aosta (30,3%).

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