“Purtroppo non ha funzionato il fatto che sono arrivate pochissime domande, e che in seguito l’assegnataria della borsa di studio ha rinunciato così come anche la seconda in graduatoria, mentre la terza ne ha ottenuta un’altra e ha deciso di tenere quella per l’Argentina”.
Con queste parole, e non poco rammarico, Viviana Lettry – referente della Fondazione Intercultura onlus in Valle per i programmi di studio all’estero – spiega lo strano caso della Presidenza del Consiglio regionale che revoca la delibera del 18 luglio 2017 che finanziava, con 6mila euro, la borsa di studio per soggiornare in un paese francofono, nella fattispecie il Canada, nell’anno scolastico 2018/19.
“Abbiamo contattato alcuni ragazzi – prosegue Lettry –, ma hanno detto di non essere interessati. Siccome ci sono anche altre borse di studio, a volte anche più interessanti e non solo per soggiorni di studio nel paesi francofoni succede che quelle di Intercultura risultino poco convenienti”.
Non, quindi un problema di “lassismo” dei giovani, ma una serie di sfortunati eventi. Ai quali però Lettry aggiunge un’altra considerazione: “I nostri numeri non sono mai altissimi, anche perché viene offerta un’esperienza molto lunga e impegnativa, che parte da una selezione iniziale che prevede una prova attitudinale. Forse anche solo con 2mila euro in più sarebbe stato diverso, ma ci sono altre borse con più scelta e che comprendono altri paesi. Generalmente i ragazzi sono molti motivati, è un percorso lungo fatto di incontri di preparazione, e loro si impegnano molto, con risultati che si vedono in tutti i sensi, non solo dai progressi linguistici, è un peccato”.